Collegati con noi

Politica

Medici in pensione a 72 anni, scontro con i sindacati

Pubblicato

del

I medici dirigenti sanitari o docenti universitari potranno andare in pensione a 72 anni invece che a 70. E’ l’ultima novità della manovra di bilancio, spuntata all’ultimo minuto in un emendamento che il governo ha preparato d’accordo con la maggioranza e accogliendo anche le richieste di parte dell’opposizione. Per il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, si tratta di una “esigenza oggettiva” dettata, come per i medici di famiglia, da “una carenza di medici sul territorio notevole”. Ma è una modifica che riporta i medici sulle barricate, dopo lo sciopero di due settimane fa per i tagli alle pensioni: è “un insulto alla categoria, solo per salvare alcune lobby.

Questa volta faremo le barricate e siamo disposti a indire nuovi scioperi da subito. Non si salva così la sanità pubblica”, fa sapere l’Anaao Assome, il principale dei sindacati dei medici ospedalieri. Intanto domani incrociano le braccia, per 24 ore, sempre i medici ma anche i veterinari e sanitari del Ssn: una protesta proclamata tra le altre sigle dalla Cisl e che mette a rischio circa 25mila interventi chirurgici. Il confronto resta comunque aperto, e si proverà a trattare fino all’ultimo. La manovra è arrivata alle battute finali e si avvia a ricevere il primo via libera in commissione al Senato. Restano da sciogliere alcuni nodi legati alle risorse del fondo parlamentare, che potrebbero aumentare leggermente portando anche ad una rimodulazione dei finanziamenti degli emendamenti presentati dai relatori, e di quello atteso dall’opposizione che punta tutto sulla violenza contro le donne. In ogni caso si tratterebbe di piccoli ritocchi alle cifre, che non lascerebbero spazio per altri interventi.

Il vicepremier Antonio Tajani spiega che si lavora ancora ad una breve proroga del Superbonus per i condomini, ma la soluzione potrebbe anche finire nel Milleproroghe. Soprattutto perché resta un tema molto controverso: la premier Giorgia Meloni ha parlato di “situazione drammatica” dei conti pubblici “ereditata soprattutto per il Superbonus”, che “ci ha lasciato un buco da 140 miliardi, quanto lo Stato spende in un anno per tutta la sanità”. E’ una seduta notturna della commissione Bilancio che prova a chiudere il dossier manovra. L’intenzione è di chiudere entro il 18 il voto degli emendamenti in commissione, per affidare il mandato ai relatori a riferire in Aula il 20, dove inizierebbe la discussione generale.

Mentre il voto di fiducia sul maxi-emendamento e il voto finale si dovrebbero tenere la mattina del 22. “Sono soddisfatto della manovra perché abbiamo apportato degli aggiustamenti che avevamo chiesto su casa e pensioni e i medici e dipendenti pubblici, e stiamo lavorando perché ci possa essere una breve proroga per il Superbonus che riguarda condomini che hanno già compiuto il 70% dei lavori”, ha detto Tajani. Forza Italia non ha ancora perso le speranze di presentare una modifica, che considera solo “tecnica” e che apre una finestra straordinaria per un Sal, lo stato avanzamento lavori che dà diritto al rimborso al 110%. Per Tajani “nessuna tolleranza per gli imbroglioni, ma per le persone oneste bisogna avere un occhio di riguardo, e permettere di concludere i lavori in dirittura d’arrivo”, ovvero garantire ai condomini di poter scontare al 110% tutti i lavori effettuati e fatturati nel 2023.

Advertisement

Politica

Elezioni comunali Napoli: sfida di Paolo Russo a Marigliano e ritorno degli ex sindaci

Paolo Russo in corsa a Marigliano, ex sindaci in campo e centrodestra solido: ecco come cambiano le elezioni comunali nella provincia di Napoli tra sorprese e conferme.

Pubblicato

del

Tornano tanti ex sindaci nella città metropolitana di Napoli, mentre il campo largo annaspa e crolla l’asse Pd-Cinque Stelle. Il Movimento fondato da Conte praticamente scompare, mentre il centrodestra, pur con qualche difficoltà, regge. Proliferano le liste civiche e resta alta l’attenzione sulle liste pulite e sull’eventuale presenza di “impresentabili”.

Marigliano: la sfida di Paolo Russo

A Marigliano la novità è Paolo Russo (nella foto Imagoeconomica in evidenza assieme a Mara Carfagna), ex deputato di lungo corso, che scende in campo nella sua città d’origine. La sua coalizione “Cuore civico” raccoglie pezzi di centrodestra, società civile ed esponenti progressisti. Il Pd ha invece scelto un altro candidato: Gaetano Bocchino, sostenuto anche da Azione, Verdi e Sinistra. Terzo candidato è Ciro Panariello, appoggiato da una lista civica.

Giugliano: centrodestra contro un centrosinistra diviso

A Giugliano, la città più popolosa della provincia, si sfidano Giovanni Pianese con il centrodestra, Diego D’Alterio con il centrosinistra senza il Movimento 5 Stelle, e Salvatore Pezzella, ex esponente grillino, ora sostenuto da una civica. Resta la spada di Damocle della commissione d’accesso prefettizia che potrebbe portare allo scioglimento per infiltrazioni.

Nola: il Pd rinuncia e resta fuori dalla corsa

A Nola il Pd si sfila a sorpresa e lascia il campo a quattro candidati: Maurizio Barbato (Fratelli d’Italia), Andrea Ruggiero (Per e civiche), Agostino Ruggiero (sostenuto dai socialisti) e Antonio Ciniglio (civiche territoriali). Il ritiro del candidato Pd Giuseppe Tudisco ha lasciato spazio a una corsa senza bandiere ufficiali del centrosinistra.

Volla: sei candidati e la conferma dell’instabilità politica

A Volla si conferma il record di instabilità politica: sei i candidati a sindaco. Tra loro due ex primi cittadini: Giuliano Di Costanzo (sostenuto dal Pd) e Pasquale Di Marzo (civiche). In corsa anche Lino Di Donato (centrodestra), Roberto Barbato (civica), Gennaro Burriello (Potere al Popolo) e Gianluca Pipolo (civiche).

Casavatore: sfida tra ex sindaci

A Casavatore la sfida è tra Vito Marino (appoggiato da cinque civiche), Fabrizio Celaj (Pd e civiche) e Mauro Muto (Fratelli d’Italia). Marino e Muto hanno entrambi già guidato il Comune in passato.

Continua a leggere

In Evidenza

Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

Pubblicato

del

“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

Continua a leggere

In Evidenza

Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

Pubblicato

del

Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto