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Politica

Mattarella ai partiti: ora è tempo di chiarezza e lealtà

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“E’ il tempo della chiarezza e della lealta’”. E’ questo il lascito di Sergio Mattarella alle forze politiche nel suo discorso istituzionale piu’ importante dell’anno. Peraltro l’ultimo alle Alte cariche dello Stato visto che il presidente della Repubblica anche oggi ha parlato di “congedo” agli ambasciatori italiani riuniti alla Farnesina ai quali ha confermato che si tratta del suo “ultimo saluto” alla diplomazia. E soprattutto che la linea della politica estera italiana e’ “imprescindibile” dall’Europa e che non si potra’ piu’ tornare indietro. Il Capo dello Stato ovviamente non sfiora neanche lo scivoloso tema del momento, cioe’ la scelta del suo successore, ma sembra indicare un metodo che vorrebbe fosse applicato ben oltre l’elezione del nuovo presidente: responsabilita’ nell’affrontare sfide di tale portata da congelare “divisioni e distinzioni”. Sergio Mattarella parte dalla pandemia, uno delle due emergenze che hanno dato vita al governo di Mario Draghi, ma e’ evidente che la cornice del suo ragionamento e’ buona anche per altri dipinti: “Questo resta un tempo difficile, nell’alternarsi di speranze e di nuovi allarmi. Si impone un’esigenza di chiarezza e di lealta’ come premesse indispensabili di una piena, e comune, assunzione di responsabilita’ di fronte ai rischi che sono tuttora davanti a noi. Abbiamo visto come la chiarezza, di fronte alle asprezze della pandemia, abbia spazzato via il tempo delle finzioni, delle distrazioni. Tutto questo mi e’ parso uno straordinario segno di maturita’ e serieta’”. Il senso profondo, si ragiona al Quirinale, e’ che questo clima di collaborazione realizzato a causa del covid prosegua anche nella normale dialettica tra maggioranza e opposizione quando il covid non ci sara’ piu’. Infatti Mattarella subito sottolinea alla qualificata platea composta dallo stesso Draghi, ai ministri e politici di ogni schieramento: “rivolgendomi a voi, che rivestite le piu’ alte responsabilita’ istituzionali e rappresentate le forze politiche, economiche e sociali, mi sembra giusto rintracciare questo filo di speranza nella matassa intricata di questa stagione. Un filo che tiene assieme comportamenti virtuosi, gesti responsabili, disponibilita’, generosita’”. Ecco quindi che tra una bacchettata ai media responsabili di aver dato troppo spazio a frange minoritarie come i no vax e l’ennesima reprimenda sullo “scandalo” delle morti sul lavoro, il presidente riprende il “fil rouge” del suo ragionamento squisitamente politico. L’Italia e’ in ripresa ma all’orizzonte permangono delle fragilita’. La strada dei “costruttori” e’ pero’ intrapresa e non bisogna abbandonarla proprio ora, sottolinea Mattarella ed e’ inevitabile che il pensiero di tutti vada alla fibrillazioni che si stanno accumulando sulla scelta del nuovo presidente. E, fors’anche, sulla possibilita’ che ne venga eletto uno di parte a colpi di mini-maggioranza. Per questo il capo dello stato loda l’attitudine al dialogo, al saper accantonare i propri tornaconti e spiccioli di egoismo: i partiti hanno “saputo mettere in secondo piano divisioni e distinzioni legittime, diversita’ programmatiche e sensibilita’ politiche per privilegiare un lavoro comune nell’interesse nazionale e cio’ e’ stato molto importante. Questo atteggiamento costruttivo ha accomunato maggioranza e opposizione. Le iniziali comprensibili frizioni e sovrapposizioni sono state progressivamente superate”, ha spiegato. Oggi poi entra nel vivo anche il Pnrr e i mercati vigilano su quest’Italia in movimento che ci ha portato i complimenti del mondo. Tra un sentimento di velata preoccupazione per quello che potra’ portate il 2022, e perche’ no?, un pizzico di nostalgia per quest’atmosfera di trasloco, Mattarella porta alla politica l’esempio del carattere degli italiani che di fronte alle sfide piu’ difficili reagiscono sempre con uno scatto di reni: “una delle caratteristiche della nostra gente si manifesta quando le condizioni sono difficili: e’ il momento in cui riusciamo a esprimere il meglio di noi. A ritrovare la fiducia smarrita. Non rinunciamo alle differenze e alle diversita’. Ma sappiamo essere uniti sulle grandi scelte, quando le circostanze della vita lo richiedono. L’augurio che rivolgo a voi e al nostro amato Paese e’ che lo spirito costruttivo e collaborativo, reciprocamente rispettoso, possa divenire un tratto stabile dei rapporti istituzionali”. Ecco il lascito di Sergio Mattarella ai partiti. A loro metterlo in pratica sin da subito. A fine dicembre si congedera’ invece dai cittadini pronti al cenone di Capodanno.

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Politica

L’Anac, corruzione rafforza mafie e inquina la democrazia

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“La corruzione mortifica legittime aspettative, deteriora la qualità dei servizi pubblici, rafforza le mafie, inquina la democrazia. Ha un costo, quindi, sociale, civile e umano, oltre che economico”. Nel decennale della sua nascita, l’Autorità Nazionale Anticorruzione consegna al Parlamento la tradizionale relazione evidenziando problemi e criticità di un Paese che – per usare le parole del presidente Giuseppe Busia – ha “il valore più alto in termini di danni finanziari al bilancio dell’Unione Europea, stimati a seguito di frodi e malversazioni, anche riconducibili alla criminalità organizzata”. La corruzione, dunque, continua a essere uno dei mali di cui soffre l’Italia e ha inevitabili ripercussioni in ogni ambito, dal lavoro alla salute, dagli appalti all’occupazione. In Parlamento, Busia ha provato a sintetizzare un anno in cui l’anticorruzione ha gestito 1.294 istruttorie, oltre ad aver avviato 395 procedimenti e gestito 441 istanze di precontenzioso.

“Anche quando non uccide – spiega il presidente dell’Anac -, la corruzione arreca danni inestimabili, affinando le sue armi con mezzi sempre più subdoli. Opere non ultimate, o completate con smodati ritardi e sperpero di risorse pubbliche. Imprese sane che falliscono a causa di un mercato poco aperto e trasparente. Giovani eccellenze costrette a cercare all’estero chances di realizzazione professionale, sottratte in patria da concorsi poco trasparenti”. Nella relazione, inevitabile è il passaggio sui fondi del Pnrr che – spiega Busia – ha dato impulso alla contrattualistica pubblica “con un valore complessivo degli appalti avviati di importo pari o superiore a 40.000 euro che si attesta attorno ai 283,4 miliardi di euro”. Si tratta di un aumento, scrive il presidente, “del 36,4% a confronto con il 2021, e addirittura del 65,9% rispetto al 2019”. Questi numeri, avverte però Busia, “non dicono tutto”.

“Avviare un procedimento non significa che si sarà in grado di chiuderlo in tempo, come aprire un cantiere non basta ad assicurare il completamento dei lavori in tempo utile e in modo adeguato”. Ecco perché “la strada è ancora lunga”. E con l’avvicinarsi della scadenza del 2026, “la salita diverrà sempre più ripida e per percorrerla – è il monito e l’invito – servirà lo sforzo congiunto di tutte le istituzioni, ai diversi livelli territoriali”. La relazione contiene anche numerosi appelli al legislatore, compreso quello per una disciplina organica sulle lobby.

“Una normativa che, rifuggendo da tentazioni criminalizzatrici – è il ragionamento dell’Anticorruzione – si ponga l’obiettivo di garantire piena trasparenza sull’attività dei portatori di interesse, anche mediante la creazione di canali digitali, accessibili a tutti, attraverso i quali tanto le lobby più organizzate e strutturate, quanto quelle dotate di mezzi minori, possano far pervenire le proprie proposte ed osservazioni”. Nel suo intervento, Busia, ha tenuto anche a ricordare le vittime della corruzione, “persone alle quali la corruzione ruba opportunità, prospettive, benessere, talvolta persino la vita”.

“Sono vittime della corruzione, intesa in senso amministrativo e non solo penalistico – scrive -, le donne e gli uomini sepolti vivi sotto le macerie di infrastrutture ed edifici costruiti con la sabbia al posto del cemento; i lavoratori schiacciati o soffocati nei cantieri perché chi avrebbe dovuto vigilare sulla loro sicurezza è stato indirizzato verso altri obiettivi; i pazienti che scontano la scarsa qualità di attrezzature sanitarie acquistate attraverso procedure opache; i bambini malnutriti, nei Paesi più fragili, a causa di aiuti umanitari che si perdono nelle pieghe di torbidi intrecci tra burocrazia e malaffare”.

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Cybersicurezza: odg Costa, l’uso del Trojan va regolamentato

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“Si impegna il Governo a prevedere l’introduzione, nel primo provvedimento utile, di una disciplina organica del captatore informatico che rifletta il miglior bilanciamento tra le esigenze investigative e i principi di cui agli articoli 14 e 15 della Costituzione” cioè la tutela del domicilio e il principio della riservatezza. E’ quanto prevede l’ordine del giorno che il deputato di Azione Enrico Costa ha appena presentato al ddl sulla cybersicurezza. Un odg in cui si chiede di fatto una precisa e più severa regolamentazione dell’uso del Trojan, il captatore informatico usato in molte inchieste giudiziarie come quella ligure.

Nell’ordine del giorno di Enrico Costa, firmato anche dalla deputata di Italia Viva, Maria Elena Boschi e dal capogruppo di FI in Commissione Giustizia PIetro Pittalis, si dice anche che “risulta necessario prevedere una disciplina organica che, da un lato, indichi le gravi forme di criminalità per le quali ammettere l’utilizzo del captatore informatico e, dall’altro, dettagli le condizioni applicative e le modalità operative di utilizzo, con l’obiettivo di bilanciare l’accertamento delle ipotesi delittuose ed i principi costituzionali previsti dagli articoli 14 e 15 della Costituzione”.

Dopo aver definito il Trojan “un sistema dissimulato, inoculato da remoto, che invade il terreno della riservatezza penetrando anche nelle sfere più intime e private”, Costa sottolinea come il captatore informatico sia anche “uno strumento itinerante, che si sposta di “ambiente” in “ambiente”, potenzialmente in grado di accendere la webcam, di attivare il microfono e di captare conversazioni, di leggere qualsiasi dato venga archiviato all’interno del cellulare (dagli indirizzi in rubrica, agli sms, ai messaggi whatsapp, agli appunti salvati nelle note), di visualizzare le fotografie, di registrare la “tracciabilità” del possessore del cellulare funzionando da GPS, di catturare segretamente tutto ciò che viene digitato nel dispositivo, potendo quindi risalire anche ad eventuali password o numeri di carte di credito”.

Costa pertanto racconta anche la storia di questo strumento di indagine, a cominciare dalle sentenze della Cassazione che ne parlano e dagli interventi che ci sono stati da parte del legislatore negli anni, chiedendo con il suo ordine del giorno che il legislatore intervenga per “disciplinare” la materia visto che a suo avviso il Trojan è molto “più invasivo” delle normali intercettazioni. L’ordine del giorno, secondo quanto si apprende, potrebbe ricevere il parere favorevole del governo e pertanto venire approvato.

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De Luca: straordinaria vittoria sui fondi per la Campania

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“Il Consiglio di Stato ha confermato pienamente le tesi della Campania, ha censurato i ritardi, e stabilisce l’inaccettabilità delle procedure messe in campo dal Governo. E’ il risultato della battaglia di civiltà e di dignità nella quale si sono impegnati in questi mesi centinaia di sindaci, amministratori, semplici cittadini. E’ un motivo di grande speranza e di grande soddisfazione per quanti hanno creduto nella giustizia amministrativa del nostro Paese”. Così il governatore Vincenzo De Luca sulla decisione del Consiglio di Stato in relazione ai fondi per la Campania, giudicata una “straordinaria vittoria” dopo mesi di polemiche.

Il Consiglio di Stato, ricorda ancora De Luca, “ha considerato pretestuosa la sopravvenienza dell’articolo 10 del Decreto coesione: smantellata la norma che surrettiziamente introduceva la vicenda Bagnoli nel Fondo di sviluppo e coesione”. “Ci si augura che a questo punto sia terminata la lunga e vergognosa catena di pretesti, di dilazioni, di ritardi strumentali, che ha penalizzato e penalizza le imprese, le famiglie, i Comuni della Campania. Ci si augura di poter cominciare a lavorare nell’interesse delle nostre comunità”, conclude il presidente della Regione.

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