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Cronache

Maltempo lascia scia danni, bomba d’acqua a Ferrara

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L’ondata di maltempo che ha investito alcune regioni italiane ha allentato la sua morsa ma non quanto basta per consentire ai territori un moderato ritorno alla normalita’, soprattutto sul fronte dei collegamenti ferroviari e delle coltivazioni agricole. La cronaca delle ultime ore riporta casi di bombe d’acqua e di grandinate talmente potenti da riuscire a spaccare vetrate, finestrini di auto e tetti di case. Com’era intuibile, danni ingenti anche alle coltivazioni agricole, situazione per la quale la Coldiretti, dopo un primo bilancio, chiede di verificare le condizioni per indire lo stato di calamita’ nelle zone agricole. Unica nota positiva e’ invece quella che riguarda il Po: le piogge degli ultimi giorni hanno consentito di recuperare qualche decina di centimetri di portata e, anche se il livello rimane ancora molto basso, si comincia a notare un’inversione di tendenza. Pesante la situazione a Ferrara, dove un’acquazzone eccezionale, la classica ‘bomba d’acqua’, ha reso inutilizzabili le strade: in citta’, secondo i dati Arpae, sarebbe caduta in quantita’ la meta’ della pioggia di tutto il 2021, superando in alcuni casi anche i 50 millimetri d’acqua. Ma nel resto dell’Emilia Romagna – non a caso in giornata il presidente Stefano Bonaccini ha siglato un provvedimento per decretare lo stato di crisi per tutta la regione – le cose non vanno meglio. Nel nodo ferroviario di Bologna per le forti piogge si e’ verificato in mattinata un guasto ai sistemi di gestione della circolazione e i treni ad Alta Velocita’, Intercity e Regionali hanno registrato anche ritardi di 150 minuti. A Parma per l’allagamento di alcuni sottopassi e’ stato temporaneamente chiuso al traffico un tratto della Tangenziale Sud. Intanto e’ stata ritrovata viva nel Reggiano una 78enne scomparsa ieri mattina sull’Appennino Tosco-Emiliano, mentre stava cercando funghi, che aveva perso l’orientamento per l’acquazzone e la fitta nebbia. Le piogge hanno flagellato anche il Veneto e a Piazza San Marco, a Venezia, i vigili del Fuoco sono stati chiamati di nuovo per verificare – stavolta con un drone – le condizioni del campanile, anche se fortunatamente non si sono riscontrate particolari situazioni di rischio dopo l’allarme provocato dalla presenza alla base della costruzione di frammenti di mattoni. Allarme anche in Piemonte, in particolare nel Cuneese, dove i vigili del fuoco in poche ore hanno ricevuto decine di telefonate dopo un nubifragio che ha fatto cadere piu’ di 80 millimentri di acqua in meno di un’ora, allagando strade e sottopassi e mettendo numerose auto fuori uso. Danni ingenti per i temporali in Liguria e anche in questo caso il governatore e’ stato costretto a firmare un decreto di emergenza. In particolare, ha spiegato Giovanni Toti, “nella zona del levante ligure nei Comuni di Sestri Levante, Lavagna, Cogorno e Chiavari”, per i quali “ho firmato oggi il decreto, valido per tre mesi ma prorogabile fino a sei per approvare lo stato di emergenza regionale con cui mettere a disposizione un fondo apposito di 250 mila euro per le persone che hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni”. A Sestri Levante oltre mille auto hanno avuto problemi di carrozzeria, devastata dalla grandine, e altrettante con parabrezza, lunotti e vetri laterali rotti. Nel Tigullio l’assessore regionale alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone ha quantificato in “decine di milioni” i danni e ha ricordato l’impegno dell’amministrazione per le 60 persone ancora fuori casa dopo i nubifragi di ieri. Quadro difficile anche in Toscana, dopo i due morti di ieri, colpita ancora da acquazzoni misti a grandinate e forti raffiche di vento. Problemi ad Arezzo, dove un temporale ha provocato allagamenti, distacco di tegole e sradicamento di piante. In Valtiberina sono andati distrutti interi campi di tabacco e in Valdichiana varie coltivazioni, in particolare frutteti. A Capannori (Lucca) si e’ registrata una grandinata con pezzi di ghiaccio fino a 4 cm di diametro e nella provincia 35 piante ad alto fusto abbattute dal vento sono cadute nei canali. Danni per 6 milioni di euro alla Fiera di Carrara, con un padiglione che ha perso quasi del tutto la copertura. A Forte dei Marmi il maltempo ha danneggiato il Twiga, provocando lo sconforto di Flavio Briatore: “una tromba d’aria ha distrutto meta’ Twiga”, ha spiegato in un video e “leggendo i commenti sui social abbiamo fatto felice un mucchio di persone”. Poi ha aggiunto di essere “solidale con tutti i bagni della Versilia”. Danni contenuti infine in Sardegna, dove la parte settentrionale dell’isola e’ stata sferzata da temporali e da venti sino a 80 km/h.

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Cronache

Giulia Cecchettin, verso richiesta giudizio per Turetta

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Si avvicina la chiusura delle indagini per il femminicidio di Giulia Cecchettin, con la probabile richiesta di rinvio a giudizio per Filippo Turetta, che si trova in carcere a Verona da novembre con l’ipotesi di reato di omicidio volontario. A sei mesi dal delitto della giovane di Vigonovo (Venezia), la Procura della repubblica di Venezia potrebbe avanzare l’istanza al Gip già a giugno, così da non far scadere i termini di custodia cautelare del giovane di Torreglia (Padova). Il processo a Turetta potrebbe così aprirsi agli inizi di autunno, tra settembre ed ottobre. Sulla decisione di mandare a processo in Assise il giovane pesa la valutazione relativa alla premeditazione del delitto. La Procura ha gli esiti dell’autopsia sul corpo della vittima, le analisi sulle macchie di sangue e gli altri elementi raccolti dai Ris nella Fiat Punto nera di Turetta.

Importanti saranno gli accertamenti tecnici sullo smartphone e sul pc portatile, anche questi sequestrati nella sua macchina dopo l’arresto in Germania al termine di 8 giorni di fuga. La contestazione dell’aggravante della premeditazione impedirebbe alla difesa di chiedere il rito abbreviato, con un eventuale sconto di pena. Si tratterà di ipotizzare se Turetta abbia potuto architettare il delitto: il fatto che avesse portato con sé il coltello utilizzato per colpire Giulia è un elemento; il nastro adesivo usato per legarla un altro; il fatto che avesse fatto il pieno alla macchina un altro ancora. La cronologia della navigazione su internet, o altri appunti rinvenuti nel Pc o nel cellulare, e i messaggi conservati potrebbero risultare decisivi. La difesa dell’imputato, rappresentata dal professor Giovanni Caruso, dal canto suo potrebbe chiedere la perizia psichiatrica, qualora Turetta venisse rinviato a giudizio davanti alla Corte d’Assise, con il rischio di venire condannato alla pena dell’ergastolo.

La Procura ha scelto per ora la via del totale silenzio sugli accertamenti, anche per cercare di attenuare il clamore mediatico che la vicenda di Giulia ha suscitato, anche se i riflettori si riaccenderanno in occasione del processo. Nel frattempo il papà di Giulia, Gino Cecchettin, mantiene vivo il suo impegno di testimoniare l’impegno contro la violenza di genere e la sopraffazione. Il 6 maggio prossimo verrà pubblicato un dialogo tra lui e il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, nell’ambito del Festival Francescano di Bologna. Fu proprio Zuppi, nell’immanenza della tragedia, ad aiutare Gino mettendolo in contatto anche con papa Francesco. “Quando leggevo storie di femminicidi – ha detto il papà di Giulia – ne rimanevo colpito, scosso, ma poi egoisticamente giravo pagina. Io ero ‘normale’, e nel mondo ‘normale’ certe cose non accadono. Non è così. Nessuno di noi è immune, perché l’idea della prevaricazione riguarda tutti indistintamente, riguarda il mondo nel quale viviamo”.

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La Luna strega il cielo di maggio con cinque fasi

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La Luna strega il cielo di maggio, che sarà caratterizzato da una particolarità nel calendario delle fasi lunari: invece delle consuete 4 fasi, questo mese se ne verificheranno 5. La Luna all’ultimo quarto, dunque, che aprirà maggio, tornerà poi anche per chiudere il mese. Come ricorda l’Unione Astrofili Italiani, l’ultimo mese che ha ospitato una fase lunare in più è stato agosto dello scorso anno e per il prossimo dovremo aspettare dicembre. Il calendario primaverile vedrà il satellite della Terra protagonista anche di un bis con Saturno: potremo ammirare per ben due volte la congiunzione, il 4 e il 31 maggio, quando la falce di Luna calante incontrerà il pianeta poco prima dell’alba nella costellazione dell’Acquario.

In questo periodo i pianeti lasciano il cielo della sera: quelli visibili ad occhio nudo sono tutti osservabili solo al mattino presto, prima del sorgere del Sole. Venere e Giove, i più luminosi, sono adesso invisibili poiché troppo vicini alla nostra stella: Giove sarà in congiunzione con il Sole il 18 maggio, mentre Venere lo sarà il mese prossimo. Tra le prime luci dell’alba si potranno invece individuare facilmente Marte e Saturno, mentre per Mercurio le condizioni sono meno favorevoli, a causa della sua posizione molto bassa sull’orizzonte.

Da segnalare anche Urano, al momento invisibile per la sua imminente congiunzione con il Sole, che il 23 maggio supererà il limite tra due costellazione, evento piuttosto raro per i lenti pianeti più esterni, lasciando l’Ariete ed entrando nel Toro. Il cielo primaverile è dominato dalle costellazioni del Leone e della Vergine, tra le più estese dello zodiaco, ma le stelle più brillanti si trovano più a Nord-Est: Arturo nel Bootes e Vega nella Lira, futura protagonista dei cieli estivi insieme alla costellazione del Cigno e a quella dell’Aquila. Nelle prime ore della sera, basse sull’orizzonte occidentale, c’è ancora il tempo di ammirare alcune delle costellazioni che sono state protagoniste dei cieli invernali, come l’Auriga, i Gemelli e il Cancro. Maggio è un buon mese anche per l’osservazione di diversi sciami di meteore.

Le Eta Aquaridi, legate ad antichi residui della cometa Halley, costituiscono una delle correnti meteoriche più cospicue dell’anno con un picco nella notte tra 5 e 6. Sono però difficili da ammirare alle nostre latitudini, mentre si trova in posizione molto più favorevole chi cercherà di individuarle dall’emisfero australe. A queste meteore si aggiungono le alfa Scorpidi, con le loro caratteristiche stelle cadenti brillanti e colorate che raggiungono il picco tra 2 e 3 maggio, le Eta Liridi, che in questi ultimi anni si sono mostrate abbastanza attive e il cui massimo è previsto il 9 del mese, e le Eta Ofiuchidi, con il picco atteso per il 12.

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Napoli, cambiano le scadenze per l’acconto Tari del 2024

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Su proposta dell’assessore al Bilancio, Pierpaolo Baretta, la Giunta ha approvato la delibera per la riformulazione delle scadenze per l’acconto Tari del 2024. Nel bilancio di previsione 2023-2025, approvato dal Consiglio comunale, è stata stanziata una somma di 6 milioni e mezzo di euro, finalizzata a riconoscere un bonus ai cittadini per mitigare i disagi relativi all’incremento dei prezzi dei prodotti di prima necessità (in particolare quelli energetici).

Tale bonus, che è stato confermato nel bilancio 2024-2026, sarà erogato, per semplicità amministrativa, in occasione della prima rata del 2024 alle famiglie in regola col pagamento della Tari 2023. Al fine di verificare i pagamenti 2023 e predisporre i criteri di erogazione del bonus agli aventi diritto si è reso necessario spostare a luglio la prima rata Tari 2024, al fine di erogare contestualmente il bonus stesso. Da qui l’esigenza di una diversa tempistica delle scadenze di pagamento relative all’acconto Tari 2024, che sarà la seguente: prima rata: 15 luglio 2024; seconda rata: 16 settembre 2024; terza rata: 18 novembre 2024. Pagamento in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2024.

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