“Hai risolto il problema della tua vita!”, spiega Polizzi a Sansone, non sapendo di essere intercettato e spiegando quale doveva essere la loro comune strategia: “noialtri ci dobbiamo addattare duoco”. “Aiutami che tu lo sai che ti voglio bene! e tu lo sai che io quello che posso fare lo faccio!”, continua il candidato ricevendo poi rassicurazioni da Sansone. “Davvero emblematica la frase pronunciata in dialetto da Polizzi ‘addattare duoco’ – scrive il gip – il cui significato letterale indica l’atto della suzione del neonato dal seno materno, ma che, nel contesto del dialogo intercettato, rappresentava la prospettiva di reciproca prosperita’ (dunque anche per il sodalizio mafioso) che l’accordo, in ragione delle alleanze politiche appena stabilite, gli avrebbe garantito”. Nel corso della conversazione Polizzi si spinge oltre nel garantire appoggio a Sansone. “E lo so! e lo dobbiamo fare! cantiere, lo facciamo!”. Una frase in cui si fa cenno a un cantiere e quindi all’attivita’ nel settore dell’edilizia nelle quali sono storicamente impegnati i Sansone. Infine il candidato ricorda l’aiuto dato in passato alla nuora del fratello di Sansone. “Michela- dice – le ho detto ‘ti aiuto, non ti preoccupare’, viene sempre”.Una intercettazione di “rara capacita’” dimostrativa per la chiarezza del linguaggio degli indagati e perche’ contiene in se’ tutti gli elementi del reato di scambio elettorale politico-mafioso. Cosi’ la Procura di Palermo definisce la conversazione intercettata, grazie a un trojan piazzato nel cellulare, tra il costruttore mafioso Agostino Sansone e il candidato al consiglio comunale di Forza Italia Pietro Polizzi. Entrambi sono stati arrestati oggi. Sansone il 10 maggio va nel comitato elettorale di Polizzi, ex consigliere provinciale nel 2012 nella lista dell’Udc e nel 2017 candidato al consiglio comunale nella lista Uniti per Palermo che sosteneva il sindaco Orlando. “Se sono potente io, siete potenti anche voi”, dice sussurrando, due volte, Polizzi a Sansone, un mafioso noto, condannato in passato, ritenuto tra i fedelissimi di Toto’ Riina del quale, insieme ai fratelli, curo’ l’ultima fase della latitanza. “Si tratta di una asserzione che non merita commento – scrive il gip nella misura- in quanto Polizzi intendeva formulare espressamente una proposta la cui gravita’ e’ indubbia”. “Ce la facciamo”, prosegue Polizzi fiducioso nel risultato elettorale “anche in ragione – prosegue il giudice – dell’aiuto ottenuto con l’aiuto del vicedirettore dell’Azienda sicilia trasporti D’Ali’ la cui moglie e’ candidata in tandem con Polizzi. La donna e’ definita dall’indagato come la candidata del presidente dell’Ars Gianfranco Micciche’..
Pietro Polizzi, l’ex consigliere provinciale dell’Udc e candidato alle prossime amministrative di Palermo con Forza Italia, arrestato oggi con l’accusa di scambio politico elettorale politico mafioso, aveva gia’ tentato nel 2017 di essere eletto al consiglio comunale, In quell’occasione si era presentato nella lista “Uniti per Palermo, sindaco Orlando”, a sostegno dell’attuale sindaco uscente Leoluca Orlando, che raggruppava esponeti del Pd e dell’area centrista poi confluiti alla Regione nel movimento Sicilia Futura. Polizzi Pietro, “detto Piero, detto Li Muli” riporto 617 voti senza riuscire ad essere eltto.