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M5s-Pd, stretta finale sull’Umbria: dopo i veti su due nomi si fa spazio l’idea di un terzo candidati

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Il M5S che insiste su Stefania Proietti. Il Pd che non rinuncia ad Andrea Fora: a pochi giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle candidature i veti incrociati sembravano portare la trattativa tra Dem e Movimento sull’Umbria sull’orlo del fallimento. Ma, all’ombra degli ultimatum, si tratta ancora. E si torna a cercare quel terzo nome che possa dare a Nicola Zingaretti( che conferma di essere fiducioso sul fatto che si possa arrivare ad un nome forte) e Luigi Di Maio almeno la speranza di una vittoria. E in serata, dopo il si’ degli iscritti sulla piattaforma Rousseau al patto umbro, Di Maio fa trapelare la sua intenzione di voler suggellare la trattativa con i Dem: “il voto apre una nuova era, ora chiudiamo sul nome del presidente”, spiegano fonti a lui vicine. Il ministro degli Esteri, tuttavia, comincia la sua giornata passando all’attacco nel post nel quale da’ il via alla votazione online degli iscritti. “Comprendo bene che tutti i cambiamenti di quest’ultimo anno abbiano lasciato il segno. Insieme, abbiamo gestito la nascita del Governo con il Pd, ascoltando tutti. Non e’ una novita’ che io fossi quello piu’ scettico”, premette Di Maio che, sul si’ agostano al Pd ricorda due elementi decisivi: il si’ di Rousseau in una votazione record e il placet di Beppe Grillo. E il leader M5S sull’onda delle parole di Alessandro Di Battista, incalza i Dem: “la fiducia si dimostra. E la prima prova di questo Governo e’ il taglio dei parlamentari”, avverte, consapevole della breccia che potrebbe aver aperto il Dibba in un Movimento gia’ in fortissima agitazione, dove c’e’ chi plaude all’ex deputato (da Gianluigi Paragone a Gianluca Castaldi) e chi, come l’ortodosso Luigi Gallo, lo bolla invece come dannoso parolaio. Nel frattempo, l’offensiva di Di Maio sul taglio dei parlamentari infastidisce il Pd. “Non dobbiamo superare nessun esame di affidabilita’. Sul taglio dei parlamentari abbiamo preso un impegno e lo rispetteremo. La fiducia e’ una merce preziosa”, e’ risposta del capogruppo alla Camera Graziano Delrio. In questo contesto si inserisce la difficilissima trattativa sull’Umbria. Il voto su Rousseau la sblocca, ma con un interrogativo, per Di Maio. A dire si’ e’ stato solo il 60,9% degli iscritti, cifra simile a quella che approvo’ la linea del leader sul contestatissimo caso Diciotti, che certifico’ una frattura interna al Movimento. E non e’ un caso che i vertici abbiano aperto la votazione online a tutti gli iscritti, sebbene Di Maio vada ripetendo che il caso umbro non vale per le altre Regioni: il malcontento della base umbra avrebbe potuto portare alla bocciatura online del “patto civico”. Patto sul quale Di Maio continua a mantenersi prudente: “Le questioni sui nomi le lascio a chi sta discutendo”, spiega il capo politico dall’Umbria, facendo capire che non sia lui a condurre la trattativa in rima persona. Sul patto l’impasse dura per l’intera giornata. “Siamo sorpresi, aspettiamo una risposta su una candidatura seria come quella di Andrea Fora”, e’ la replica di Walter Verini al sostegno, deciso, annunciato da Di Maio alla sindaca di Assisi Proietti. Ma i veti potrebbero cadere da un momento all’altro, con un terzo nome che abbia la “forza” di far fare un passo di lato a Fora. Difficile che il M5S torni alla carica sullo stilista Brunello Cucinelli e sulla presidente di Terna Catia Bastioli, due profili inizialmente individuati che poi hanno fatto un passo indietro. Mentre mancano conferme ufficiali su un nome che, rumors parlamentare insistenti, fanno trapelare in serata: quello di Francesco Di Maolo, avvocato e presidente del Serafico di Assisi.

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Elezioni comunali Napoli: sfida di Paolo Russo a Marigliano e ritorno degli ex sindaci

Paolo Russo in corsa a Marigliano, ex sindaci in campo e centrodestra solido: ecco come cambiano le elezioni comunali nella provincia di Napoli tra sorprese e conferme.

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Tornano tanti ex sindaci nella città metropolitana di Napoli, mentre il campo largo annaspa e crolla l’asse Pd-Cinque Stelle. Il Movimento fondato da Conte praticamente scompare, mentre il centrodestra, pur con qualche difficoltà, regge. Proliferano le liste civiche e resta alta l’attenzione sulle liste pulite e sull’eventuale presenza di “impresentabili”.

Marigliano: la sfida di Paolo Russo

A Marigliano la novità è Paolo Russo (nella foto Imagoeconomica in evidenza assieme a Mara Carfagna), ex deputato di lungo corso, che scende in campo nella sua città d’origine. La sua coalizione “Cuore civico” raccoglie pezzi di centrodestra, società civile ed esponenti progressisti. Il Pd ha invece scelto un altro candidato: Gaetano Bocchino, sostenuto anche da Azione, Verdi e Sinistra. Terzo candidato è Ciro Panariello, appoggiato da una lista civica.

Giugliano: centrodestra contro un centrosinistra diviso

A Giugliano, la città più popolosa della provincia, si sfidano Giovanni Pianese con il centrodestra, Diego D’Alterio con il centrosinistra senza il Movimento 5 Stelle, e Salvatore Pezzella, ex esponente grillino, ora sostenuto da una civica. Resta la spada di Damocle della commissione d’accesso prefettizia che potrebbe portare allo scioglimento per infiltrazioni.

Nola: il Pd rinuncia e resta fuori dalla corsa

A Nola il Pd si sfila a sorpresa e lascia il campo a quattro candidati: Maurizio Barbato (Fratelli d’Italia), Andrea Ruggiero (Per e civiche), Agostino Ruggiero (sostenuto dai socialisti) e Antonio Ciniglio (civiche territoriali). Il ritiro del candidato Pd Giuseppe Tudisco ha lasciato spazio a una corsa senza bandiere ufficiali del centrosinistra.

Volla: sei candidati e la conferma dell’instabilità politica

A Volla si conferma il record di instabilità politica: sei i candidati a sindaco. Tra loro due ex primi cittadini: Giuliano Di Costanzo (sostenuto dal Pd) e Pasquale Di Marzo (civiche). In corsa anche Lino Di Donato (centrodestra), Roberto Barbato (civica), Gennaro Burriello (Potere al Popolo) e Gianluca Pipolo (civiche).

Casavatore: sfida tra ex sindaci

A Casavatore la sfida è tra Vito Marino (appoggiato da cinque civiche), Fabrizio Celaj (Pd e civiche) e Mauro Muto (Fratelli d’Italia). Marino e Muto hanno entrambi già guidato il Comune in passato.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

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Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

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