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Economia

L’Ue alla fase due su Ita-Lufthansa, verdetto a giugno

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Nessun lieto fine, almeno fino a primavera inoltrata. Per conoscere il verdetto sulla saga antitrust Ita-Lufthansa i tempi si allungano ancora. Le risposte date finora su rotte e slot non sono sufficienti agli occhi di Bruxelles e per trovare la quadra serviranno i supplementari, con una valutazione più approfondita a garantire che le travagliate nozze destinate a cambiare gli equilibri dei cieli europei non intacchino la concorrenza.

Ma anche per scongiurare possibili ricorsi delle rivali, Air France e Ryanair in testa, da mesi sul piede di guerra. Un rinvio atteso già da settimane a Roma e a Berlino. E che il governo accoglie riaffermando la volontà di proseguire “con determinazione nel percorso intrapreso” per rilanciare la newco. Con l’auspicio che l’agognato placet Ue possa alla fine arrivare in tempo per la redditizia stagione estiva, prima della nuova scadenza fissata il 6 giugno, proprio all’apertura delle urne per le Europee.

L’annuncio dell’avvio della fase due dell’istruttoria da parte della Commissione europea è arrivato con qualche giorno d’anticipo rispetto alla data segnata in rosso sul calendario del 29 gennaio. I motivi, sintetizzati dalla vicepresidente dell’esecutivo Ue, Margrethe Vestager, guardiana dell’antitrust, risiedono tutti nel fine ultimo di “garantire che l’acquisizione” del 41% di Ita da parte del colosso tedesco – attraverso un aumento di capitale di 325 milioni di euro e con l’opzione di acquisire le azioni rimanenti in un secondo momento – non crei pericolose situazioni di monopolio o duopolio sulle rotte “a corto e a lungo raggio”. E “non comporti un aumento dei prezzi, una minore disponibilità o una qualità inferiore dei servizi di trasporto aereo di passeggeri da e verso l’Italia”.

I lunghi mesi di confronto tra le parti che hanno preceduto la notifica arrivata a Bruxelles il 30 novembre scorso non sono insomma bastati per sviscerare e anticipare tutti i possibili ostacoli invisi al buon funzionamento del mercato interno. E nemmeno i rimedi offerti da Lufthansa l’8 gennaio sono riusciti a blindare l’accordo. Alla luce dei dati raccolti, i timori di Bruxelles sul corto raggio restano rivolti alle rotte che collegano l’Italia con l’Europa centrale. Dove le due compagnie “competono testa a testa con collegamenti non stop e una concorrenza solo limitata principalmente da vettori low cost, come Ryanair, che in molti casi operano da aeroporti più remoti”. Mentre per le distanze transoceaniche le perplessità della squadra di Vestager toccano le rotte tra Italia e Stati Uniti, Canada, Giappone e India, con Lufthansa che può contare anche sulla joint venture già formata con i partner di United Airlines e Air Canada. E poi resta il nodo dello scalo Milano-Linate, dove – è l’appunto di Bruxelles – il matrimonio italo-tedesco “potrebbe creare o rafforzare la posizione dominante” della newco sorta dalle ceneri di Alitalia e rendere così “più difficile” la vita per le rivali. Tutti rilievi che non pregiudicano il buon esito dell’indagine, ma confermano una strada ancora in salita.

Davanti alla quale i due vettori potrebbero essere costretti a sacrificare alcune rotte come Milano-New York. Il Tesoro e la compagnia guidata da Carsten Spohr non si tirano comunque indietro, riaffermando la loro “determinazione” ad arrivare al fatidico placet. L’accordo è solido e, nella visione di Berlino, con l’ingresso di Ita nel “sistema multi-hub” del gruppo l’effetto complessivo sulla concorrenza in Italia e in Europa sarà “positivo”. La speranza di entrambe le parti tuttavia è che l’istruttoria proceda verso “una rapida conclusione”. Per poter prendere il volo anche prima del 6 giugno. Un finale che sarà scritto nei prossimi 90 giorni lavorativi. Salvo altre due mini proroghe di altri 15 o 20 giorni previste dal regolamento comunitario.

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Economia

Il Tar conferma multa da 450mila euro per Google

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Google ha violato il divieto di pubblicità al gioco e alle scommesse e per questo il Tar del Lazio ha confermato la multa da 450mila euro comminata da Agcom per violazione del decreto Dignità. Con un’ordinanza il tribunale amministrativo regionale ha infatti respinto la domanda cautelare del colosso dell’internet. Al centro della questione dei video pubblicati sulla piattaforma Youtube (di proprietà di Google) “dal content creator Spike, che, come notificato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, violano il divieto di pubblicità a giochi e scommesse introdotto nel 2018”. Secondo i giudici “non sembra che la ricorrente abbia provato la sussistenza di elementi idonei ad escludere la propria colpa, essendosi limitata ad affermare che ‘nella specie, non è stata mai selezionata la casella della promozione a pagamento nei dettagli relativi ai Video Contestati’ e che la mancata selezione della suddetta casella le avrebbe impedito di ‘controllare a priori se il contenuto promosso violi o meno le policy di YouTube”.

Google aveva presentato una domanda per l’annullamento della delibera con cui l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni l’aveva sanzionata per la violazione del divieto di pubblicità al gioco in base al Decreto dignità. La decisione di Agcom risale al marzo scorso e nella delibera veniva spiegato che l’Authority tra luglio e settembre 2023 aveva condotto un’attività di vigilanza sulla pagina web del canale YouTube ‘Spike slot 2022’ dalla quale era emerso che il canale, creato “il 1° settembre 2022 con oltre 50.000 iscritti e 23.000.000 visualizzazioni”, ospitava “numerosi video (pari, rispettivamente in ciascuna delle tre giornate di accertamento, a 287, 325 e 330 video del content creator Spike) tutti con contenuti afferenti alla pubblicità di giochi con vincite in denaro”.

Alla luce della contestazione e della sanzione Google aveva evidenziato che “l’Autorità è priva di giurisdizione nei confronti di Google in relazione all’oggetto della contestazione” e che “il divieto di pubblicità italiano sarebbe inapplicabile nei suoi confronti”. In merito all’eccezione sollevata circa la presunta carenza di giurisdizione dell’Autorità in ragione dell’inapplicabilità del decreto Dignità, l’Agcom aveva obiettato che “il legislatore europeo ha ritenuto di non disciplinare a livello europeo la comunicazione commerciale afferente ai giochi con vincite in denaro ma di lasciare ciascuno Stato membro libero di inserire previsioni ad hoc”.

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Economia

Corte russa sequestra 463 milioni beni a Unicredit Russia

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Una Corte di San Pietroburgo ha posto sotto sequestro conti e proprietà di Unicredit in Russia per un valore di quasi 463 milioni di euro. La decisione è stata presa su istanza della Ruskhimalyans, un’impresa per la produzione di gas liquido partecipata di Gazprom, nell’ambito di un contenzioso. Lo riferiscono le agenzie russe. La misura riguarda Unicredit Russia e Unicredit Ag, la banca tedesca del gruppo che controlla la filiale russa.

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Economia

Inflazione rivista al ribasso, frena carrello della spesa

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L’Istat rivede al ribasso le stime sull’inflazione ad aprile: i prezzi, secondo i dati definitivi, sono cresciuti dello 0,8% (era +0,9% nelle stime preliminari) tornando ai livelli di aumento di gennaio e febbraio dopo l’accelerazione di marzo (+1,2%). Intanto la Bce avverte che le condizioni della stabilità finanziaria dell’area euro sono migliorate con il calo dei rischi di recessione, ma che le prospettive “restano fragili a causa dell’elevata incertezza politica e geopolitica a livello globale che lascia i mercati esposti a possibili sorprese negative”.

E inevitabilmente i conti pubblici ‘sono più vulnerabili’, soprattutto sul fronte dei “debiti più elevati” rispetto a prima della pandemia. Il lieve rallentamento del tasso d’inflazione, secondo l’Istat, si deve soprattutto all’ampliarsi su base tendenziale della flessione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da -10,3% a -13,9%) e alla decelerazione dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +4,5% a +2,7%), ma anche dei beni alimentari. L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,6% per l’indice generale e a +1,6% per la componente di fondo. Rallenta anche il cosiddetto carrello della spesa (quello composto dai beni alimentari, per la cura della casa e della persona) con i prezzi che da +2,6% tendenziale di marzo registrano un +2,3% ad aprile.

Quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto invece accelerano (da +2,5% di marzo a +2,6%). Se si guarda ai prezzi al consumo per divisione di spesa è il comparto dei servizi ricettivi e di ristorazione a segnare ad aprile l’aumento tendenziale maggiore (+4,4%) seguito dalle bevande alcoliche e tabacchi (+2,7%). I prezzi degli alimentari e delle bevande analcoliche crescono comunque tre volte più della media con un +2,4%. Per abitazione, acqua, elettricità e combustibili c’è il calo più consistente con un -9% dei prezzi tendenziale, anche grazie all’arretramento dell’energia mentre le comunicazioni registrano un calo tendenziale del 5,7%.

Il rallentamento dell’inflazione è stato accolto con soddisfazione dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che sottolinea come il tasso sia il più basso tra i grandi Paesi Ue a fronte del “più alto tasso di crescita”. “Questo ci deve incoraggiare – ha detto – ad andare avanti su questa strada come sistema Paese”. E se la Confesercenti sottolinea che stiamo andando verso una “normalizzazione” dei prezzi i consumatori sottolineano che il dato è legato al fatto che la Pasqua quest’anno è caduta a marzo e quindi aprile si è confrontato con un mese nel quale possono esserci fiammate dei prezzi soprattutto sugli alimentari e sui servizi turistici.

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