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Lo spettacolo della distribuzione del vaccino Pfizer-BioNtech, la recita imperiale inglese e il risentimento russo

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Feci casualmente il viaggio di ritorno da Cagliari a Milano con un mio amico che non vedevo da tempo. Faceva base a Londra, come si dice nelle biografie cosmopolite, nelle quali non ha più grande senso dove sei nato, ma conta il posto dove stai, il luogo che ti fa essere quello che sei. Commentammo dunque gli esiti della Brexit, del giorno prima, davanti a una mappa che illustrava territorialmente l’andamento del voto: molto significativa, per raccontarci chi aveva vinto e chi aveva perso, in questa partita. Dissi: ma in quale ginepraio procedurale vanno a cacciarsi, almeno, lo sanno? Lo sanno come uscire dall’UE seguendo le vie legali? Il mio amico rispose che no, che nessuno si era posta la questione. Brexit restava fondamentalmente una sfuriata di pancia spacciata per politica. Del resto, aggiunse, questi hanno la guida a sinistra….

 

Tutto ciò per dire che se volevano il botto, i britannici, l’hanno avuto: la MHRA, l’agenzia regolatrice del farmaco inglese -tutti i Paesi dell’UE ne hanno una- ha dato la propria autorizzazione alla messa in circolazione del vaccino della Pfizer-BioNtech la cui somministrazione può dunque iniziare nel Regno Unito. Voglio dire p.r.i.m.a. che si esprima l’EMA, l’ente regolatorio dell’Unione Europea, che ha annunciato un suo giudizio entro il 29/12. 

Ma di là dal botto, volevano e vogliono qualcos’altro, gli inglesi? Dimostrare forse che loro sanno fare “senza” l’Europa? Fanno, anzi, a meno dell’Europa come dopotutto il pancismo della Brexit autorizza, pur in assenza di un quadro legale? Già, perché l’adozione di un farmaco, fino a quando la Gran Bretagna non sarà formalmente e definitivamente fuori dall’UE, deve essere autorizzata dall’UE. Anche in Gran Bretagna. Ma come possono loro che hanno la guida a sinistra, loro che hanno fatto la Brexit manco fosse la Rivoluzione d’Ottobre, attendere il placet dell’EMA, un’istituzione che da Londra si è spostata ad Amsterdam (causa Brexit, appunto)?

E del resto, la dice lunga la dichiarazione twittata dal ministro per lo Sviluppo economico Alok Sharma, che relega il bollettino della vittoria di Armando Diaz al rango di un esercizio di dilettanti. Sentite: “Il Regno Unito è stato il primo paese al mondo a firmare un accordo con Pfizer e saremo i primi a distribuire il vaccino. … Negli anni a venire ricorderemo questo momento come il giorno in cui il Regno Unito ha condotto l’umanità contro questa malattia”.

Il Regno Unito, che si è distinto per la più incoerente gestione della pandemia nel Vecchio Continente, in grado di rivaleggiare con grandi campioni come J. Bolsonaro e D. Trump, il Regno Unito, dico, che guida l’intero genere umano contro il Covid-19! Solo perché, eventualmente, sarà il primo ad utilizzare il vaccino di una casa farmaceutica americana e di una società tedesca messa su da una giovane coppia di immigrati turchi di seconda generazione! 

Il vecchio lupo del Cremlino, Vladimir Putin, dal suo canto, ha subito fiutato l’affare comunicativo e ha detto altolà: niente primato britannico, qualunque cosa questa espressione possa significare. Anche noi siamo pronti con il nostro vaccino Sputnik V e cominceremo a somministrarlo a medici e insegnanti la settimana prossima.

Che lo spettacolo cominci, dunque……

Angelo Turco, africanista, è uno studioso di teoria ed epistemologia della Geografia, professore emerito all’Università IULM di Milano, dove è stato Preside di Facoltà, Prorettore vicario e Presidente della Fondazione IULM.

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Trump: Zelensky vuole un accordo e rinuncerebbe alla Crimea. Putin smetta di sparare e firmi

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Volodymyr Zelensky è “più calmo” e “vuole un accordo”. È quanto ha riferito Donald Trump, secondo quanto riportato dai media americani, dopo il loro incontro avvenuto nella suggestiva cornice di San Pietro, a margine dei funerali di papa Francesco.

Un incontro positivo e nuove prospettive

Trump ha descritto l’incontro con il presidente ucraino come «andato bene», sottolineando che Zelensky sta «facendo un buon lavoro» e che «vuole un accordo». Secondo il tycoon, il leader ucraino avrebbe ribadito la richiesta di ulteriori armi per difendersi dall’aggressione russa, anche se Trump ha commentato con tono scettico: «Lo dice da tre anni. Vedremo cosa succede».

La questione della Crimea

Tra i temi toccati nel colloquio, anche quello della Crimea. Alla domanda se Zelensky sarebbe disposto a cedere la Crimea nell’ambito di un eventuale accordo di pace, Trump ha risposto: «Penso di sì». Secondo il presidente americano, «la Crimea è stata ceduta anni fa, senza un colpo di arma da fuoco sparato. Chiedete a Obama». Una posizione che conferma il suo approccio pragmatico alla questione ucraina.

L’appello a Putin: “Smetta di sparare”

Trump ha ribadito di essere «molto deluso» dalla Russia e ha lanciato un nuovo appello al presidente Vladimir Putin: «Deve smettere di sparare, sedersi e firmare un accordo». Il tycoon ha anche rinnovato la convinzione che, se fosse stato lui presidente, la guerra tra Mosca e Kiev «non sarebbe mai iniziata».

Un contesto suggestivo

Riferendosi all’incontro tenutosi a San Pietro, Trump ha aggiunto: «È l’ufficio più bello che abbia mai visto. È stata una scena molto bella». Un commento che sottolinea anche la forza simbolica del luogo dove i due leader si sono parlati, all’ombra della basilica vaticana.

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Media, due giornalisti italiani espulsi dal Marocco

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Due giornalisti italiani sarebbero stati espulsi ieri sera dalle autorità marocchine con l’accusa di aver cercato di entrare illegalmente nella città di Laayoune (El Aaiun). Lo rivela il quotidiano marocchino online Hespress. Matteo Garavoglia, 34 anni, giornalista freelance originario di Biella e collaboratore del ‘Manifesto’, e il fotografo Giovanni Colmoni, avrebbero tentato di entrare nella città marocchina meridionale al confine con la regione contesa del Sahara Occidentale “senza l’autorizzazione richiesta dalla polizia”.

I due erano a bordo di un’auto privata e, secondo quanto riporta il quotidiano marocchino, sarebbero stati fermati dagli agenti che hanno interpretato il tentativo di ingresso come un “atto provocatorio, in violazione delle leggi del Paese che regolano gli ingressi dei visitatori stranieri”. Sempre secondo l’Hespress, i due reporter avrebbero cercato di “sfruttare il fatto di essere giornalisti per promuovere programmi separatisti. Per questo sono stati fermati e successivamente accompagnati in auto nella città di Agadir”. Non era la prima volta che i due tentavano di entrare a Laayoune, secondo il quotidiano, ma sempre “nel disprezzo per le procedure legali del Marocco”.

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Mosca: abbattuti 115 droni ucraini, un morto a Bryansk

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Mosca afferma che di aver abbattuto stanotte 115 droni ucraini sul territorio russo e che un civile è rimasto ucciso in uno degli attacchi effettuati dai velivoli senza pilota delle forze di Kiev, quello sulla città occidentale di Bryansk.

Secondo un comunicato del Ministero della Difesa di Mosca citato dall’agenzia di stampa russa Tass i droni ucraini sono stati intercettati sulle regioni di Bryansk (102), Kursk (due) e Belgorod (uno), sulla Crimea (nove) e sul Mar Nero (uno). Il governatore del Bryansk, Alexander Bogomaz, ha scritto su Telegram che “il regime di Kiev ha compiuto un altro atto terroristico questa notte” sul capoluogo di regione uccidendo “un civile” e ferendo “una donna”. L’attacco ha danneggiato anche alcune infrastrutture civili, ha aggiunto Bogomaz.

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