La curva epidemica risale in una settimana. Lo scorso 7 dicembre l’aumento giornaliero dei positivi era stato di 13.720, ieri il bollettino ha registrato un numero vicino a 20 mila: 19.903 nuovi casi, con soli 6.023 tamponi in più rispetto al giorno precedente (in tutto 196.439).
Torna a salire anche il tasso di positività, fermo per due giorni al 9,9% e poi tornato ieri ad un valore sopra il dieci: 10,1% per l’ esattezza. I morti sono troppi. Ben 649 in 24 ore. L’Italia raggiunge il drammatico record di vittime in tutta Europa, sono 64.036 dall’inizio dell’ epidemia. Superata anche la Gran Bretagna che guidava la terribile classifica della mortalità.
L’Italia ora è la nazione europea che ha la più alta percentuale di letalità dell’infezione. Record in un giorno in Veneto dove i positivi sono 5.098 in più e i morti 110. Da gialla la regione, che è inspiegabilmente in zona gialla, diventerà arancione? Si vedrà.

“Non vanifichiamo i sacrifici fatti”, ha chiesto il ministro Roberto Speranza; in sostanza se non scende “significativamente” il numero di nuovi casi giornalieri non possiamo sperare di controllare l’infezione.
I positivi attuali sono 684.848, 5.475 in meno rispetto al giorno prima, i guariti nelle ultime 24 ore sono tanti per fortuna, 24.728, che portano il totale a 1.076.891. Questa la situazione negli ospedali: 496 ricoverati in meno nei reparti Covid ordinari, 66 in meno sono i pazienti in terapia intensiva. Al 9 dicembre l’incidenza su 7 giorni è di 193 per 100 mila abitanti, ha spiegato Brusaferro, “un numero molto alto con differenze tra regioni, ma questo è un numero ancora lontano, ribadisco, dalla nostra possibilità di muoverci dalla mitigazione al contenimento”. Rezza ha aggiunto il dato di incidenza su 14 giorni, che è di 454,70 per 100mila abitanti. “Non vogliamo drammatizzare – ha detto – ma è una cifra troppo elevata. Per gli spostamenti internazionali durante l’estate si era posta la soglia di 50 per 100 mila, soglia al di sopra della quale l’ incidenza era considerata alta”.