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Spettacoli

Ligabue, la festa di Campovolo approda alla Reggia di Caserta

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L’appuntamento è per sabato 6 settembre 2025 alla Reggia di Caserta. La grande festa di Campovolo di Ligabue approda in Campania, in un luogo iconico e ricco di storia. I biglietti saranno in vendita dalle 11.00 di mercoledì 4 dicembre. Il 21 giugno alla RCF Arena di Reggio Emilia Luciano Ligabue tornerà sul palco di Campovolo, a 20 anni dalla prima volta e sabato 6 settembre 2025 “La notte di certe notti” continuerà anche alla Reggia di Caserta. Due eventi imperdibili di Ligabue del 2025, per festeggiare insieme ai fan i 30 anni di “Certe notti” e dell’album “Buon compleanno Elvis”, che nel 1995 hanno segnato uno dei momenti più importanti della sua carriera.

Una grande festa in uno luogo apprezzato in tutto il mondo che per due giorni ospiterà un vero e proprio Ligavillage: la famosa Ligastreet che accoglierà i fan presenti il 21 giugno alla RCF Arena di Reggio Emilia, infatti, si trasformerà per l’evento di Caserta nel Ligavillage e verrà posizionato nei cortili interni della Reggia e nell’area circostante. Il villaggio aprirà alle 12.00 di venerdì 5 settembre e, come per Reggio Emilia, sarà diviso in diverse aree tematiche che permetteranno al pubblico di entrare nel mondo di Ligabue godendo di una serie di attività: dalla mostra fotografica ai memorabilia, passando per il merchandising dedicato ed esclusivo, dai punti ristorazione all’area cinema, dal campeggio all’area sportiva, un’area kids e molto altro. Il tutto sarà svolto con un’attenzione particolare al sociale e alla sostenibilità grazie a un’area che ospiterà organizzazioni attive nel settore, con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sui temi ambientali, della tutela dei diritti umani, della salute, della parità di genere e della diversità ed inclusione.

Il concept e i contenuti dell’area sociale e sostenibile saranno sviluppati in partnership con Ontier, studio legale leader nel campo della sostenibilità applicata al mondo dello spettacolo. Come per l’evento del 21 giugno, anche il titolo di ingresso per il concerto alla Reggia di Caserta sarà rappresentato dall’esclusivo braccialetto abilitato RFID, questa volta di colore blu, che a partire dal 1° aprile 2025 arriverà direttamente a casa di tutti coloro che acquistano il biglietto, senza alcun costo di spedizione, grazie al supporto e la collaborazione di TicketOne. La confezione esclusiva conterrà un braccialetto abilitato RFID che vale come titolo di ingresso e che garantisce la sicurezza e la facilità di accesso all’evento.

Per attivarlo basterà inquadrare il QRcode contenuto nella confezione. Il braccialetto dialoga con la WebApp ideata per soddisfare le esigenze dei fan in termini di informazioni e interazione prima, durante e dopo gli eventi. Sviluppata in collaborazione con Accenture Song, la piattaforma offrirà infatti tutte le informazioni necessarie per vivere al meglio l’esperienza, dalle indicazioni per raggiungere gli eventi ai dettagli sulla Ligastreet (Reggio Emilia), il Ligavillage (Caserta) e le attrazioni pre-concerto. Oltre ad essere il titolo d’ingresso, grazie alla tecnologia RFID sviluppata in partnership con HID, il braccialetto servirà anche per gestire le prenotazioni delle attività collaterali e per i pagamenti di food, beverage e merchandising esclusivo. Al termine degli eventi sarà possibile chiedere il rimborso dei soldi caricati e non utilizzati. Situata in uno spazio adiacente alla Reggia di Caserta, ci sarà l’area campeggio. L’accesso all’area campeggio sarà riservato solo ai possessori di titolo di accesso valido per “La notte di Certe Notti”. Le prenotazioni saranno attive, tramite app, a partire dal 1° aprile 2025.

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Cinema

Cristina Comencini: il cinema delle donne è una nuova ricchezza. Io dalla parte delle donne sempre

Cristina Comencini racconta al Corriere della Sera il successo de “Il treno dei bambini”, la sua visione sul cinema delle donne, la politica e il suo nuovo amore.

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Cristina Comencini (le foto sono di Imagoeconomica), con il suo ultimo film “Il treno dei bambini” tratto dal romanzo di Viola Ardone e disponibile su Netflix, ha raggiunto quasi trenta milioni di visualizzazioni. «Mi sembra incredibile», racconta, «ma credo che il tema profondo del dopoguerra, del trauma che la guerra lascia sui sentimenti, abbia colpito il pubblico di tutto il mondo».

Il cinema tra piattaforme e sale

«Portare la gente in sala è bellissimo, ma difficile. Le piattaforme e il cinema possono coesistere. L’importante è, come diceva mio padre Luigi Comencini, mantenere sempre la massima verità e bellezza in quello che si crea», afferma Cristina, riflettendo sulla trasformazione del mondo cinematografico.

Il successo e la nuova generazione di registe

Comencini riconosce l’importanza del successo ma non lo vive come un punto di arrivo: «È un mestiere da montagne russe». È felice dell’affermazione di tante donne nel cinema italiano, come Paola Cortellesi, sottolineando: «Il cinema si è finalmente aperto alle storie delle donne, arricchendosi di nuove prospettive».

Il rapporto con la famiglia e il film di Francesca Comencini

Cristina racconta il forte legame con le sorelle e commenta il film di Francesca Comencini su loro padre Luigi: «Una scelta giusta. Ognuno vive un padre a modo suo». Nessuna gelosia, ma un affetto profondo che ha sempre unito la famiglia.

CRISTINA COMENCINI REGISTA

Politica, femminismo e il ruolo di Giorgia Meloni

Comencini ribadisce la sua radice di sinistra e il suo impegno per il femminismo: «Il sostegno reciproco tra donne non deve mai venir meno». Sul premier Giorgia Meloni, pur nella distanza politica, riconosce: «Per la sua parte politica sta facendo bene».

I cambiamenti nell’estetica e il coraggio delle attrici

Parlando di Giovanna Mezzogiorno, Cristina denuncia il problema della discriminazione estetica nel cinema: «Finalmente si inizia a dare meno peso all’apparenza e più al talento».

La maternità precoce e l’amore ritrovato

Diventata madre a 18 anni, Cristina confida di non aver rimpianti: «Mi ha dato la ricchezza di tutto ciò che ho scritto». Oggi vive una nuova fase felice della sua vita con il documentarista francese François Caillat, tra Roma e Parigi.

Il futuro: un nuovo romanzo in arrivo

Cristina annuncia anche il suo prossimo romanzo, “L’epoca felice”, che uscirà a ottobre per Feltrinelli: «Parlerà dell’adolescenza e della capacità della vita di sorprenderci anche quando meno ce lo aspettiamo».

 

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Spettacoli

Gwyneth Paltrow è stanca della dieta, ‘ora mangio pane e pasta’

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Gwyneth Paltrow ha affermato di essere tornata a mangiare cibi che in precedenza aveva eliminato dalla sua rigidissima dieta, tra cui pane, pasta e formaggio. Lo riporta la Bbc. L’attrice premio Oscar, diventata negli anni una guru del salutismo ha seguito e promosso diversi regimi alimentari negli anni. “Ho seguito per un certo periodo una dieta macrobiotica ferrea e così sono diventata ossessionata da un’alimentazione molto, molto sana”, ha detto nell’ultima puntata del suo podcast spiegando di essersi dedicata al “benessere e al cibo” a causa del cancro alla gola che ha ucciso il padre. Poi lei e il secondo marito, Brad Falchuk, hanno iniziato a seguire la dieta paleo, basata sul principio che ci si debba nutrire “come i nostri antenati”. Di recente però, Paltrow ha ricominciato a mangiare “pane a lievitazione naturale e un po’ di formaggio e un po’ di pasta”.

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Musica

Rocco Hunt, il ragazzo di giù diventa grande: “Ho 30 anni e ancora la rabbia del Sud”

Esce l’album Ragazzo di giù: tra neomelodico, rap e introspezione, la maturità artistica di un figlio del Sud.

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A 30 anni, Rocco Hunt ha già alle spalle 15 anni di carriera, una vittoria a Sanremo, hit estive, strofe militanti e un’identità artistica sempre più nitida. Ma oggi, con il nuovo album Ragazzo di giù, in uscita venerdì, Rocco — per molti ancora affettuosamente “Rocchino” — completa un percorso che lo conferma maturo, consapevole e profondamente legato alle sue radici.

“Sono fortunato, canto chi non lo è stato”

Il brano che dà il titolo al disco è un manifesto identitario.
“Io sono il ragazzo di giù fortunato”, spiega Rocco, “quelli che canto sono stati meno fortunati, magari non hanno dovuto lasciare casa, ma hanno pagato altri prezzi”. La nostalgia per la sua terra non è solo geografica, è memoria viva di un mondo che spesso si perde tra le distanze culturali.

Tra disagio e riscatto: “A Nord si perdono i valori”

“Oggi Napoli fa figo, ma vivere al Nord è diverso”, dice. Il successo, per lui, ha un prezzo. “Contano i numeri, non i valori”, afferma, parlando anche del figlio Giovanni, 8 anni, cresciuto tra Milano e Napoli: “Ha un accento diverso, ma deve sapere da dove viene, imparare l’inglese e la cazzimma partenopea”.

Il dialetto come identità: “È mamma, papà e biberòn”

Per Rocco il dialetto non è solo stile, ma lingua del cuore:
“È la strada dove sei cresciuto, la voce dei tuoi nonni, il suono dell’anima”. E anche se ha girato l’Italia e il mondo, resta anima di Scampia, del Sud e dei suoi contrasti.

Il rap, il neomelò, e il coraggio delle parole

Ragazzo di giù è un album eterogeneo, che passa da Gigi D’Alessio a Massimo Pericolo, da Irama a Baby Gang, mischiando il rap con la melodia napoletana e l’attualità più bruciante. In Demone santo, per esempio, denuncia con rabbia il crollo del ballatoio della Vela di Scampia:
“Quelle creature sono vittime dello Stato. A che serve il tricolore sulle bare bianche, se Cristo in quelle case non ci entra?”

Sanremo, De Filippo e il mare della costiera

Nel disco anche introspezione e memoria, con brani come ‘A notte, ispirato a Eduardo De Filippo, e Domani chissà, dove Rocco rievoca lo scugnizzo che si tuffava a bomba nel mare della costiera. E non manca un pensiero al futuro:
“Vorrei un secondo figlio”, dice, ma con il timore delle malattie, dei sacrifici, della fragilità.

Il tour: dal Molise a Milano, passando per la Reggia

Il tour estivo partirà il 20 giugno da Campobasso, con gran finale l’11 settembre alla Reggia di Caserta e il 6 ottobre all’Unipol Forum di Milano.
“Senza le mie radici non sarei quello che sono”, conclude Rocco.
E quando gli chiedono se oggi è ancora “‘nu juorno buono”, risponde senza esitazioni:
“Sì. Ma è sempre più difficile non vedere le nuvole all’orizzonte”.

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