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Cronache

Legato e torturato per 12 ore, arrestati due minorenni

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Quando ha raccontato quello che aveva dovuto subire per dodici interminabili ore, per gli investigatori non è stato facile non paragonare la sua storia a quelle raccontate da Anthony Burgess nel romanzo ‘Arancia meccanica’, diventato poi una celebre pellicola di Stanley Kubrick. Ma quello che ha stupito di più i carabinieri di Rivoli, una cittadina alle porte di Torino e all’ingresso della Val di Susa, è stato il fatto che i presunti torturatori di un 56enne fossero due ragazzi di soli 15 e 16 anni, che da tempo avevano preso di mira l’uomo, fino a sequestrarlo per due giorni e una notte in una stalla adiacente alla cascina diroccata in cui vive.

Sono ora accusati, dalla procura dei minori del capoluogo piemontese, di sequestro di persona con scopo di estorsione e lesioni gravi. Hanno entrambi alle spalle alcune denunce per piccoli reati, ma non farebbero parte di baby gang. I carabinieri li hanno fermati martedì, grazie alla telefonata di un’impiegata di banca, insospettita dal volto pieno di lividi dell’uomo che, impaurito, si era presentato allo sportello per chiedere di ritirare parte dei suoi risparmi. Cinquemila euro: questo il prezzo del riscatto che i minori avevano chiesto all’uomo affinché quell’incubo terminasse.

“Non ti libereremo finché non ci darai i soldi”, gli avrebbero detto. Tutto aveva avuto inizio quando i due erano entrati nel casolare, nelle campagne vicino alla strada provinciale 186 tra Rivoli e Rosta, in cui il 56enne vive da solo. I ragazzi abitano non molto lontano da quell’edificio che cade a pezzi. L’uomo era stato già vittima di un’aggressione da parte dei due minori a dicembre e aveva paura ogni volta che li incontrava. “Sappiamo che hai dei soldi, devi darci tutto”.

Sarebbe iniziato così il loro piano criminale. L’hanno portato dentro alla piccola stalla. Lo hanno picchiato a turno, con calci e pugni. Gli hanno fracassato una mandibola. Botte per un intero giorno. Poi la mattina seguente sono tornati e hanno ricominciato con le minacce, ma soprattutto con le torture. Infine hanno il 56enne legato mani e piedi con una corda, lasciandolo un’intera notte al freddo. Martedì pomeriggio sono ritornati, lo hanno slegato, l’hanno vestito e lo hanno accompagnato in banca, al centro di Rivoli. “Preleva i cinquemila euro, ti aspettiamo fuori”, è stata la loro ultima minaccia.

A questo punto è stato decisivo l’intuito dell’impiegata che conosceva il cliente e che lo ha salvato dai suoi aguzzini. Il comportamento dell’uomo era insolito, la donna lo ha visto agitato mentre chiedeva di ritirare una grossa somma di denaro. Infine c’erano quelle ferite al volto che l’hanno convinta a telefonare al 112. I due ragazzini sono stati fermati in strada, all’esterno dell’istituto di credito, mentre il 56enne è stato accompagnato all’ospedale dove è stato ricoverato. La prognosi è di 25 giorni. Il 15enne e il 16enne ora si trovano al centro di prima accoglienza di Torino, in attesa dell’udienza di convalida. Durante il primo interrogatorio hanno fatto alcune ammissioni. “Si tratta di un fatto molto brutto e il reato di cui sono accusati è molto grave”, ha commentato la procuratrice dei minori Emma Avezzù.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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