Non solo il concordato non ha funzionato, ma serve subito una nuova rottamazione delle cartelle, che rappresenti un intervento “definitivo” di “tranquillità fiscale”. La Lega insiste e, schierati tutti gli esperti economici del partito e lo stesso Matteo Salvini, presenta la sua proposta per consentire a chi “non ha potuto pagare” di mettersi a posto col fisco in 10 anni, e pagando solo il dovuto, senza sanzioni e interessi e aggio. Un blitz che già si era tentato diverse volte, quello di riproporre la rottamazione (sarebbe la quinta), ma che era stato respinto, da ultimo con il decreto Milleproroghe, per mancanza di risorse. Le stesse che andrebbero trovate, mette in guarda il viceministro Maurizio Leo, anche per mettere in campo l’ennesima definizione agevolata. Una strada che certo Fdi non sbarra ma su cui si è mossa sempre con cautela, almeno negli anni di governo.
“Non siamo mai stati contrari, e se è d’accordo il ministro dell’Economia nella sua massima figura, cioè Giancarlo Giorgetti, nessuno di noi si opporrà”, assicura il meloniano Marco Osnato, responsabile economico di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Finanze di Montecitorio. Giorgetti “ha sempre frenato” mentre “noi lo chiediamo da un anno”, puntualizzano da Forza Italia, mentre Salvini garantisce, a domanda specifica, di averne parlato con l’inquilino di via XX Settembre che la vedrebbe “nella stessa maniera”. Lui però, che nelle stesse ore è a inaugurare l’anno di studi della Scuola di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, non fa accenno alla questione mentre rivendica i buoni risultati pur in un contesto “sfavorevole”, grazie a “stabilità politica” e “prudenza nelle scelte di finanza pubblica”.
Fra i punti che saranno da chiarire saranno proprio le coperture necessarie, se effettivamente sarà messa presto in calendario la proposta salviniana, depositata anche al Senato a prima firma del capogruppo Massimiliano Romeo, come ha annunciato il presidente della commissione Finanze Massimo Garavaglia. Il testo, di due soli articoli, al momento non ne fa cenno. Ma i leghisti contano in una ampia adesione, “potrebbe interessare almeno 10 milioni di italiani” sui 22 milioni con pendenze fiscali, si sbilancia Salvini, auspicando che tutta la maggioranza faccia “quadrato” su una proposta che, ricorda Armando Siri, “fa parte del programma di governo”. L’obiettivo, dichiarato ma non specificatamente finalizzato nella proposta di legge, sarebbe quello di raccogliere i fondi necessari per “aiutare il ceto medio”, tagliando l’Irpef.
Un intento che certo è condiviso nella maggioranza , e che in effetti si sperava di poter perseguire anche con gli incassi del concordato biennale ideato da Leo, che a oggi però ha portato circa un miliardo in mezzo. Il meccanismo, affondano i leghisti, “ha dato scarsi risultati” ed è “sicuramente da rivedere, bisogna fare una seria riflessione”, dice ancora Gusmeroli, ricordando un altro strumento caro al partito di via Bellerio che ancora non ha trovato spazio, quello della “flat tax incrementale”, che già era stata in realtà sperimentata in piccolo sui dipendenti nella prima manovra del governo del centrodestra. Due scuole di pensiero. Completamente diverse.