La Procura di Roma ha aperto un fascicolo conoscitivo in merito alla vicenda della laurea conseguita dalla ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone presso l’Università Link Campus. L’iniziativa arriva a seguito di un esposto presentato dal professor Saverio Regasto, docente di Diritto pubblico all’Università di Brescia, che ha sollevato una serie di questioni di trasparenza e regolarità legate al percorso accademico della ministra. La vicenda è stata portata all’attenzione del pubblico dal quotidiano il Fatto di Marco travaglio.
Un fascicolo senza indagati né reati ipotizzati
Il procedimento, al momento contro ignoti e privo di ipotesi di reato, è stato avviato in via conoscitiva. Si tratta quindi di un atto preliminare, volto ad acquisire elementi che possano chiarire se vi siano profili rilevanti dal punto di vista penale. Secondo l’esposto, la richiesta alla magistratura è di verificare eventuali anomalie nel conseguimento dei titoli accademici ottenuti nel 2012 e nel 2016, durante un periodo in cui l’ateneo privato era già al centro di altre indagini per “lauree facili”.
I punti sollevati: esami rapidi, docenze e ruoli familiari
Tra gli aspetti indicati dal professore e già oggetto di attenzione da parte della stampa, vi sono diversi elementi di dubbio: il primo titolo conseguito all’estero quando la Link Campus era ancora affiliata a Malta; la possibile incompatibilità tra il ruolo di docente e quello di studente presso lo stesso ateneo; verbali d’esame ritenuti irregolari da ex rettori e docenti; e soprattutto i cosiddetti “turbo-esami”, sostenuti anche in due sessioni al giorno, compresi i fine settimana.
La replica della ministra: «Vicenda chiusa per me»
In una nota pubblica, la ministra Calderone ha espresso soddisfazione per la natura conoscitiva del fascicolo, sottolineando che «la determinazione del procuratore sancisce l’inesistenza di ogni ipotesi di reato» e annunciando azioni legali per diffamazione nei confronti di chi alimenta, a suo dire, «malevoli illazioni». Tuttavia, il percorso giudiziario sembra appena avviato, e l’eventuale affidamento di una delega investigativa sarà il prossimo passaggio.
Le richieste in Parlamento e il silenzio dell’Università
Il caso ha avuto anche risvolti istituzionali. Durante un question time richiesto dalle opposizioni, la ministra non ha fornito chiarimenti specifici sulle questioni sollevate. Da qui, l’iniziativa di rivolgersi alla ministra dell’Università Anna Maria Bernini, a cui è stata chiesta un’informativa urgente: finora, però, nessuna risposta è pervenuta.
Questione di trasparenza e fiducia pubblica
Al di là della dimensione penale, che sarà eventualmente accertata dagli organi competenti, la vicenda solleva interrogativi sul piano dell’etica pubblica e della trasparenza istituzionale, soprattutto alla luce del ruolo ricoperto dalla ministra. La verifica di quanto accaduto alla Link Campus potrebbe costituire un banco di prova importante non solo per la giustizia, ma anche per la credibilità del sistema accademico e delle istituzioni.