Da stuntman e controfigura in produzioni di successo come “Mare Fuori” e “Romulus”, alle aule del Tribunale di Roma. Lorenzo Rotatori, 37 anni, è imputato con l’accusa di stalking e violenza sessuale nei confronti di una donna con cui aveva avuto una relazione. Tuttavia, come sancito dalla legge italiana, l’imputato è da considerarsi innocente fino a sentenza definitiva, principio cardine della giustizia garantista.
Le accuse e la denuncia della vittima
Secondo il capo di imputazione, l’uomo avrebbe sviluppato un atteggiamento ossessivo nei confronti della donna, controllandone ogni movimento, leggendo i suoi messaggi e imponendole di eliminare alcuni contatti dai social media e dal telefono. La donna avrebbe denunciato un perdurante stato di ansia e paura, culminato in una serie di presunte aggressioni fisiche e minacce.
Tra gli episodi contestati, vi sarebbero momenti di gelosia sfociati in presunte violenze: uno in particolare sarebbe avvenuto sul posto di lavoro della vittima, dopo che un collega le aveva dato un buffetto sulla guancia. L’episodio avrebbe scatenato una reazione rabbiosa da parte di Rotatori, che avrebbe minacciato il collega e, successivamente, avrebbe afferrato la donna per il collo, sollevandola e sbattendola contro il muro, arrivando a scaraventarla sul letto e rompere una scrivania con un calcio.
Le testimonianze e il racconto della difesa
Al processo, il collega della vittima ha confermato la sua versione, sostenendo di averle dato un gesto affettuoso innocente e di essere stato immediatamente rimproverato dall’imputato. Anche un’amica della donna ha riferito in aula il presunto atteggiamento ossessivo di Rotatori, raccontando come la vittima fosse costantemente controllata e costretta a seguire regole imposte dall’uomo.
Uno degli episodi più gravi contestati riguarda una presunta violenza sessuale sotto minaccia di un coltello a serramanico, con cui l’imputato avrebbe costretto la vittima ad avere un rapporto. Dopo aver deciso di troncare la relazione e bloccare ogni contatto, la donna avrebbe ricevuto minacce non solo dirette a lei, ma anche ai suoi familiari e amici. Tra queste, un messaggio rivolto al padre della vittima con scritto “squarto l’infame”.
Il ruolo della giustizia e il principio di presunzione di innocenza
Nonostante il quadro accusatorio sia particolarmente grave, in Italia ogni persona ha diritto a un giusto processo e alla presunzione di innocenza fino a condanna definitiva. La difesa dell’imputato, infatti, ha ribadito che le accuse dovranno essere provate in aula, e che spetterà al collegio giudicante stabilire la verità dei fatti.
Il caso di Lorenzo Rotatori rappresenta un ulteriore banco di prova per la giustizia, chiamata a garantire tutela e protezione alla presunta vittima, senza però dimenticare il diritto alla difesa dell’imputato e il principio per cui nessuno può essere considerato colpevole prima di una condanna definitiva.