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Cronache

L’assessore alla Cultura del comune di Napoli? Ha messo d’accordo tutti: è una che divide!

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Nel rimpasto dell’esecutivo cittadino a Napoli, tra le altre nomine (4 nuovi assessori) ce n’è una che definire divisiva e controversa è quasi un eufemismo. Anche alla luce di quanto sta accadendo a 48 ore di distanza dalla ufficializzazione della scelta del sindaco Luigi de Magistris di nominare Eleonora De Majo assessore alla cultura ed alla cooperazione internazionale al posto di Nino Daniele. In città c’è chi non ha gradito la defenestrazione di Nino Daniele per la De Majo (scrittori, giuristi, attori, registi, direttori di musei e tanti altri intellettuali) e ci sono tantissimi che non gradiscono che il comune di Napoli sia rappresentato in un assessorato strategico come quello della Cultura da Eleonora De Majo. Sembra la stessa cosa, ma non lo è. Perchè ritenere Nino Daniele un eccellente assessore è un fatto, ritenere inadeguata al ruolo la signora De Majo è altro. Perchè la nomina di De Majo ha creato così tante polemiche, divisioni e fratture anche molto profonde in città? Il primo ad insorgere rispetto a questa nomina è stato Giuseppe Crimaldi, presidente nazionale della Federazione Italia-Israele.

“Mi chiedo, ma immagino se lo chieda ogni persona di buon senso, come sia possibile attribuire, assieme alle deleghe alla Cultura e al Turismo, anche quella ai “Rapporti internazionali” del Comune di Napoli – terza citta’ d’Italia e Medaglia d’Oro al Valor Militare per l’insurrezione contro il nazifascismo – ad una persona che continua a definire il governo israeliano “un manipolo di assassini”; la dottoressa e neo-assessore Eleonora De Majo si è anche distinta per aver definito un intero popolo (quello israeliano) “porci accecati dall’odio, negazionisti e traditori finanche della vostra stessa tragedia” scrive in una nota Crimaldi.  Che giudica, quindi, “incredibile, inopportuno e per quel che ci riguarda anche intollerabile che la ‘politica estera’ di Palazzo San Giacomo possa essere rappresentata da chi ha dato e continua a dare dimostrazione di non avere un minimo di equilibrio politico e istituzionale”.

Ma chi è la nuova assessora alla Cultura del Comune di Napoli? Trentuno anni, laurea in Filosofia, animatrice dei centri sociali, si è spesso distinta in città per le sue posizioni radicali. La consigliera comunale di Dema, eletta con i voti dei centri sociali, è donna dai modi spicci, poco diplomatica, anche nel linguaggio non gira mai intorno alle questioni, spesso ci entra dentro anche con violenza verbale. soprattutto quando individua come bersagli suoi avversari politici. “‘Te la diamo noi una lezione bastardo” rivolgendosi a Matteo Salvini, leader leghista in arrivo a Napoli per un comizio in una giornata che diventò di battaglia campale per i disordini, gli scontri tra polizia e manifestanti. Oggi Salvini ha gioco facile a dire a de Magistris che l’antisemitismo è un problema serio per la sinistra a Napoli. Perchè? Basta leggere quanto scrive la Comunità ebraica di Napoli che ha espresso “il proprio sconcerto e preoccupazione” per la nomina della donna dei centri sociali. Perchè? Ma perchè la “De Majo – si legge nella nota – aveva affermato che il “sionismo e’ nazismo”, paragonato l’allora premier israeliano Netanyahu a Hitler, definito il governo israeliano “un manipolo di assassini” e gli israeliani “porci, accecati dall’odio, negazionisti e traditori finanche della vostra stessa tragedia”, riducendo il numero degli ebrei assassinati nella Shoa’ a 4 milioni”. “Giudizi tanto superficiali – conclude la Comunità di Napoli – quanto offensivi per quegli ebrei che sono stati testimoni del più grande progetto di genocidio mai concepito”.

Ma lei che cosa risponde a queste bordate che le arrivano? “Essere radicalmente critici verso l’apartheid che lo Stato di Israele pratica nei confronti del popolo Palestinese – spiega – non ha nulla a che fare con l’antisemitismo. Nello specifico questa, che periodicamente mi riguarda, è una polemica strumentale e fuori luogo che si riferisce al commento ad una dichiarazione in cui Netanyahu, nel lontano ottobre 2015, dichiarò all’assemblea delle Nazioni Unite che ‘Hitler non voleva sterminare gli ebrei ma solo espellerli’, dichiarazione che poi fu costretto a ritrattare. Intanto piuttosto che rispondere ad una polemica di quattro anni fa, vorrei mettermi a lavorare per la mia città a testa bassa e pancia a terra”. E che cosa sceglie di fare pubblicamente per rispondere alla valanga di polemiche, critiche? Si fa un selfie con il cantante Enzo Avitabile e lo pubblica sui suoi social con una scritta, come al solito lapidaria: “Bando alle ciance… qui siamo già a lavoro per la città…”. E vabbè, buon lavoro.

 

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Cronache

La Chiesa alla ricerca di un pacificatore: si apre il pre-Conclave

Nel pre-Conclave dopo la morte di Papa Francesco, i cardinali cercano un candidato pacificatore per superare le divisioni interne. Il nuovo Papa dovrà unire e guidare una Chiesa divisa.

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C’è un cartello immaginario, ma chiarissimo, all’ingresso delle Congregazioni pre-Conclave e della Cappella Sistina: «Cercasi un pacificatore». Dopo la grande partecipazione popolare ai funerali di Papa Francesco, la Chiesa si ritrova ora a dover voltare pagina, raccogliendo l’eredità di Jorge Mario Bergoglio e affrontando divisioni dottrinali e geopolitiche mai sopite.

Il bisogno di superare le contrapposizioni

Tra le fila dei cardinali c’è consapevolezza che riproporre schemi vecchi, come il conflitto tra “bergogliani” e “ratzingeriani”, sarebbe miope. Il nuovo Conclave si svolgerà in un contesto mondiale mutato, segnato dalle tensioni internazionali e dalla crisi dello schema pacifista di Francesco dopo la guerra in Ucraina. Il rischio è che ogni divisione interna colpisca ora direttamente il Collegio cardinalizio, senza più la figura del Papa a fungere da parafulmine.

Verso un candidato di compromesso

I 133 cardinali chiamati al voto, riuniti nelle Congregazioni generali, sembrano ormai consapevoli che difficilmente emergerà un candidato “forte” espressione di una sola corrente. Per evitare uno scontro estenuante, sarà necessario convergere su una figura di equilibrio, capace di pacificare e non di dividere ulteriormente. Anche la vicenda del cardinale Giovanni Angelo Becciu, condannato in primo grado ma il cui diritto al voto non è ancora chiarito, rappresenta un’ulteriore incognita.

L’immagine simbolo della riconciliazione

Emblematica è stata ieri, dentro la Basilica di San Pietro, l’immagine di Donald Trump e Volodymyr Zelensky che hanno parlato seduti uno di fronte all’altro. Un gesto di distensione tra due protagonisti di scontri aspri. Segno che, forse, anche nella Chiesa si può sperare in un Conclave capace di indicare al mondo una strada di unità e di riconciliazione. Papa Francesco, tanto amato quanto criticato, con la sua morte sembra aver lasciato non solo un’eredità da gestire, ma anche una lezione di pace.

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Napoli omaggia Papa Francesco: murale, statua e una piazza a suo nome

Napoli rende omaggio a Papa Francesco con un murale a Largo Maradona, una statua dello scultore Domenico Sepe e la proposta di intitolare uno slargo a Capodimonte. Un legame profondo tra il Papa argentino e la città partenopea.

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Da Sud a Sud. Napoli si mobilita per onorare la memoria di Papa Francesco, il “Papa del Sud del mondo”, con una serie di iniziative che uniscono istituzioni, artisti e cittadini in un abbraccio simbolico alla figura del pontefice argentino. Una celebrazione che sottolinea il legame speciale tra la città partenopea e il Papa venuto dalla fine del mondo.

Il murale a Largo Maradona: Francesco e Maradona uniti in un abbraccio

Nel cuore dei Quartieri Spagnoli, a Largo Maradona, sta per nascere un murale che ritrae Papa Francesco e Diego Armando Maradona abbracciati, ispirato a una celebre fotografia. L’iniziativa è promossa da La Bodega de Dios, associazione che cura il sito simbolo del culto popolare dedicato al Pibe de Oro.
A realizzare l’opera sarà lo street artist argentino Juan Pablo Gimenez, già autore di numerosi ritratti di Diego. «Sarà un omaggio al Papa argentino nella città di Maradona – racconta Gimenez –. Conto di completarlo entro due settimane». Un segno tangibile dell’unione tra il sacro e il profano, tra la fede e la passione popolare che animano Napoli.

Una statua in bronzo per raccontare la speranza

Anche l’arte scultorea si mobilita. L’artista Domenico Sepe sta lavorando a una statua a grandezza naturale dedicata a Papa Francesco. «Sarà un’opera in bronzo che racconterà il tema della speranza – spiega Sepe –. Mi piacerebbe che fosse ospitata nel Duomo di Napoli o in un’altra chiesa cittadina». La scultura, nata da un’idea personale dell’artista, sarà completata subito dopo l’estate e rappresenterà un ulteriore ponte tra Napoli e il suo Papa.

In consiglio comunale la proposta di intitolare uno slargo

Anche il Consiglio comunale di Napoli si muove per rendere omaggio a Bergoglio. È pronta infatti una proposta per intitolare a Papa Francesco lo slargo davanti alla Basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio a Capodimonte, nota anche come la “piccola San Pietro” per la sua somiglianza con la basilica vaticana.
Il documento, firmato dal consigliere Gennaro Demetrio Paipais del gruppo “Manfredi sindaco”, impegna il sindaco e la giunta ad avviare subito l’iter per la deroga alla norma che richiederebbe dieci anni dalla scomparsa per un’intitolazione. «Il rapporto tra Papa Francesco e Napoli è stato profondo e ricco di significati», si legge nella proposta, che potrebbe essere votata già nelle prossime ore con il consenso unanime dell’assemblea.

Un legame profondo tra Napoli e Papa Francesco

Le due visite pastorali di Francesco a Napoli hanno lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva, soprattutto tra i più fragili. Ora, in una città dove il sacro e il popolare si intrecciano senza confini, l’omaggio al Papa argentino assume un significato ancora più intenso, rendendo visibile la gratitudine di Napoli a chi ha incarnato la speranza dei popoli del Sud.

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Funerali di Papa Francesco: online le foto ufficiali della Polizia di Stato scattate da Massimo Sestini a bordo di un elicottero

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Sono disponibili da oggi, sul sito ufficiale poliziadistato.it, le straordinarie fotografie realizzate in occasione delle esequie di Papa Francesco. Gli scatti portano la firma di Massimo Sestini, fotoreporter di fama internazionale, incaricato dalla Polizia di Stato di documentare uno degli eventi più solenni e seguiti al mondo.

Le immagini sono state realizzate a bordo di un elicottero del 1º Reparto Volo della Polizia di Stato, impegnato nei servizi di sicurezza durante la cerimonia. Da una prospettiva aerea unica, Sestini ha catturato il raccoglimento e l’imponenza di Piazza San Pietro gremita di fedeli e delegazioni internazionali, offrendo uno sguardo emozionante e potente sull’ultimo saluto al Pontefice.

(Funerali di Papa Francesco, tutte le foto contenute in questo articolo sono di MassimoSestini per la PoliziadiStato)

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