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Cronache

Lasciano neonato in auto per fare shopping, denunciati

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 Sono stati denunciati per abbandono di minore i genitori di un bambino di un anno, trovato dai carabinieri nell’abitacolo di un’auto nel parcheggio del centro commerciale ‘The style Outlet’ a Castel Guelfo, nel Bolognese. A chiamare il 112 è stato, nella tarda mattinata di domenica, un cittadino che si era preoccupato vedendo il piccolo da solo all’interno della vettura. I militari sono rapidamente intervenuti per soccorrere il bimbo, accertando che il veicolo era aperto, con il motore acceso e l’aria condizionata in funzione. Poco dopo sono arrivati i genitori che, trovando il figlio in braccio a un carabiniere, hanno spiegato di essersi allontanati per pochi minuti con gli altri tre figli e di aver lasciato il quarto nell’auto perché stava dormendo.

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Cronache

Il Papa a Venezia: l’incontro con le detenute della Giudecca e il bagno di folla in piazza San Marco

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Francesco in motoscafo con i canti che arrivano dai moli e l’alzaremi dei gondolieri. Venezia oggi ha abbracciato il Papa per la sua visita breve, circa 5 ore, ma densa. Dalle detenute della Giudecca per le quali chiede “dignità” agli artisti della Biennale, dai giovani riuniti per lui alla Salute, fino al bagno di folla in piazza San Marco dove oltre 10mila persone hanno partecipato alla messa. Venezia è abituata ai Pontefici: in tanti l’hanno visitata e diversi sono stati i Papi che hanno governato la diocesi lagunare (che per tradizione si chiama Patriarcato), prima di arrivare al soglio di Pietro, come Giovanni XXIII e Giovanni Paolo I. Ma la visita di Francesco, attesa da anni, è accolta con un grande entusiasmo.

E lui ricambia l’affetto parlando delle bellezze di questa città unica al mondo, “splendida ma fragile”, bisognosa di cure, perché “senza la cura e la salvaguardia di questo scenario naturale potrebbe perfino cessare di esistere”, è l’accorata considerazione del Papa. “Se oggi guardiamo a questa città di Venezia, ammiriamo la sua incantevole bellezza, ma siamo anche preoccupati per le tante problematiche che la minacciano: i cambiamenti climatici, che hanno un impatto sulle acque della Laguna e sul territorio; la fragilità delle costruzioni, dei beni culturali, ma anche quella delle persone; la difficoltà di creare un ambiente che sia a misura d’uomo attraverso un’adeguata gestione del turismo; e inoltre tutto ciò che queste realtà rischiano di generare in termini di relazioni sociali sfilacciate, di individualismo e solitudine”, ha detto il Papa nell’omelia della messa a Piazza San Marco.

E allora “Venezia, che da sempre è luogo di incontro e di scambio culturale, è chiamata ad essere segno di bellezza accessibile a tutti, a partire dagli ultimi, segno di fraternità e di cura per la nostra casa comune. Venezia che fa fratelli”. Il Papa ha cominciato al mattino presto con la visita alla Giudecca. Qui c’è il padiglione della Santa Sede della Biennale. Ma qui soprattutto ci sono donne che non trattengono le lacrime. E Francesco, alla presenza del ministro della Giustizia Carlo Nordio, elenca le criticità del vivere in carcere: “E’ una realtà dura, e problemi come il sovraffollamento, la carenza di strutture e di risorse, gli episodi di violenza, vi generano tanta sofferenza”. L’appello alle istituzioni è dunque a “non togliere la dignità a nessuno”.

“Oggi tutti usciremo più ricchi da questo cortile. Forse quello che uscirà più ricco sarò io”, ha detto alle detenute. Poi l’incontro con gli artisti nel quale ha evocato l’immagine biblica della ‘città rifugio’ che “disobbedisce al regime di violenza e discriminazione”. L’arte può “liberare il mondo da antinomie insensate e ormai svuotate, ma che cercano di prendere il sopravvento nel razzismo, nella xenofobia, nella disuguaglianza, nello squilibrio ecologico e dell’aporofobia, questo terribile neologismo che significa ‘fobia dei poveri'”.

Poi ancora l’omaggio alle donne artiste, tra le quali cita Frida Khalo. Infine i ragazzi, che alla Salute lo accolgono tra cori e canti. Li mette in guardia dai social e lancia un invito: “Alzati e vai”. “Avete pensato che cosa è un giovane tutta la vita seduto su un divano?”, “ci sono divani che ci prendono e non ci lasciano alzare”. Lo sguardo dunque a Dio che ama e non ci considera “un profilo digitale”. Il cellulare? Può anche essere “utile per comunicare ma state attenti quando il cellulare impedisce di incontrare le persone”. “Un abbraccio, un bacio, una stretta di mano, le persone” è quello che alla fine davvero conta. Infine l’invito ad essere “rivoluzionari” e andare “controcorrente”, facendo le cose con gratuità e non rincorrendo sempre l’utile come insegna il mondo. “Remate con costanza per andare lontani”. Proprio come si fa a Venezia.

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Cronache

Travolto e ucciso da un’auto pirata

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Sono in corso le indagini dei carabinieri per risalire al conducente dell’auto pirata che questa notte ha travolto e ucciso un uomo di 57 anni a Carpaneto, in provincia di Piacenza. L’uomo, come spiega il quotidiano online Il Piacenza, è stato trovato riverso a terra in fin di vita poco prima di mezzanotte da un passante, a pochi metri dalla sua abitazione. Trasportato di urgenza all’ospedale di Piacenza è morto nel corso della notte a causa dei traumi. Stanno indagando i carabinieri che sono intervenuti.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due persone, lo scorso novembre, si sarebbero avvicinate nel corso della notte a Roma all’auto di Andrea Giambruno, l’ex compagno della premier Giorgia Meloni, ma sono stati fermati da un agente che era di sorveglianza all’esterno della abitazione della presidente del Consiglio. Lo scrive il quotidiano ‘Domani’ secondo il quale i due avrebbe riferito al poliziotto di essere ‘colleghi’, mostrando anche un tesserino prima di risalire a bordo della loro auto ed andare via senza essere identificati. Della vicenda, sostiene il quotidiano, è stata informata la Digos e la scala gerarchica fino al capo della Polizia Vittorio Pisani e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Dalle indagini svolte sarebbe emerso in un primo momento che i due uomini, che avevano con loro una torcia, erano due agenti dell’Aisi, l’Agenzia dei servizi segreti interna, e in particolare della scorta di Meloni. Del fatto, sempre in base a quanto riferisce il quotidiano, sarebbe stata informata anche al Procura della Capitale. Dall’indagine dei servizi, alcuni mesi dopo, si sarebbe però arrivati ad una altra conclusione: i due uomini che quella notte si sarebbero avvicinati all’auto di Giambruno sarebbero stati in realtà due ricettatori forse interessati a quanto c’era di valore in quella macchina e non agenti intenti a piazzare cimici o altro.

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