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Cultura

L’archivio Alinari al MAV ci racconta il Vesuvio dalla nascita della fotografia al 1944

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E’ presente in tutte le cartoline che rappresentano Napoli e le città ai suoi piedi, è l’ispiratore del fatalismo di chi vivendo nelle sue vicinanze ne è intriso dalla nascita. Non è mai stato identificato in modo anche amichevole, ma sempre rispettoso,  con soprannomi come si fa con i suoi i suoi fratelli, ‘a Muntagna   e Iddu, no, lui ha il suo nome e con quello vuole essere chiamato: il Vesuvio, ‘o Vesuvio. Giacomo Leopardi lo appella Sterminator Vesevo e il grande poeta, alle sue pendici, ci visse, lo conosceva e ben aveva inteso la sua potenza, la sentiva sotto i suoi piedi durante le passeggiate intorno a Villa le Ginestre dove scrisse molte delle sue più belle liriche. Il Vulcano Vesuvio non ha uguali e non ha uguali neanche ciò che da sempre si è sviluppato intorno ad esso, case, abitazioni, città, paesi, comunità, luoghi sacri e profani, villaggi costruiti in fretta e poi abbandonati, popolazioni intere, terrorizzate dal potenziale di questo Vulcano, ma affascinati al punto tale di voler sempre di più viverci sotto, di fianco, ai piedi, continuando all’infinito in questa forma fatalista del vivere l’oggi, del vivere adesso, perché il domani non lo si decide noi, ma lo decide lui, ‘o Vesuvio. “Il formidabil monte”, e divenuta una mostra fotografica che si può visitare al Museo MAV di Ercolano. Fotografie attinte dall’enorme patrimonio dell’Archivio Alinari, l’esposizione è uno straordinario documento visivo che ripercorre fino al 1944 partendo quasi dalla nascita della fotografia le tappe fondamentali di questa meraviglia della natura incastonata e dominante un altrettanto meraviglioso golfo. Due sezioni: Il Vesuvio – tra fotografia del Grand Tour e sperimentazione e poi la seconda, Eruzioni. La prima,   esplora per sintesi il panorama culturale di un’epoca, l’elaborazione di modelli iconografici in un periodo di grande interesse e richiesta di fotografie come souvenir di viaggio. Eruzioni, invece, ci racconta l’altra faccia del Vesuvio, quella minacciosa e distruttiva, con gli effetti devastanti della sua collera su cose e persone, attraverso un tipo di fotografia che, sempre più alla portata di tutti, si pone obiettivi di racconto, di documentazione di fatti e di emozioni.  La mostra, a cura di Rita Scartoni e Vittorio Ragone, è prodotta dalla Fondazione Cives/Mav di Ercolano con la Fondazione Alinari per la fotografia e in collaborazione con la web-rivista Foglieviaggi, con il contributo della Regione Campania e il supporto di Scabec. Ha inaugurato il 3 Dicembre al Museo Archeologico Virtuale di Ercolano e  sarà aperto, secondo le disposizioni, il mercoledì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica dalle ore 10 alle ore 16.00. 58 Opere provenienti dallo storico e rinomato Archivio Alinari, da poco acquisito dalla Regione Toscana che ci raccontano un Vesuvio già meta di viaggi, studi e forza naturale.  “Raccontare il Vesuvio è forse il modo migliore per unire memoria e futuro. – ha affermato Luigi Vicinanza, Presidente della Fondazione CIVES/MAV di Ercolano – Il destino di una città, di una comunità si fonda anche sulle suggestioni. Questa mostra me ne fa immaginare una che potrebbe intestarsi il nome di “Vesuvio valley”. La nostra California. Cultura umanistica e innovazione tecnologica fuse insieme per creare nuovi saperi e per trasformare l’area metropolitana in un luogo di ricerca avanzata, con la speranza e l’ambizione di sanare grossi divari. Nonostante gli effetti devastanti provocati dalla pandemia di Covid 19, la produzione culturale partenopea sta attraversando un momento particolarmente felice. Il successo dei film e delle fiction ci fanno sognare Napoliwood. Ma è forse solo l’aspetto più evidente dello stato di grazia di una ri-nascente industria del sapere.  La contaminazione tra intelligenza artificiale e intelligenza umana in chiave napoletana è in grado di accompagnarci nella rivoluzione digitale con spiccata originalità. La Regione Campania, grazie al suo presidente Vincenzo De Luca, ha investito nel programma di digitalizzazione dei beni culturali. È un impegno forse unico in Italia. La Fondazione CIVES e il MAV di Ercolano sono dentro questo percorso di costruzione di nuovi linguaggi; il Museo archeologico virtuale è oggi tra le strutture espositive più innovative nel panorama nazionale. Dove la tecnologia ha un volto umano. E dove si sviluppano continue forme di collaborazione con altre istituzioni culturali, in questo caso con la prestigiosa Fondazione Alinari. Il futuro del passato. All’ombra di quel Vesuvio dove tutto ha avuto inizio.” La mostra è anche un bellissimo viaggio tra una piccolissima, ma significativa parte del maestoso  Archivio Alinari, composto da oltre 5 milioni di negativi, lastre e dagherrotipi di cui ancora appena 250.000 digitalizzati. Tutto nato da   quando nel 1852 i Fratelli Alinari aprirono il loro laboratorio fotografico a Firenze, allora capitale del Granducato di Toscana, ma non avrebbero certo immaginato che, a distanza di quasi 170 anni, sotto il loro nome si sarebbe raccolta la memoria visiva di un Paese, allora ancora in via di costituzione.  Il loro contributo alla formazione della nostra cultura visuale, al nostro modo di guardare ancora oggi il paesaggio e l’arte italiani è stato importantissimo. Così come l’opera di diffusione al di fuori dell’Italia del nostro patrimonio culturale, non solo attraverso la vendita di soggetti a turisti e studiosi stranieri in visita alle nostre città ma anche tramite una strutturata rete di agenti e corrispondenti all’estero. Nel catalogo generale di vendita dello Stabilimento Alinari degli anni 1873-1887, la Campania e le città vesuviane compaiono con un considerevole numero di soggetti, incrementati ampiamente sotto la guida di Vittorio Alinari a partire dalla fine dell’Ottocento  (con un servizio fotografico alla sommità del Vesuvio proposto nel catalogo del 1907, completamente dedicato alla Campania o napoletano)  e ancora con campagne fotografiche sul sito archeologico di Pompei negli anni trenta del Novecento .  Nel secolo scorso sono poi confluiti in Alinari gli archivi di altri importanti fotografi attivi a Napoli come Chauffourier e Brogi (quest’ultimo con una produzione particolarmente ampia di soggetti campani, corrispondenti, alla fine dell’Ottocento, a quasi il 30 % dell’intero catalogo generale) ai quali si sono via via aggiunte collezioni fotografiche, le opere di atelier che contribuirono ad animare il clima culturale di Napoli come quelli di Robert Rive, Alphonse Bernoud, Giorgio Sommer, o album di fotografi amatoriali, spesso anonimi, che hanno documentato le eruzioni e i loro effetti devastanti su cose e persone, arrivando fino all’ultima eruzione del 1944. Un caso di particolare interesse è poi offerto dall’archivio Giorgio Roster, fotografo scienziato fiorentino che applicò la fotografia a vari campi di indagine scientifica. Gli Alinari nel corso della loro imponente e strutturata attività di riprese, affidata con la gestione di Vittorio ad una qualificata schiera di operatori, hanno dato un’interpretazione professionale altissima del mezzo fotografico, intendendolo sempre come strumento per diffondere e far conoscere soggetti e contenuti che, replicabili, potevano viaggiare il mondo e attraverso strade impreviste servire a sostanziare studi, ricordi, storie, genesi creative. A questa ‘regola aurea’ ci siamo ispirati nel tratteggiare il racconto sul Formidabil monte. Chiude la mostra uno scatto aereo del fotogiornalista Massimo Sestini realizzato nel 2016. Durante l’inaugurazione Marcello Colasurdo insieme a chitarra e tammorra ha intonato vari canti tradizionali dedicati al Vesuvio

 

Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse, Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES. Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli. Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli. Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International. Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.

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Cultura

Consulta: niente automatismo sulla sospensione dei genitori, decide il giudice

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Stop all’automatismo che impone la sospensione della responsabilità genitoriale per i genitori condannati per maltrattamenti in famiglia. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n. 55 del 2025, dichiarando illegittimo l’articolo 34, secondo comma, del Codice penale nella parte in cui non consente al giudice di valutare in concreto l’interesse del minore.

Una norma rigida che non tutela sempre i figli

L’automatismo previsto dalla norma, secondo cui alla condanna per maltrattamenti in famiglia (articolo 572 c.p.) segue obbligatoriamente la sospensione della responsabilità genitoriale per il doppio della pena, è stato giudicato irragionevole e incostituzionale. Secondo la Consulta, la previsione esclude qualsiasi valutazione caso per caso e impedisce al giudice di verificare se la sospensione sia effettivamente nell’interesse del minore, come invece richiedono gli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione.

Il caso sollevato dal Tribunale di Siena

A sollevare la questione è stato il Tribunale di Siena, che aveva riconosciuto la responsabilità penale di due genitori per maltrattamenti nei confronti dei figli minori, ma riteneva inadeguato applicare in automatico la sospensione della responsabilità genitoriale. Il giudice toscano ha evidenziato la possibilità concreta che, in presenza di una riconciliazione familiare e di un miglioramento del contesto domestico, la sospensione potesse arrecare un danno ulteriore ai minori.

Il principio: al centro l’interesse del minore

La Corte ha ribadito che la tutela dell’interesse del minore non può essere affidata a presunzioni assolute, bensì deve derivare da una valutazione specifica del contesto familiare e della reale efficacia protettiva della misura. Il giudice penale deve dunque essere libero di stabilire, caso per caso, se la sospensione della responsabilità genitoriale sia davvero la scelta più idonea alla protezione del figlio.

La continuità con la giurisprudenza

La decisione si inserisce nel solco della sentenza n. 102 del 2020, con cui la Consulta aveva già bocciato l’automatismo previsto per i genitori condannati per sottrazione internazionale di minore. In entrambi i casi, si riafferma il principio secondo cui le misure che incidono sulla genitorialità devono essere coerenti con i valori costituzionali e orientate alla tutela concreta del minore.

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Cultura

Addio a Mario Vargas Llosa, Nobel per la Letteratura: è morto a Lima a 89 anni

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Il mondo della cultura piange la scomparsa di Mario Vargas Llosa (foto in evidenza di Imagoeconomica), uno dei più grandi romanzieri del Novecento e premio Nobel per la Letteratura nel 2010. Lo scrittore peruviano si è spento oggi, domenica, a Lima all’età di 89 anni, circondato dalla sua famiglia, come ha comunicato suo figlio Álvaro attraverso un messaggio pubblicato sul suo account ufficiale di X.

«Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace».

Una vita tra letteratura e impegno

Nato ad Arequipa il 28 marzo del 1936, Vargas Llosa è stato tra i più influenti autori della narrativa ispanoamericana contemporanea. Oltre ai riconoscimenti letterari internazionali, ha vissuto una vita profondamente segnata anche dall’impegno civile e politico.

Con la sua scrittura tagliente e lucida, ha raccontato le contraddizioni della società peruviana e latinoamericana, esplorando con coraggio e passione temi di potere, ingiustizia e libertà.

I capolavori che hanno segnato la sua carriera

Autore di romanzi fondamentali come “La città e i cani” (1963), durissima denuncia del sistema militare peruviano, e “La casa verde” (1966), Vargas Llosa ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura del Novecento. La sua vasta produzione comprende anche saggi, articoli e testi teatrali.

Un addio in forma privata

Come reso noto dalla famiglia, i funerali saranno celebrati in forma privata e, nel rispetto della volontà dell’autore, le sue spoglie saranno cremate. Un addio sobrio, coerente con la riservatezza che ha spesso contraddistinto l’uomo dietro lo scrittore.

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Cultura

La Campania conquista il mondiale di fisica per studenti: cinque eccellenze campane rappresenteranno l’Italia all’IYPT 2025

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Cinque giovani talenti campani delle scuole superiori rappresenteranno l’Italia all’International Young Physicists’ Tournament (IYPT) 2025, la più prestigiosa competizione mondiale di fisica per studenti delle scuole superiori, che si svolgerà dal 29 giugno al 6 luglio a Lund, in Svezia.

Dopo una severa selezione nazionale, articolata in prove pratiche e orali, sono stati scelti cinque studenti, tutti provenienti da istituti superiori della Campania: il Liceo Mercalli di Napoli e il Liceo Buchner di Ischia. Una vittoria che premia la qualità della formazione scientifica nelle scuole del Sud e conferma il livello di eccellenza raggiunto dalla regione in campo scientifico.

Tra i protagonisti Pierluigi Trani, talento di Ischia

Tra i cinque campioni c’è Pierluigi Trani, studente del terzo anno del Liceo Scientifico Buchner di Ischia, attualmente a Salonicco, in Grecia, per partecipare a un torneo amichevole di preparazione con altri cinque Paesi del sud Europa. Trani si è classificato tra i primi quattro nella fase provinciale dei Campionati di Fisica 2025 a Napoli, risultando l’unico studente ischitano tra i primi dieci. Inoltre, si è distinto a livello nazionale arrivando terzo alle Olimpiadi di Statistica nella sua fascia d’età.

Il giovane fisico non ha intenzione di fermarsi qui: dopo l’esperienza mondiale in Svezia, proseguirà i suoi studi in un prestigioso college londinese, pronto ad accoglierlo per coltivare il suo brillante futuro accademico.

Un team guidato da due docenti campani

A guidare la squadra italiana saranno Gianmarco Sasso e Raffaele Campanile, entrambi docenti del Liceo Buchner di Ischia. I due insegnanti hanno seguito tutte le fasi della selezione e accompagnano i ragazzi nella preparazione per la competizione internazionale. L’IYPT è un torneo con una lunga storia: esiste da 38 anni, ma l’Italia partecipa ufficialmente solo dal 2024, grazie al sostegno dell’associazione “Scienza e Scuola”, con sede nel Meridione. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ancora non riconosce formalmente la competizione, ma l’entusiasmo e la determinazione di studenti e docenti colmano ogni lacuna istituzionale.

La fisica come passione e riscatto territoriale

L’affermazione della Campania all’IYPT è un segnale forte: il talento scientifico non conosce confini geografici, e può emergere anche in territori spesso penalizzati da scarse risorse e riconoscimenti. I cinque ragazzi selezionati, con il sostegno dei loro docenti e di una rete associativa motivata, porteranno in alto il nome dell’Italia e del Sud Europa, confrontandosi con delegazioni di ben 39 nazioni.

Dal cuore del Sud, un segnale di speranza, competenza e futuro.

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