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La famiglia Piscitelli diserta i funerali, rimandato l’addio a Diabolik

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L’avevano annunciato ieri e cosi’ e’ stato. I familiari di Fabrizio Piscitelli, l’ex capo ultras degli Irriducibili della Lazio ucciso nei giorni scorsi a Roma, hanno disertato il funerale in forma privata fissato stamattina all’alba dalla questura al cimitero Flaminio, facendo cosi’ saltare la funzione. I parenti si sono recati nella notte nella camera mortuaria del policlinico Tor Vergata per vedere la salma, ma poi all’arrivo delle forze dell’ordine sono andati via senza firmare l’autorizzazione al trasporto. Continua cosi’ il braccio di ferro sui funerali dell’ultras noto come Diabolik ucciso da un colpo di pistola una settimana fa in un parco di Roma. I familiari starebbero valutando in queste ore tempi e modalita’ per un nuovo ricorso dopo il no di ieri del Tar all’istanza che chiedeva la sospensione dell’ordinanza del questore che vieta i funerali in forma pubblica per “motivi di ordine e sicurezza”. La famiglia va avanti con la sua ‘battaglia’ per garantire a Piscitelli un “funerale degno”, come ha piu’ volte sottolineato in questi giorni. E non e’ escluso che nei prossimi giorni possa essere organizzata una messa in suffragio di Piscitelli in una chiesa vicina a via Amulio dove si trova la sede degli Irriducibili. Un modo per radunare i tanti tifosi e amici che vogliono tributare una saluto e un omaggio pubblico all’ultras biancoceleste. ha scritto nella notte su Facebook la figlia Ginevra. <‘Con tutte le cautele atte ad assicurare la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini.'(?) – ha sottolineato nel post – Tuttavia la Questura continua a non saper dare una spiegazione del perche’ abbiano deciso di prendere un provvedimento cosi’ estremo, applicato solo in particolarissimi casi>. Il dispositivo di sicurezza per la funzione a Prima Porta era scattato fin dalla notte. Massima l’attenzione non solo attorno all’area del cimitero e del policlinico Tor Vergata, ma anche altre zone della citta’ come nel quartiere Appio-Tuscolano dove si trova la sede degli Irriducibili e il parco degli Acquedotti dove il 53enne e’ stato ucciso con un colpo di pistola alla testa. Sotto la lente c’erano anche eventuali assembramenti spontanei di tifosi che si sarebbero potuti creare in concomitanza con il rito al cimitero Flaminio. E intanto le indagini vanno avanti per dare un volto al killer vestito da runner che ha premuto il grilletto avvicinando Piscitelli alle spalle mentre era seduto su una panchina. Al vaglio degli investigatori anche due pc che la vittima aveva in casa. Le indagini della Squadra mobile, coordinate dalla Dda di Roma, potrebbero subire un’accelerazione dopo l’analisi dei tabulati telefonici per ricostruire la rete di contatti di Diabolik e da cui potrebbero emergere dettagli sulla persona gli aveva dato appuntamento nel parco quella sera. Ascoltato piu’ volte dagli investigatori anche l’autista cubano che era seduto accanto a lui sulla panchina. Al momento la sua versione sembra che non abbia fornito elementi utili alle indagini.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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