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Juric vince alla prima, ma Roma contestata all’Olimpico

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Friedkin, dirigenza e giocatori: la protesta del tifo giallorosso colpisce tutti e nemmeno la prima Roma di Ivan Juric basta ad attenuare una contestazione la cui escalation è cominciata con la cacciata di Daniele De Rossi. Perché è vero che i giallorossi conquistano la prima vittoria del campionato grazie al 3-0 contro l’Udinese, ma questo non risparmia i calciatori dai fischi anche a fine gara, quando la squadra si affaccia verso la Curva. A rubare la scena della partita è infatti quello che succede sugli spalti Ecco allora che dopo 58 sold out consecutivi nell’era Friedkin, arriva la prima vera manifestazione di dissenso contro la proprietà americana e a scatenare tutto, come detto, è l’esonero di De Rossi.

All’Olimpico c’è il culmine di una settimana di tensioni e che ha portato alle dimissioni di questa mattina della Ceo giallorossa, Lina Souloukou, oltre che alle proteste dei tifosi contro calciatori e società. E se il pullman con la squadra ‘dribbla’ gli ultras giallorossi fuori dallo stadio, la contestazione all’interno dell’impianto è inevitabile. La Curva Sud, come annunciato nei giorni scorsi, resta fuori per la prima mezz’ora, scioperando dal tifo, ma chi nel frattempo entra, fischia, anche copiosamente, tutta la squadra. Si salvano solamente Pisilli, Dybala ed El Shaarawy, unici applauditi, ma non Juric, arrivato da nemmeno una settimana nella Capitale.

Alla lettura delle formazioni i più bersagliati sono stati il capitano, Lorenzo Pellegrini, e Bryan Cristante, accompagnati da fischi e insulti anche durante tutto il resto della partita a ogni pallone toccato. A poco l’atteggiamento aggressivo, le verticalizzazioni, la capacita’ di mettere alle corde un’Udinese capolista e rivelazione di questo scorcio di campionato, e neanche il gol di Dovbyk dell’1-0 – buona verticalizzazione, sinistro da limite sul palo opposto – segnato con la Sud fuori dallo stadio. Sprazzi di Juric, insomma, ma il clima resta di aperta protesta contro la società. “Non rispettate i nostri valori e le nostre bandiere. Da oggi torniamo alle vecchie maniere”, è lo striscione che occupa i seggiolini della Sud durante la contestazione della prima mezz’ora. In un Olimpico surreale, senza dirigenti e con i Friedkin gia’ negli Usa, a Juric non resta che difendersi da solo, rimanendo l’unico a metterci la faccia.

All’intervallo, forte del vantaggio, prova a spronare la squadra, fischiata al rientro negli spogliatoi. Prende sottobraccio un Pellegrini scuro in volto, poi un ‘buffetto’ a Pisilli e un abbraccio con Dovbyk che anche nel secondo tempo è decisivo facendo partire l’azione che porta al rigore del raddoppio di Dybala. Nel secondo tempo c’è anche il tris giallorosso con la prima rete romanista di Baldanzi, entrato un minuto prima per Pellegrini, fischiato anche al momento della sua uscita come Cristante che nel finale lascia spazio a Hermoso.

Annullata per fuorigioco, invece, la doppietta di Dovbyk – fuga e scavetto – per il poker giallorosso con Juric che si ‘accontenta’ del 3-0 finale. Da ricucire, però, c’è il rapporto con la tifoseria che nonostante il risultato al triplice fischio ha fatto sentire il suo malcontento. Ora la Roma è ‘costretta’ a giocare le prossime due partite sempre in casa: giovedì in Europa League contro l’Atletico Bilbao e domenica in campionato con il Venezia.

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Masters 1000 di Madrid, Matteo Arnaldi elimina Novak Djokovic: il mio idolo, è incredibile

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“Novak è il mio idolo, ero già contento di poterci giocare contro, perchè non era mai successo. Invece l’ho battuto è incredibile”. Così Matteo Arnaldi dopo aver eliminato Novak Djokovic al secondo turno del Masters 1000 di Madrid. “Per riuscirci ho dovuto giocare al mio meglio – ha continuato l’italiano n.44 al mondo -. Sapevo che lui non è in un gran momento di forma così ho cercato di portare avanti gli scambi e cercar di farlo sbagliare”. “Ovviamente ero molto teso all’inizio, quasi me la facevo sotto, anche perchè da quando avevo 9 o 10 anni ho cominciato a guardare le sue partite – ha ammesso Arnaldi, 24 anni – ma poi con l’andare avanti della partita mi sono calmato. Sono stato contento di prendere il break per primo, perchè sapevo che prima o poi me l’avrebbe fatto lui. E’ stato tutto perfetto”.

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A San Siro arriva la Roma, l’Inter cerca il riscatto

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Tornare subito a correre. È questo l’obiettivo dell’Inter di Simone Inzaghi che, dopo le sconfitte contro Bologna e Milan in Coppa Italia, vuole rialzarsi immediatamente per non perdere terreno nel testa a testa scudetto con il Napoli di Antonio Conte. L’ultima volta in cui i nerazzurri incapparono in due sconfitte consecutive, nell’annata 2022/23, servì del tempo alla squadra di Inzaghi per rialzarsi, visto che seguirono due pareggi prima di ritrovare la vittoria. Stavolta però, con il traguardo vicino e la concorrenza spietata, la risposta dovrà essere immediata. Domani a San Siro (si va verso il tutto esaurito), arriverà la Roma di Claudio Ranieri, a caccia di punti preziosi nella corsa per la Champions League.

Inzaghi prepara una mini-rivoluzione nella formazione rispetto al derby perso mercoledì: saranno infatti sette i cambi nell’undici titolare, anche a causa delle assenze per squalifica di Bastoni e Mkhitaryan, con il tecnico che si affiderà agli altri suoi titolarissimi per tornare subito a conquistare i tre punti. Nel consueto 3-5-2, l’Inter dovrebbe schierarsi con Sommer in porta, Pavard, Acerbi e Bisseck a comporre la linea difensiva; Darmian e Carlos Augusto agiranno sulle fasce, con Barella, Calhanoglu e Frattesi in mezzo al campo. In attacco, Lautaro Martinez sarà sicuro del posto, mentre al suo fianco è ballottaggio tra Arnautovic e Correa. Grande fiducia dunque in capitan Lautaro Martinez, vero punto di riferimento per Inzaghi in questa fase cruciale della stagione.

L’argentino infatti ha disputato da titolare 23 delle 27 partite ufficiali giocate dall’Inter nel solo 2025, saltandone due per infortunio e riposando solo in altre due occasioni restando in panchina per tutta la durata del match. E per il capitano interista sorridono le statistiche contro la Roma: nelle ultime sei sfide di Serie A contro i giallorossi, Lautaro ha partecipato a tre reti, con due gol e un assist, riscattando un inizio complicato nei precedenti incroci con la squadra capitolina. Inzaghi potrà inoltre contare su importanti rientri in panchina: Denzel Dumfries e Piotr Zielinski sono nuovamente a disposizione dopo i rispettivi problemi fisici. Più incerta invece la situazione di Marcus Thuram, visto che il francese continua il suo recupero e spera di tornare disponibile per la delicatissima semifinale di Champions League contro il Barcellona, in programma mercoledì prossimo al Montjuïc.

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Conte studia per un Napoli vincente in casa con Torino

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Testa tutta sul Torino, senza pensare all’Inter reduce da due sconfitte, senza farsi condizionare dal risultato che arriverà nel pomeriggio dal match dei nerazzurri contro la Roma. E’ linea che il tecnico Conte ha impartito al suo Napoli in questi giorni. L’aggancio ai nerazzurri in testa alla classifica è avvenuto lo scorso week end grazie a un Napoli, secondo dal 15 febbraio, che non ha mai mollato la presa. La vittoria a Monza coincide con la prima volta in cui il club azzurro è riuscito a vincere due partite di fila, una striscia che non gli riusciva dal 25 gennaio, quando gli azzurri sconfissero la Juventus, inanellando ben quattro vittorie consecutive.

Domani sera il Maradona vuole vedere Lukaku e compagni tornare a quel ritmo, quello dei tre punti a partita, firmando la terza vittoria di fila nella speranza che i giallorossi rallentino la squadra di Inzaghi concedendo al Napoli la vetta in solitaria. Obiettivi importanti, in sostanza, che si costruiscono con determinazione giornata dopo giornata. Lo sa bene il gruppo azzurro che in queste settimane è blindato a Castel Volturno, con pochi occhi a osservare le idee che Conte si prepara a mettere in campo. Il tecnico azzurro ha deciso di non fare conferenza stampa nella giornata in cui si sono celebrati i funerali di Papa Francesco ma qualche idea è trapelata come quella balenata sulla difesa, visto che difficilmente Buongiorno possa recuperare per la partita di domani.

Con Juan Jesus che ha detto addio al finale di stagione, l’alternativa al centro sembra essere solo Rafa Marin. Una soluzione innovativa però potrebbe essere quella di spostare Olivera da terzino sinistro a centrale, al fianco di Rrahmani, mettendo in campo Spinazzola sulla fascia sinistra. Un’idea suggerita dal ruolo di difensore centrale che Olivera ricopre con l’Uruguay ma nella difesa a tre schierata dal ct Marcelo Bielsa. Gli infortuni pesano tanto e questi giorni di avvicinamento al match sono serviti a Conte per capire se si può tentare lo spostamento.

Le risposte arriveranno però solo domani sera, in un match che non vedrà in campo l’ex granata Buongiorno. All’andata la vittoria azzurra venne firmata da McTominay e il centrocampista scozzese ha voglia ancora di segnare e di giocare al meglio, come nelle ultime gare. Come Lukaku, d’altronde, che dopo avere segnato nelle ultime tre partite al Maradona, tiene gli occhi puntati sull’obiettivo scudetto.

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