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Esteri

Israele martella il sud di Gaza, saltano le trattative

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Anche il secondo giorno dopo la fine della tregua è stato all’insegna della guerra totale a Gaza. Israele ha intensificato i raid nel sud della Striscia intorno a Khan Yunis, ordinando l’evacuazione dei civili, mentre Hamas ha lanciato raffiche di razzi contro diverse città dello Stato ebraico. Centinaia i palestinesi uccisi, ha denunciato il movimento che controlla sempre meno la Striscia. In questo diluvio di fuoco, a cui si aggiungono i nuovi attacchi di Hezbollah, sembra essersi spezzato anche l’esile filo di un negoziato per riprendere lo scambio di prigionieri: si è arrivati a un “punto morto”, hanno annunciato gli israeliani lasciando la sede delle trattative, Doha.

Per il governo Netanyahu riportare a casa tutti i connazionali resta una priorità, ha assicurato in serata il premier in una conferenza stampa. Chiarendo allo stesso tempo che i piani militari restano inalterati: una “manovra terrestre necessaria” per raggiungere l’obiettivo di “distruggere Hamas”. Dopo la ripresa delle ostilità gli attacchi israeliani sono stati massicci. L’esercito ha reso noto di aver preso di mira finora più di 400 “obiettivi terroristici” a Gaza. Un’offensiva condotta con forze aeree, navali e di terra, principalmente sull’area di Khan Yunis, dove si sono riparati migliaia di sfollati provenienti dal nord. Israele, dopo aver mappato la zona, ha disposto le prime evacuazioni forzate da alcuni rioni, chiedendo ai residenti di andare verso la frontiera egiziana. Il piano è quello di operazioni mirate e circoscritte, di quadrante in quadrante, fino al controllo totale della parte meridionale della Striscia.

“Sono aree dove non avevamo operato finora, ma andremo avanti con intensità fino alla completa eliminazione di Hamas”, ha chiarito il ministro della difesa Yoav Gallant. Inviando un messaggio ai capi militari che controllano quest’area, ma anche ai loro leader: Yahya Sinwar, Mohammed Deif e Marwan Issa. Significativa, da questo punto di vista, la replica di Israele a Recep Tayyp Erdogan, che aveva sottolineato la necessità di non escludere Hamas dalla soluzione del conflitto: “La Turchia potrà accogliere i terroristi che riusciranno a fuggire”, sono state le parole lapidarie del ministro degli Esteri Ely Cohen. Nella Striscia i bombardamenti israeliani avrebbero provocato almeno 240 morti e 650 feriti in due giorni, secondo quanto ha riferito Hamas. Che in un comunicato successivo ha parlato di 300 uccisi solo a Gaza City, senza specificare quando. Mentre il bilancio complessivo delle vittime avrebbe superato i 15.200. E con una situazione umanitaria sempre più pesante, si è registrato almeno un segnale positivo. I camion di aiuti hanno ripreso a entrare da Rafah, ma sono stati solo 50, ha fatto sapere la Mezzaluna palestinese. In questo scenario appare tramontata la speranza di una nuova pausa nelle ostilità per liberare altri ostaggi. Il capo del Mossad David Barnea ha ordinato al suo staff di rientrare da Doha.

L’accusa ad Hamas è di non aver rispettato la sua parte di accordo, che prevedeva il rilascio di altre 15 donne e 2 bambini. Il movimento palestinese invece ha assicurato che tra gli ostaggi sono rimasti solo uomini e soldati. E per liberarli, servirà un cessate il fuoco duraturo e il rilascio di tutti i prigionieri palestinesi. A dispetto di tutti gli ostacoli, gli sforzi di mediazione non si interrompono. Sia gli Stati Uniti che l’Ue premono nuove pause umanitarie, mentre Macron è volato in Qatar per incontrare lo sceicco Al-Thani. Il presidente francese inoltre continua a insistere per un cessate il fuoco duraturo: il suo timore è che la lotta senza quartiere di Israele ad Hamas costerà “10 anni” di guerra. Sul governo Netanyahu non c’è solo il pressing internazionale. Migliaia di persone si sono radunate a Tel Aviv per esigere la liberazione immediata di tutti gli israeliani rimasti ancora prigionieri a Gaza. Tra la folla c’erano anche 4 ex ostaggi. Mentre le famiglie dei rapiti ancora a Gaza hanno chiesto un incontro con il Gabinetto di guerra chiedendo “risposte” sulla sorte dei loro cari.

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Economia

Corte russa sequestra 463 milioni beni a Unicredit Russia

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Una Corte di San Pietroburgo ha posto sotto sequestro conti e proprietà di Unicredit in Russia per un valore di quasi 463 milioni di euro. La decisione è stata presa su istanza della Ruskhimalyans, un’impresa per la produzione di gas liquido partecipata di Gazprom, nell’ambito di un contenzioso. Lo riferiscono le agenzie russe. La misura riguarda Unicredit Russia e Unicredit Ag, la banca tedesca del gruppo che controlla la filiale russa.

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Esteri

Seattle, uccide figlio di 9 mesi mentre dorme e incolpa i demoni

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Dion Lamont Montgomery, un uomo di 35 anni di Seattle, è stato arrestato e accusato di omicidio di primo grado per aver sparato al figlio di 9 mesi mentre stava dormendo. L’uomo e’ rinchiuso nel carcere di King County con una cauzione di 5 milioni di dollari. Montgomery ha detto che aveva assunto una droga che può causare allucinazioni, deliri ed estrema agitazione, e ha incolpato i demoni di quanto successo. Come riportano i media Usa, la polizia è stata chiamata per una sparatoria intorno alle 18.30 di mercoledi’ in un’abitazione del quartiere Magnolia, e una volta sul posto una donna ha detto loro che suo figlio era stato colpito. Il bambino è stato dichiarato morto sul posto, e dai documenti del tribunale emerge che dopo la sparatoria Montgomery ha sparato a due persone e poi e’ scappato, ma nessuno è rimasto ferito. L’uomo ha detto agli inquirenti di aver fatto uso di fenciclidina, una sostanza allucinogena di sintesi a base di piperidina, mentre la madre del bimbo (arrestata e poi rilasciata), ha dichiarato che si trovava in bagno quando ha sentito gli spari.

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Esteri

Ucraina: immagini satellite confermano, distrutti 3 caccia russi

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Nuove immagini satellitari che mostrano le conseguenze di un attacco ucraino alla base aerea di Belbek, nella Crimea occupata, hanno confermato la distruzione di tre caccia russi, oltre ai danni subiti da un quarto velivolo da combattimento: le immagini, riporta Ukrinform, sono state pubblicate su X dal giornalista investigativo del New York Times, Christiaan Triebert. “Nelle immagini di Maxar, due MiG-31 e un Su-27 sono stati completamente distrutti e un MiG -29 è stato danneggiato nella base aerea di Belbek dell’Aeronautica russa nella Crimea occupata – ha scritto Triebert -. Anche un deposito di carburante vicino alla pista principale della base aerea è stato distrutto e i detriti hanno continuato a bruciare” dopo l’attacco avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì.

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