Sono i primi due Pasdaran iraniani uccisi da Israele dall’inizio della guerra in Medio Oriente quelli colpiti da un raid aereo israeliano vicino Damasco in un chiaro segnale di inasprimento della tensione regionale. Mentre cresce la rabbia di Teheran, il frastuono degli incessanti bombardamenti israeliani rimbomba nel sud del Libano, lungo quasi tutta la fascia frontaliera dove si è riacceso pericolosamente il fronte di guerra tra Hezbollah e lo Stato ebraico dopo la tregua durata alcuni giorni.
Questo mentre in Iraq gli Stati Uniti hanno cercato, tramite il segretario di Stato Anthony Blinken, di assicurarsi che il governo di Baghdad, sostenuto sia da Washington che dall’Iran, faccia del tutto per proteggere le basi militari dove si trovano militari americani, ripetutamente colpiti da attacchi di artiglieria da parte delle forze irachene filo-iraniane. Gli Stati Uniti hanno risposto bombardando postazioni delle milizie sostenute da Teheran in Iraq e Siria.
Su questo, il premier iracheno Muhammad Sudani, parlando al telefono con Blinken, ha messo in guardia gli Stati Uniti da qualsiasi attacco contro il territorio iracheno. Il governo di Baghdad gestisce formalmente le milizie ausiliarie della Mobilitazione popolare, una coalizione di forze in larga parte finanziate e dirette dall’Iran. Alcune di queste milizie si coordinano con gli Hezbollah libanesi, anch’essi alleati di Teheran e di Hamas, e hanno compiuto decine di attacchi con razzi e droni contro basi Usa in Iraq e Siria. Proprio gli Hezbollah sono tornati obiettivo delle forze israeliane che hanno bombardato in maniera insistita diverse località del sud del Libano, vere e proprie basi operative della resistenza armata a Israele.
Il Partito di Dio ha rivendicato almeno otto attacchi contro postazioni militari israeliane a ridosso della linea di demarcazione tra i due Paesi. L’esercito israeliano, che rappresenta l’unica fonte di informazioni dal fronte nord dello Stato ebraico, non riferisce di vittime tra le file dei suoi militari. Hezbollah dal canto suo ha riferito dell’uccisione di almeno due dei suoi combattenti. I cannoni, i droni e i jet di Israele hanno colpito le località libanesi di Naqura, Ramia, Marwahin, Yarun, Beit Lif, Marun Ras, Kfar Hamam, Kfar Shuba. Particolarmente intensi sono stati gli attacchi su Kfar Kila. Israele ha sparato anche su postazioni dell’esercito libanese nei pressi di Sarda, di fronte alla cittadina israeliana di Metulla.
La giornata della ritrovata guerra in Medio Oriente si era aperta con un raid aereo israeliano alla periferia di Damasco, nel quartiere sciita di Sayyida Zeinab, da più di 10 anni trasformato dagli Hezbollah e dai Pasdaran in una roccaforte del jihadismo armato sciita. Qui i caccia di Israele hanno ucciso 4 militari, due membri dei Guardiani della Rivoluzione iraniana (Pasdaran) e due militari siriani. L’Iran ha ammesso l’uccisione dei due ufficiali, Mohammed Ali Ataei Shoorcheh e Panah Taghizadeh, mentre erano impegnati “in una missione consultiva sul fronte della resistenza islamica in Siria”.