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Esteri

Infuriano gli scontri a Goma, 700 morti in 5 giorni

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Infuriano i combattimenti nella Repubblica democratica del Congo (Rdc), teatro dell’offensiva apparentemente inarrestabile del gruppo armato M23, sostenuto dal Ruanda. In appena cinque giorni – da domenica a giovedì – almeno 700 persone sono morte e 2.800 sono rimaste ferite negli scontri per il controllo della città di Goma, capitale della provincia del Nord Kivu. Si tratta di cifre “destinate a salire”, ha ammonito il portavoce dell’Onu Stéphane Dujarric annunciando i numeri della mattanza.

I combattimenti sono ora concentrati a circa 30 chilometri da Kavumu: è un asset strategico perché la città è sede di un aeroporto militare ed è qui che l’esercito congolese ha posto la sua linea difensiva, a soli 40 chilometri a nord di Bukavu, capoluogo della provincia del Sud Kivu. L’M23, dopo aver conquistato la maggior parte di Goma all’inizio di questa settimana, ha minacciato di voler marciare fino alla capitale Kinshasa. L’avanzata dura da settimane e ha segnato una drammatica escalation del conflitto che caratterizza la regione da tre decenni, con le violenze di decine di gruppi armati che hanno provocato la morte di circa sei milioni di persone.

Il Ruanda sostiene che il suo interesse primario è quello di sradicare i combattenti legati al genocidio del 1994, ma è accusato di provare a trarre profitto dalle riserve di minerali della regione, utilizzate nell’elettronica mondiale. La crisi ha scosso il continente e la comunità internazionale, con appelli arrivati da più parti per il cessaste il fuoco. L’Onu ha lanciato l’allarme per le violenze dilaganti, tra le quali ci sarebbero esecuzioni sommarie e stupri diffusi.

Nelle aree sotto il controllo di M23 nel Sud Kivu, come Minova, il gruppo ha “occupato scuole e ospedali, costretto gli sfollati a lasciare i campi e sottoposto la popolazione civile alla coscrizione forzata e ai lavori forzati”. In questo quadro, l’esercito ugandese ha annunciato che le sue truppe di stanza nell’est della Rdc adotteranno una “posizione difensiva avanzata” in seguito all’intensificarsi dei combattimenti nella regione. “L’obiettivo della misura sarà quello di dissuadere e impedire ai numerosi altri gruppi armati negativi che operano nell’est della Rdc di sfruttare la situazione”, secondo un comunicato delle forze di difesa del popolo dell’Uganda (Updf). Una mossa vista con sospetto dalla comunità internazionale, perché Kampala è accusata di sostenere l’M23 e offrire il proprio territorio per assicurare i rifornimenti.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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