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Incubo coronavirus, allerta Usa per i suoi cittadini: niente viaggi per Nord Italia e Corea del Sud

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Gli Stati Uniti alzano ulteriormente l’allarme, portando al massimo il livello di allerta – da 3 a 4 – per i viaggi nelle zone piu’ colpite dal coronavirus in Italia e in Corea del sud. Tradotto: se finora il consiglio era di evitare i viaggi non necessari ora e’ un perentorio ‘do not travel’ (‘Non viaggiare’), nei focolai dell’epidemia nel nostro Paese. Come gia’ deciso per la Cina. E mentre per il resto dell’Italia resta il consiglio a ‘riconsiderare’ i viaggi non necessari, si preparano anche a maggiori controlli per gli italiani in arrivo in America. Come annunciato, in conferenza stampa con Donald Trump, dal vicepresidente Mike Pence, che coordina la task force Usa contro il virus: Washington lavorera’ con l’Italia per coordinare lo screening dei viaggiatori in arrivo negli States. Anche Hong Kong aveva emesso un’allerta rossa per l’Italia, sconsigliando i viaggi non necessari. E dopo Israele, Seychelles, Mauritius e Giordania si allunga sempre di piu’ anche la lista dei Paesi che sbarrano le loro frontiere agli italiani e a chi arriva dal nostro Paese, per paura della diffusione del coronavirus. Ultimi ad aggiungersi, segnala il sito della Farnesina Viaggiare Sicuri, sono stati le autorita’ delle isole pacifiche di Tuvalu, che hanno stabilito il divieto di ingresso sul territorio con respingimento alla frontiera per tutti i viaggiatori in provenienza dall’Italia. Scelta analoga hanno fatto le Isole Cook, sempre nel Pacifico, e il Kuwait, dove sara’ negato l’ingresso a chiunque sia stato in Italia nelle due settimane precedenti. Si infoltisce anche l’elenco di chi impone o suggerisce una quarantena di 14 giorni per i passeggeri in arrivo dall’Italia o piu’ specificamente dalle zone focolaio del nord. Ultimi a introdurre la misura, gia’ in vigore da giorni nel Regno Unito e in Romania, sono stati in varie formulazioni e con varie gradazioni di obbligo Macao (osservazione medica e isolamento a discrezione delle autorita’ locali), Panama (possibile invito a rimanere a casa per 14 giorni), Ciad (quarantena obbligatoria di 14 giorni), Malta (quarantena volontaria), Eritrea (quarantena in ospedale), Montenegro e Territori Palestinesi. Altri Paesi, come gia’ deciso da molti Stati, hanno disposto monitoraggi rafforzati, ad esempio con il controllo della temperatura, la compilazione obbligatoria di questionari, la disposizione di desk di arrivo dedicati, per i passeggeri provenienti dall’Italia nei loro porti e aeroporti. E’ il caso di Messico, Malaysia, Nicaragua, Russia, Bielorussia, Cipro, Slovacchia, Sudafrica e Cuba. Infine, nuovi Stati introducono restrizioni sui collegamenti aerei con l’Italia: le autorita’ della Repubblica Dominicana hanno sospeso i voli diretti da Milano per 30 giorni. Il Montenegro ha invece interrotto temporaneamente i voli da e per Milano e Bologna. Antigua e Barbuda hanno sospeso i voli charter, operati dalla Compagnia Blue Panorama, che collegano settimanalmente le isole caraibiche con l’aeroporto di Milano Malpensa.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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