Collegati con noi

Spettacoli

Incredibile Barbara D’Urso, ora torna in tv anche con “La dottoressa Giò”: è più combattiva che mai

Pubblicato

del

Torna la dottoressa Giò. Un ritorno dai contorni tragici quindi quello del medico protagonista della fortunata serie di una ventina di anni fa e interpretato da Barbara D’Urso, conduttrice di punta di Mediaset. La fiction riprende per la terza stagione domani 13 gennaio in prima serata su Canale 5, dove la ‘Dottoressa Gio”, indosso’ per la prima volta il camice verde nel novembre 1995 in un film tv (‘La dottoressa Gio’ – Una mano da stringere’), trasformato poi in una serie di due stagioni, nel 1997 e nel 1998 su Rete4. Nei nuovi 4 episodi della fiction, prodotta da Picomedia con la regia di Antonello Grimaldi, scritta da Cristiana Farina, Roberta Colombo, Eleonora Fiorini e Giorgia Mariani, la protagonista e’ al centro di una storia a meta’ tra il genere medico e quello d’indagine, dove vengono affrontate tematiche attuali, prima fra tutte la violenza contro le donne, un tema caro a Barbara d’Urso, 62 anni a maggio, in tutti i programmi da lei condotti. In questi anni, la dottoressa Giorgia Basile, per tutti ‘Gio”, ha raggiunto l’apice della carriera diventando primario di un reparto di ginecologia e ostetricia di un policlinico romano. Ha avuto soddisfazioni dalla sua vita professionale, meno da quella privata (nella serie precedente aveva perso un bambino per difendere una paziente e il suo matrimonio era andato a rotoli). Non si e’ piu’ sposata, ha avuto poche relazioni senza farsi troppo coinvolgere, e soprattutto non ha avuto figli, anche se un po’ lo sono tutti quelli che ha fatto e continua a far nascere. Ma anche il lavoro le ha provocato qualche problema: Gio’ e’ stata temporaneamente allontanata dalla sua professione e dall’ospedale dopo essere entrata in conflitto con il potentissimo e ambiguo professore Sergio Monti (Christopher Lambert) che l’ha accusata di essere responsabile, perche’ inadempiente, del suicidio della moglie all’interno del suo reparto. La dottoressa, che in realta’ e’ a conoscenza delle violenze alle quali l’uomo sottoponeva la moglie, riesce a dimostrare la sua estraneita’ e viene reintegrata. Da quel momento ha due obiettivi: costruire un centro di aiuto per le donne vittime di violenze fisiche e psicologiche e dimostrare cosa sia successo realmente alla moglie del collega. Per realizzare il suo centro devo scontrarsi pero’ duramente con il nuovo primario Paolo Zampelli (Marco Bonini), che ha in mente altri progetti per l’ospedale. Le due personalita’, diametralmente opposte, piano piano si avvicineranno, fino a cercare insieme la verita’ sulla moglie di Monti, che potrebbe essere disposto a tutto per non mettere a repentaglio la sua carriera. Tra gli altri interpreti Camilla Ferranti, la direttrice sanitaria Anna Torre, e Alessia Giuliani, nel ruolo di Sandra giornalista e grande amica di Gio’. E’ lei che assiste al misterioso e gravissimo incidente stradale. Nella serie recita anche la sorella di Barbara, Eleonora.

https://www.mediasetplay.mediaset.it/video/dottoressagio3/anteprima-dottoressa-gio-i-primi-minuti-in-esclusiva_FD00000000067008?fbclid=IwAR2-iWIp-fhleGxXci4dt0OhdZ5g1hgfgqHACKXPxkbei3IQGK83rCNZOw8

Advertisement

Cinema

Cristina Comencini: il cinema delle donne è una nuova ricchezza. Io dalla parte delle donne sempre

Cristina Comencini racconta al Corriere della Sera il successo de “Il treno dei bambini”, la sua visione sul cinema delle donne, la politica e il suo nuovo amore.

Pubblicato

del

Cristina Comencini (le foto sono di Imagoeconomica), con il suo ultimo film “Il treno dei bambini” tratto dal romanzo di Viola Ardone e disponibile su Netflix, ha raggiunto quasi trenta milioni di visualizzazioni. «Mi sembra incredibile», racconta, «ma credo che il tema profondo del dopoguerra, del trauma che la guerra lascia sui sentimenti, abbia colpito il pubblico di tutto il mondo».

Il cinema tra piattaforme e sale

«Portare la gente in sala è bellissimo, ma difficile. Le piattaforme e il cinema possono coesistere. L’importante è, come diceva mio padre Luigi Comencini, mantenere sempre la massima verità e bellezza in quello che si crea», afferma Cristina, riflettendo sulla trasformazione del mondo cinematografico.

Il successo e la nuova generazione di registe

Comencini riconosce l’importanza del successo ma non lo vive come un punto di arrivo: «È un mestiere da montagne russe». È felice dell’affermazione di tante donne nel cinema italiano, come Paola Cortellesi, sottolineando: «Il cinema si è finalmente aperto alle storie delle donne, arricchendosi di nuove prospettive».

Il rapporto con la famiglia e il film di Francesca Comencini

Cristina racconta il forte legame con le sorelle e commenta il film di Francesca Comencini su loro padre Luigi: «Una scelta giusta. Ognuno vive un padre a modo suo». Nessuna gelosia, ma un affetto profondo che ha sempre unito la famiglia.

CRISTINA COMENCINI REGISTA

Politica, femminismo e il ruolo di Giorgia Meloni

Comencini ribadisce la sua radice di sinistra e il suo impegno per il femminismo: «Il sostegno reciproco tra donne non deve mai venir meno». Sul premier Giorgia Meloni, pur nella distanza politica, riconosce: «Per la sua parte politica sta facendo bene».

I cambiamenti nell’estetica e il coraggio delle attrici

Parlando di Giovanna Mezzogiorno, Cristina denuncia il problema della discriminazione estetica nel cinema: «Finalmente si inizia a dare meno peso all’apparenza e più al talento».

La maternità precoce e l’amore ritrovato

Diventata madre a 18 anni, Cristina confida di non aver rimpianti: «Mi ha dato la ricchezza di tutto ciò che ho scritto». Oggi vive una nuova fase felice della sua vita con il documentarista francese François Caillat, tra Roma e Parigi.

Il futuro: un nuovo romanzo in arrivo

Cristina annuncia anche il suo prossimo romanzo, “L’epoca felice”, che uscirà a ottobre per Feltrinelli: «Parlerà dell’adolescenza e della capacità della vita di sorprenderci anche quando meno ce lo aspettiamo».

 

Continua a leggere

Spettacoli

Gwyneth Paltrow è stanca della dieta, ‘ora mangio pane e pasta’

Pubblicato

del

Gwyneth Paltrow ha affermato di essere tornata a mangiare cibi che in precedenza aveva eliminato dalla sua rigidissima dieta, tra cui pane, pasta e formaggio. Lo riporta la Bbc. L’attrice premio Oscar, diventata negli anni una guru del salutismo ha seguito e promosso diversi regimi alimentari negli anni. “Ho seguito per un certo periodo una dieta macrobiotica ferrea e così sono diventata ossessionata da un’alimentazione molto, molto sana”, ha detto nell’ultima puntata del suo podcast spiegando di essersi dedicata al “benessere e al cibo” a causa del cancro alla gola che ha ucciso il padre. Poi lei e il secondo marito, Brad Falchuk, hanno iniziato a seguire la dieta paleo, basata sul principio che ci si debba nutrire “come i nostri antenati”. Di recente però, Paltrow ha ricominciato a mangiare “pane a lievitazione naturale e un po’ di formaggio e un po’ di pasta”.

Continua a leggere

Musica

Rocco Hunt, il ragazzo di giù diventa grande: “Ho 30 anni e ancora la rabbia del Sud”

Esce l’album Ragazzo di giù: tra neomelodico, rap e introspezione, la maturità artistica di un figlio del Sud.

Pubblicato

del

A 30 anni, Rocco Hunt ha già alle spalle 15 anni di carriera, una vittoria a Sanremo, hit estive, strofe militanti e un’identità artistica sempre più nitida. Ma oggi, con il nuovo album Ragazzo di giù, in uscita venerdì, Rocco — per molti ancora affettuosamente “Rocchino” — completa un percorso che lo conferma maturo, consapevole e profondamente legato alle sue radici.

“Sono fortunato, canto chi non lo è stato”

Il brano che dà il titolo al disco è un manifesto identitario.
“Io sono il ragazzo di giù fortunato”, spiega Rocco, “quelli che canto sono stati meno fortunati, magari non hanno dovuto lasciare casa, ma hanno pagato altri prezzi”. La nostalgia per la sua terra non è solo geografica, è memoria viva di un mondo che spesso si perde tra le distanze culturali.

Tra disagio e riscatto: “A Nord si perdono i valori”

“Oggi Napoli fa figo, ma vivere al Nord è diverso”, dice. Il successo, per lui, ha un prezzo. “Contano i numeri, non i valori”, afferma, parlando anche del figlio Giovanni, 8 anni, cresciuto tra Milano e Napoli: “Ha un accento diverso, ma deve sapere da dove viene, imparare l’inglese e la cazzimma partenopea”.

Il dialetto come identità: “È mamma, papà e biberòn”

Per Rocco il dialetto non è solo stile, ma lingua del cuore:
“È la strada dove sei cresciuto, la voce dei tuoi nonni, il suono dell’anima”. E anche se ha girato l’Italia e il mondo, resta anima di Scampia, del Sud e dei suoi contrasti.

Il rap, il neomelò, e il coraggio delle parole

Ragazzo di giù è un album eterogeneo, che passa da Gigi D’Alessio a Massimo Pericolo, da Irama a Baby Gang, mischiando il rap con la melodia napoletana e l’attualità più bruciante. In Demone santo, per esempio, denuncia con rabbia il crollo del ballatoio della Vela di Scampia:
“Quelle creature sono vittime dello Stato. A che serve il tricolore sulle bare bianche, se Cristo in quelle case non ci entra?”

Sanremo, De Filippo e il mare della costiera

Nel disco anche introspezione e memoria, con brani come ‘A notte, ispirato a Eduardo De Filippo, e Domani chissà, dove Rocco rievoca lo scugnizzo che si tuffava a bomba nel mare della costiera. E non manca un pensiero al futuro:
“Vorrei un secondo figlio”, dice, ma con il timore delle malattie, dei sacrifici, della fragilità.

Il tour: dal Molise a Milano, passando per la Reggia

Il tour estivo partirà il 20 giugno da Campobasso, con gran finale l’11 settembre alla Reggia di Caserta e il 6 ottobre all’Unipol Forum di Milano.
“Senza le mie radici non sarei quello che sono”, conclude Rocco.
E quando gli chiedono se oggi è ancora “‘nu juorno buono”, risponde senza esitazioni:
“Sì. Ma è sempre più difficile non vedere le nuvole all’orizzonte”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto