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Anema e Core Winter Tour, riparte la carovana del divertimento e della musica made in Capri con la banda di capitanata da Gianluigi Lembo

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Prima a Dubai poi al Raspoutine di Roma, in giro per l’Italia e il mitico Capodanno caprese in compagnia dei divi di Hollywood. Riparte in questi giorni l’Anema e Core Winter Tour. L’esuberante band della Taverna caprese farà tappa nei templi del divertimento italiano, da Napoli con Rosolino, ormai un’isituzione per gli amanti del by night partenopeo, a Milano al Just Cavalli, locale di fama internazionale per eventi d’elite, legato allo stile e al glamour del grande Roberto Cavalli. Poi a Trieste, a Porto Piccolo,  esclusivo borgo marinaro di charme e sede di servizi a 5 stelle sull’Adriatico.
Sabato 19 Gennaio il primo appuntamento da segnare in agenda è il ritorno da Rosolino, a due passi dal romantico lungo mare di Santa Lucia, negli occhi il mare gli di Napoli, la bellezza incomparabile di Castel dell’Ovo, il borgo Marinaro.
Un connubio artistico, tra cena spettacolo, live show, party e una vera e propria carrellata musicale di successi nazionali e internazionali, senza dimenticare i classici della canzone partenopea di tutti i tempi,  interpretati in modo unico e coinvolgente.

Il tour di Gianluigi Lembo e dell’ Anema e Core proseguirà poi al nord Italia,  nel locale più alla moda di Milano. Il Just Cavalli, come dicevamo, è sicuramente un riferimento per eventi musicali di primo livello. Hanno suonato al Just Cavalli Dj Guest di fama internazionale del calibro di Craig David, Timati, Tyga e molti altri. L’ambiente è ricercato e lussuoso, con i suoi divani, cuscini, candele, piste da ballo, lounge bar e area privé. Il 26 Gennaio ad  accogliere la band del locale, mecca dell’intrattenimento made in Capri, sarà Porto Piccolo, meta sempre più ambita da ogni dove per le vacanze.

Guido Lembo. È lui l’inventore del divertimento Made in Capri

“Amiamo portare in giro il nostro sound Anema e Core nei luoghi più rappresentativi dello stile italiano.” Ha commentato Gianluigi Lembo, a capo della Band che è in tour da novembre del 2018.  Il tour testimonia la forza del brand Anema e Core, simbolo del made in Italy: una vera esplosione di musica, semplicità, divertimento, positività e coinvolgimento. Non c’è Guido Lembo, il re del by night caprese, solo perchè riposa. Ne ha diritto dopo tanto lavoro nella mitica estate caprese, che dura almeno 8 mesi l’anno, da aprile a Novembre. Mesi nei quali se vai e Capri e non passi per la taverna Anema e Core è come se non fossi mai stato sull’isola dell’amore. Ma la band de l’Anema e Core Winter Tour è tutto quello che Guido Lembo, con la sua straordinaria professionalità, armonia, allegria e signorilità ha trasmesso al figlio e ad ogni singolo componente della band. Se potete, non ve li perdete.

 

 

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Premio Tenco 2024: Edoardo Bennato, Tullio De Piscopo e Simona Molinari tra i premiati

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Il Premio Tenco celebra i suoi 50 anni con un’edizione speciale che vede protagonisti alcuni dei più amati artisti napoletani. Tra i premiati spiccano Edoardo Bennato, Tullio De Piscopo e Simona Molinari. Il prestigioso riconoscimento, nato per celebrare la Canzone d’Autore, quest’anno conferisce il Premio alla Carriera a Bennato, che ha recentemente entusiasmato il pubblico con uno straordinario concerto all’Arena Flegrea.

Edoardo Bennato e il Premio alla Carriera

Edoardo Bennato riceverà il Premio alla Carriera, assegnato a coloro che hanno dato un contributo significativo alla Canzone d’Autore mondiale. Insieme a lui, saranno premiati anche artisti come Samuele Bersani, Mimmo Locasciullie Teresa Parodi.

Riflettendo sulla figura di Luigi Tenco, Bennato ha dichiarato: “Lo osservavo anche se da adolescente e solo attraverso gli schermi televisivi. Luigi, sempre geniale quanto imbronciato, percepiva il disagio tra i trafficanti del baraccone della musica italiota. È sempre stato nel mio cuore, come Fabrizio De Andrè, con cui c’era stima e affetto reciproco.

Tullio De Piscopo e Simona Molinari tra i protagonisti

Anche il leggendario batterista Tullio De Piscopo sarà premiato con il riconoscimento “I Suoni della Canzone”, per il suo inconfondibile contributo alla musica italiana, mentre la talentuosa Simona Molinari riceverà il premio per il miglior album di interprete grazie al suo lavoro “Hasta Siempre Mercedes”, dedicato alla leggendaria Mercedes Sosa.

Una celebrazione della musica d’autore

Con questa edizione, il Premio Tenco conferma la sua centralità nel panorama musicale italiano, celebrando non solo il talento, ma anche il contributo artistico e culturale di figure iconiche della musica. Un tributo alla tradizione, ma anche un riconoscimento al futuro della Canzone d’Autore.

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Musica

Addio a Kris Kristofferson, famoso artista country e attore

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E’ morto a 88 anni Kris Kristofferson, diventato uno dei cantautori americani più influenti del suo tempo con brani come “Me and Bobby McGee”, oltre ad essere stato un attore di successo. Lo ha reso noto la famiglia, secondo cui l’artista si e’ spento serenamente nella sua casa a Maui, Hawaii, circondato dai propri cari. Non è pero’ stata indicata la causa della morte. Kristofferson soffriva di perdita di memoria da quando aveva circa 70 anni. Secondo molti era un uomo rinascimentale, con vari interessi: un atleta con una sensibilità da poeta, un ex ufficiale dell’esercito e pilota di elicotteri, uno beneficiario della prestigiosa scholarship Rhodes che accettò un lavoro come custode, mossa che si rivelò brillante per la sua carriera. Kristofferson si affermò inizialmente nel mondo della musica come autore di canzoni nella capitale della musica country, Nashville, scrivendo successi come “Help Me Make It Through the Night” (vincitore di un Grammy award), “For the Good Times” e la struggente hit n. 1 di Janis Joplin, sua ex fidanzata, “Me and Bobby McGee”. All’inizio degli anni ’70 divenne noto come interprete con una voce da baritono ruvido e non raffinato, oltre a essere un attore molto richiesto, recitando in particolare al fianco di Barbra Streisand in “È nata una stella”, uno dei film più popolari del 1976.

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Cinema

Bellezza e autoironia, Monica Bellucci 60 anni da favola

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Questa è una favola che assomiglia più alle storie delle dive italiane dell’immediato dopoguerra che alla splendida realtà che fa oggi di Monica Bellucci una star internazionale. Domani l’attrice compie 60 anni ed è reduce dagli applausi veneziani per la sua apparizione in “Beetlejuice Beetlejuice” diretta dal nuovo compagno, Tim Burton, ma la sua storia viene da lontano, dal piccolo paesino di San Giustino, a un passo da Città di Castello in Umbria dove è nata il 30 settembre 1964. È qui che cresce la figlia di Pasquale e Brunella, impiegato lui, casalinga lei.

Fin da ragazzina ha forme da donna, capelli corvini, sorriso aperto; va a scuola a Città di Castello dove ottiene la maturità classica e per pagarsi l’università a Perugia accetta di posare come modella. Sono appena cominciati gli anni ’80, non ci sono ancora i reality e sa di antico la sua scelta, un percorso che la avvicina a icone come Silvana Mangano, Sofia Loren, Marisa Allasio. Tra mille dubbi e altrettanti sogni approda a Milano nel 1988, sotto contratto per un’agenzia di moda che le spalancherà le porte delle passerelle più prestigiose.

Nel frattempo si è sposata (anche se il matrimonio con il fotografo Claudio Basso dura poche settimane), ha lasciato casa, ha piegato l’accento umbro alla scuola di recitazione frequentata al nord, ha messo nel mirino Cinecittà dove ottiene il primo contratto per la miniserie televisiva “Vita coi figli” di Dino Risi nel ruolo della giovane Elda che fa perdere la testa al molto più grande Adriano (Giancarlo Giannini). In pochi mesi due fatti le cambiano la vita: si innamora del collega Nicola Farron con cui vivrà quasi sei anni e Francesco Laudadio le offre il ruolo da protagonista in “La riffa”, il film che la fa esordire sul grande schermo. Per anni alternerà la recitazione alle passerelle di moda che la fanno conoscere all’estero e la rendono protagonista del jet-set.

“La Bellucci è una seria” – si sente dire a Cinecittà e infatti, alla soglia dei 30 anni, è già in grado di recitare in inglese. Per questo Francis Ford Coppola la sceglie in “Dracula di Bram Stoker” (1992), mentre in Italia lavora con Carlo Vanzina, Maurizio Nichetti, Antonello Grimaldi. È del 1996 il secondo passo determinante della sua carriera d’attrice. Al culmine della popolarità come modella, nel 1996 accetta un film in Francia, “L’appartement” di Gilles Mimouni con Vincent Cassel. Scoppia l’amore tra i due e nel frattempo fioccano per lei le proposte: l’unione dell’affascinante coppia durerà 14 anni, punteggiata dalla nascita di due figlie e caratterizzata dall’esistenza nomade di Monica tra Londra, Parigi, Roma e Rio de Janeiro dove più tardi scoprirà che Cassel conduce una doppia vita sentimentale a sua insaputa. Quattro anni dopo è invece il cinema italiano ad offrirle una nuova, importante occasione, dopo numerosi film girati in Francia: Giuseppe Tornatore ne fa la protagonista assoluta di “Malena”, mentre per la prima volta sbarca a Cannes per “Under suspicion” di Stephen Hopkins girato a fianco di due mostri sacri come Gene Hackman e Morgan Freeman.

Monica Bellucci a questo punto è la star italiana più amata nel mondo. Farà furore nei panni della regina Cleopatra nel più riuscito titolo della serie “Asterix & Obelix” e la versione di “Ti amo” (Umberto Tozzi) da lei accompagnata con grande autoironia nel remix del brano furoreggia anche in Asia. Adesso la diva italiana può scandalizzare i benpensanti con il discusso “Irreversible” di Gaspar Noè per la torrida scena di stupro recitata con Cassel, può tornare a Cannes come madrina dell’edizione 2003 del festival, può entrare nel cast di “Matrix” (due episodi) ed essere Maria Maddalena ne “La passione di Cristo” di Mel Gibson. Ormai è un’icona degli anni 2000 e per questo Terry Gilliam la veste da strega nella sua versione de “I fratelli Grimm”; Sam Mendes la vuole come Bond Girl per “Spectre” in coppia con il nuovo 007, Daniel Craig; Emir Kusturica la impegna a lungo al suo fianco nel travagliato “On the Milky Road” (tre anni di riprese con lunghe pause). Conclusa la storia d’amore con Cassel, si dedica alle figlie (Deva ha da poco debuttato come attrice), lavora ininterrottamente tra cinema e tv in Italia, Francia e Hollywood, riceve i primi riconoscimenti alla carriera, torna da madrina a Cannes, debutta in teatro nei panni di Maria Callas, incontra Tim Burton con cui andrà a vivere a Londra.

Sono istantanee di una carriera e di un’esistenza vissute intensamente, a cavallo del successo ma sempre con l’aria di una normalità ferocemente difesa dall’effimera gloria delle passerelle. Nella realtà infatti Bellucci rimane sempre Monica, capaci di prendersi in giro per il suo accento natio (come in “N” di Paolo Virzì), madre premurosa e molto mediterranea, innamorata gelosa quanto riservata, star internazionale che ogni volta ama ricordare le sue radici e il debito di riconoscenza per l’Italia. Come quando nel 2006 accettò, senza alcun compenso, di tenere a battesimo la Festa del Cinema di Roma o mise in mostra un portamento distante e altezzoso (ancora una volta pieno di autoironia) in due episodi di “Diabolik” diretta dai Manetti Bros. Insomma, all’alba di una nuova vita da protagonista, l’attrice italiana oggi più famosa del mondo può guardarsi indietro con un sorriso. Certo, parafrasando Celentano, “quella ragazza ne ha fatta di strada”.

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