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Inchiesta plusvalenze Juventus: 2 indagati non rispondono, salta audizione

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Si avvalgono della facolta’ di non rispondere i primi due indagati per le plusvalenze della Juventus. Sono Emilio Re e Stefano Bertola. Entrambi, dopo le perquisizioni di venerdi’ scorso, erano stati convocati a tamburo battente dai pm nella loro qualita’ di ex manager della societa’ bianconera. Il difensore, l’avvocato Luigi Chiappero, spiega la scelta con la necessita’ di una “riflessione”. “Le questioni sul tappeto – dice – sono di carattere eminentemente tecnico. Se ci sono chiarimenti da dare, si daranno. Ma prima bisogna conoscere il contenuto delle contestazioni. E noi, al momento, non lo conosciamo”. La procura dovra’ depositare le carte solo in caso di un ricorso al tribunale del riesame da parte degli indagati. E’ destinata a saltare anche l’audizione di un personaggio che negli ambienti investigativi e’ considerato una figura importante: quella dell’avvocato Cesare Gabasio, non indagato, da alcuni mesi general counsel della Juventus a contatto diretto con il presidente Andrea Agnelli. Sue sono alcune delle conversazioni intercettate dalla guardia di finanza. Ma i magistrati hanno fatto un passo indietro quando hanno appreso che la societa’ lo ha nominato ‘legale rappresentante’ nell’ambito del procedimento amministrativo di chiamata in responsabilita’. Ascoltarlo come semplice testimone, quindi, non e’ permesso. Anche se si puo’ procedere, secondo quanto riferiscono fonti legali, a condizione di affiancargli un altro avvocato. Il mosaico costruito dalla procura e’ comunque sul punto di essere completato. Mancano solo alcuni tasselli. Il principale e’ una consulenza specialistica. Non si tratta di esaminare il valore dei giocatori o di capire perche’ X e’ stato scambiato con Y per questa o quella cifra. L’esperto, che sara’ probabilmente il commercialista Enrico Stasi, dovra’ solo esaminare il bilancio vagliando la corretta collocazione delle poste e occupandosi dell’eventuale rettifica. Nel mirino degli inquirenti, infatti, non ci sono tutte le plusvalenze contabilizzate dalla Juve tra il 2019 e il 2021. Sono i 282 milioni (su un totale di circa 320) di plusvalenze che i pm considerano “fittizie”, scollegate dai ricavi effettivi, fatte maturare ad arte con l’obiettivo di mascherare le perdite di esercizio. Ma anche questo e’ un punto su cui la difesa promette battaglia. “La normativa – anticipa l’avvocato Chiappero – nel 2015 e’ cambiata. Una valutazione, presa per se stessa, non e’ reato. Agli operatori e’ lasciata una grandissima discrezionalita’. Se poi si deve discutere sulla ragione per la quale un documento e’ stato redatto in un certo modo, si discutera’ fornendo tutti i chiarimenti necessari”. I pm Ciro Santoriello, Marco Gianoglio e Mario Bendoni, che hanno cominciato a indagare l’estate scorsa dopo la comparsa di alcuni articoli giornalistici sull’argomento, si sono avvalsi di numerose intercettazioni, ma in ambienti legali vicini alla Juventus ribattono, a questo proposito, che “in certi processi sono utili ma in altri non lo sono e, in ogni caso, prese da sole non bastano”.

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Uccide il figlio al termine di una lite e si costituisce

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Dramma familiare a Lamezia Terme. Un trentenne, Bruno di Cello, è stato ucciso dal padre, forse al termine di una lite. L’uomo si è poi costituito alle forze dell’ordine. L’omicidio è stato commesso nel quartiere Marinella, nella zona sud della città. Sul posto sono intervenuti gli agenti del Commissariato di Polizia ed è stato informato il magistrato di turno.

L’omicidio è avvenuto lungo una strada che costeggia una villetta. La vittima, secondo una prima sommaria ricostruzione fatta dagli investigatori, Bruno Di Cello  percorreva la strada a bordo della sua auto quando è stato raggiunto dal padre, Francesco. I due avrebbero avuto quindi una discussione al termine della quale Francesco ha sparato un colpo di pistola contro il figlio, uccidendolo. Quindi si è costituito. Sul posto sono giunti i sanitari del 112 ma per Bruno Di Cello non c’era più niente da fare.

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Scorsese: ultima intervista del Papa per il cinema

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Papa Francesco ha dato a Martin Scorsese la sua “ultima intervista approfondita davanti a una telecamera”: le conversazioni dell’82enne regista di Silenzio, un film sui gesuiti in Giappone, con il primo papa gesuita della storia sono state filmate in Vaticano lo scorso dicembre e incluse nel documentario Aldeas – A New Story, il racconto di Scholas Occurrentes, una organizzazione no-profit fondata dallo stesso pontefice nel 2013, anno dell’elezione, per promuovere la “cultura dell’incontro” tra i giovani attraverso il cinema. Il film mostrerà giovani in Indonesia, Gambia e Italia che partecipano al programma e realizzano corti. E’ “radicato nella convinzione del papa sulla natura sacra della creativita’”, si legge in un comunicato diffuso dalla produzione.

Brani di colloqui tra Francesco e Scorsese saranno inseriti nella narrazione del film che non ha ancora una data di distribuzione. “Era importante per Francesco che gente di tutto il mondo scambiasse idee con rispetto pur preservando la loro identita’ culturale, e il cinema e’ il mezzo migliore a questo scopo”, ha detto Scorsese. Prima di morire il Papa aveva definito Aldeas “un progetto poetico perche’ va alle radici di cosa e’ la vita umana”. Scorsese, che e’ cattolico e molto vicino alla chiesa di Papa Francesco, e’ stato tra i primi a esprimere cordoglio lo scorso 21 aprile per la morte del pontefice. “E’ stata una perdita immensa per il mondo. Sono stato fortunato di conoscerlo e mi mancherà il suo calore e il suo affetto”, ha detto il regista, secondo cui il Papa si è lasciato alle spalle “una luce inestinguibile”.

Autore di molti film a tema cattolico tra cui L’Ultima Tentazione di Cristo che, all’uscita nel 1998, provoco’ le proteste di gruppi religiosi, Scorsese aveva incontrato Francesco varie volte nel corso del mandato pontificale: la prima nel 2016, per discutere del suo film Silenzio sui “cristiani nascosti” del Giappone del diciassettesimo secolo, e poi nel 2023 quando il regista annuncio’ di aver aderito all’appello del Papa agli artisti iniziando a lavorare a un nuovo film su Gesù, la cui sceneggiatura e’ finita ma ancora nel cassetto. L’anno scorso il regista aveva partecipato all’udienza generale del mercoledì nell’Aula Paolo VI e aveva avuto un incontro personale con il Pontefice nello studio adiacente. In questa occasione, aveva donato al Papa un libro fotografico dedicato al suo film Killers of the Flower Moon.

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Vucic ribadisce, ‘andrò a Mosca il 9 maggio, pronto a sanzioni’

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Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha ribadito che si recherà a Mosca il 9 maggio per partecipare, unitamente a Vladimir Putin, Xi Jinping e altri leader internazionali, alle celebrazioni per l’80/mo anniversario della vittoria sul nazifascismo. Parlando ai giornalisti al seguito in Florida, dove si trova da ieri in vista di un suo incontro con il presidente Usa Donald Trump, Vucic ha detto che intende mantenere la promessa fatta nei mesi scorsi al presidente russo, aggiungendo al tempo stesso di essere pronto ad affrontare per tale visita a Mosca ogni tipo di punizione e sanzione da parte di Bruxelles. E’ interessante vedere, ha osservato, come negli ultimi giorni ai briefing a Bruxelles l’unico problema riguardi Vucic e la Serbia. Confermando tuttavia che la Serbia è sulla strada verso l’integrazione europea, che non abbandonerà, e che lui personalmente è pronto ad accettare ogni tipo di sanzione.

“La Serbia, anche dopo tutto ciò, con questo o con un altro presidente visto che per me tra non molto scadrà il mandato, resterà sulla strada verso l’Europa”. Vucic ha detto che l’8 maggio, il giorno prima delle celebrazioni sulla Piazza Rossa, consegnerà al patriarca di Mosca Kirill una onorificenza conferitagli nei mesi scorsi, e ha espresso la speranza di poter aver un colloquio seppur breve anche con il presidente cinese Xi Jinping. “Potete immaginare quale importanza avrebbe ciò per la Serbia? Avere un bilaterale con il presidente americano, e avere successivamente incontri anche con i presidenti russo e cinese. Chi lo può fare oggi nel mondo?”.

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