E’ atteso con ogni probabilità domani il deposito in Procura della prima informativa sull’incendio divampato intorno alle 2.30 di sabato 31 dicembre nello stabile di Pasian di Prato (Udine) che ospita una comunità per minori non accompagnati. Nell’incendio ha perso la vita un ragazzo di 17 anni, di cittadinanza albanese, Ledjan Imeraj, mentre è rimasto gravemente ferito un altro adolescente, di nazionalità ghanese, di 16, che con il primo condivideva la stanza, trasferito al Centro grandi ustioni di Verona, e un operatore della struttura, portato all’Ospedale Santa Maria della Misericordia, a Udine; le sue condizioni non sono gravi, invece. Solo dopo il deposito degli atti, la Procura, coordinata dal Procuratore capo Massimo Lia, aprirà un fascicolo sul caso.
Al momento, infatti, non sono ancora state formulate ipotesi verosimili sulle cause del rogo; per chiarirle la Procura disporrà con ogni probabilità un accertamento tecnico. Nel frattempo, sono proseguiti anche oggi i lavori di messa in sicurezza dello stabile condotti dai Vigili del Fuoco, intervenuti subito sul posto; così come sono proseguiti anche gli accertamenti da parte dei Carabinieri. Lo stabile, intanto, è stato posto sotto sequestro. Informata dell’accaduto, la pm di turno della Procura di Udine, Laura Collini, si è immediatamente recata sul posto e ha svolto un sopralluogo per assumere le prime informazioni, compatibilmente con gli interventi di soccorso e messa in sicurezza. Appena saranno depositate le informative, è presumibile che la pm comincerà a sentire gli altri nove ospiti della struttura. Si tratta di minorenni rimasti tutti incolumi e subito ricollocati in un’altra struttura.
L’immobile è ora sotto sequestro e la salma è a disposizione dell’autorità giudiziaria udinese per effettuare ulteriori attività investigative, tra le quali l’autopsia. I tecnici dei Vigili del fuoco e gli investigatori dei Carabinieri dovranno individuare le cause del rogo, divampato al primo piano e poi esteso fino al tetto. Lo stabile, composto di un piano terreno e due piani, era praticamente nuovo (o ristrutturato da poco), gestito dalla cooperativa sociale Aedis onlus. La vittima era giunta in Fvg come minore non accompagnato nel 2020, viene descritta come un bravissimo ragazzo; seguiva un corso formazione per imparare un mestiere, quello di carrozziere. Dev’essersi svolto tutto in fretta. Lucrezia Lisco, figlia del coordinatore della Aedis, che dormiva in un appartamento attiguo, ha raccontato di essersi svegliata e di sentire le urla dei ragazzi senza poter intervenire, con alcuni ospiti che si lanciavano dalle finestre per sfuggire alle fiamme.