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In orbita Sentinel-1D, la nuova sentinella europea per monitorare la Terra

Lanciato con successo da Kourou il satellite europeo Sentinel-1D del programma Copernicus. Realizzato con un forte contributo italiano, rafforzerà il monitoraggio globale del pianeta e la ricerca ambientale.

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È ufficialmente in orbita Sentinel-1D, il nuovo satellite del programma europeo Copernicus, frutto della collaborazione tra la Commissione Europea e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Il lancio, avvenuto alle 22:02 italiane del 4 novembre dalla base di Kourou, in Guyana Francese, con il razzo Ariane 6, segna un passo decisivo per il futuro dell’osservazione della Terra.


Il completamento della missione Sentinel-1

«Questo lancio è importante per l’ESA poiché completa la missione Sentinel-1 di Copernicus: presto Sentinel-1D sarà pienamente operativo, insieme a Sentinel-1C», ha dichiarato Simonetta Cheli, direttrice dei programmi di Osservazione della Terra dell’Agenzia Spaziale Europea.

La missione, ha aggiunto Cheli, garantirà la continuità del servizio offerto dal programma Copernicus, «fondamentale per affrontare le sfide globali che ci attendono». Il satellite è stato rilasciato con successo dall’Ariane 6 dopo poco più di 30 minuti e il segnale è stato rilevato da Terra circa un’ora dopo.


Un contributo europeo e italiano alla scienza

Sentinel-1D è il quarto e ultimo satellite della serie Sentinel-1, realizzato sotto il coordinamento di Thales Alenia Space— joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%) — con il contributo degli stabilimenti italiani di Roma, Milano e L’Aquila.

L’Italia partecipa pienamente alla missione anche attraverso Leonardo, che ha fornito strumenti tecnologici avanzati, e tramite le partecipate Telespazio ed e-GEOS, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana.

«L’osservazione della Terra è un dominio strategico per affrontare le sfide globali e rafforzare la posizione tecnologica dell’Europa», ha spiegato Massimo Claudio Comparini, managing director della Divisione Spazio di Leonardo. «Con Sentinel-1D, Copernicus conferma la propria solidità e capacità di innovazione».


Il lancio con Ariane 6 e la collaborazione industriale

Il lancio è stato effettuato con il nuovo vettore europeo Ariane 6, giunto al suo quarto volo. I motori laterali, o booster, sono stati prodotti dall’italiana Avio, a conferma dell’eccellenza industriale italiana nel settore aerospaziale.

Per David Cavaillolès, CEO di Arianespace, «con questa missione Arianespace ha consegnato sette satelliti Sentinel per il programma Copernicus, dimostrando l’impegno europeo nell’utilizzare lo spazio a beneficio della vita sulla Terra».


La nuova sentinella del pianeta

Il satellite Sentinel-1D fornirà dati radar accurati e costanti per monitorare calotte glaciali, ecosistemi forestali, movimenti del suolo e variazioni ambientali. Un passo decisivo per la ricerca scientifica e la gestione sostenibile del pianeta.

Come ha ricordato Simonetta Cheli, «i cittadini europei beneficeranno direttamente delle informazioni di questa missione, che contribuirà a una migliore comprensione del nostro ambiente e delle sue trasformazioni».

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Esteri

Libia, arrestato l’ex capo della polizia giudiziaria di Tripoli per tortura e morte di detenuti

La Procura generale libica ha ordinato la detenzione di Osama Al-Masri Anjim, ex capo della polizia giudiziaria di Tripoli, accusato di torture e della morte di un detenuto. Il caso è seguito anche dalla Corte penale internazionale.

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La Procura generale libica ha disposto la detenzione preventiva di Osama Al-Masri Anjim, ex dirigente della polizia giudiziaria di Tripoli, con l’accusa di tortura di detenuti e della morte di uno di loro a seguito delle violenze subite.

La notizia è stata diffusa dalla tv Lybia24, che cita un comunicato ufficiale della Procura. L’ordine di arresto segue un’ampia indagine sulle violazioni dei diritti umani avvenute all’interno della principale struttura di riforma e riabilitazione della capitale libica.


Le accuse: torture sistematiche e una vittima deceduta

Secondo la nota della Procura, almeno dieci detenuti sarebbero stati sottoposti a torture e trattamenti crudeli o degradanti, e uno di loro sarebbe morto per le lesioni riportate.

Le indagini hanno permesso di raccogliere prove e testimonianze che hanno portato al rinvio a giudizio di Al-Masri, già interrogato e ora detenuto in attesa di sentenza.


Il coinvolgimento della Corte penale internazionale

Fonti giudiziarie ricordano che già nel luglio scorso la Procura di Tripoli aveva chiesto assistenza alla Corte penale internazionale (CPI) per ottenere ulteriori prove sul caso. L’inchiesta libica si inserisce, infatti, in un fascicolo già aperto a livello internazionale, che coinvolge lo stesso Al-Masri.

L’ex capo della polizia giudiziaria è infatti soggetto a un mandato di arresto internazionale emesso a inizio anno dalla CPI, che lo accusa di crimini contro l’umanità e crimini di guerra — tra cui omicidio, tortura, violenza sessuale e persecuzione — in relazione ai fatti avvenuti nel carcere di Mitiga, noto per le sue violazioni sistematiche dei diritti umani.


L’inchiesta prosegue in ambito nazionale

Con la decisione di oggi, la Procura libica ha riportato il caso all’interno del proprio perimetro giudiziario nazionale, aprendo la strada a un possibile processo interno.

Al-Masri, già in custodia cautelare, è stato formalmente incriminato dopo aver fornito elementi ritenuti sufficienti per la prosecuzione del procedimento.

La Procura ha ribadito che le indagini restano in corso, e che saranno valutati ulteriori sviluppi anche in coordinamento con le autorità internazionali, in uno dei casi più delicati degli ultimi anni per la giustizia libica.

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Cronache

Dimissioni del vescovo di Verdun, il Vaticano chiarisce: alla base relazioni con alcune donne

La Nunziatura apostolica in Francia chiarisce le vere ragioni delle dimissioni del vescovo di Verdun, Jean-Paul Gusching: relazioni con alcune donne. Aperta un’inchiesta canonica.

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Le relazioni con alcune donne sarebbero alla base delle dimissioni di monsignor Jean-Paul Gusching, ex vescovo di Verdun. Lo ha precisato la Nunziatura apostolica in Francia, che ha chiarito come le ragioni ufficialmente indicate — problemi di salute — siano state solo una parte della vicenda.


Le dimissioni e il chiarimento della Nunziatura

Monsignor Gusching si era dimesso alla fine di settembre, parlando di “motivi di salute”. Tuttavia, secondo la Nunziatura, la realtà è diversa: il prelato sarebbe stato invitato dal Papa a lasciare l’incarico a causa di comportamenti inappropriati nei confronti di alcune donne, considerati contrari ai voti sacerdotali.

La Nunziatura spiega che, nonostante le smentite e le versioni contraddittorie, Gusching aveva promesso al Dicastero per i Vescovi di evitare in futuro condotte simili. Tuttavia, vista la persistenza della situazione, papa Francesco ha deciso di accettare le sue dimissioni, entrate in vigore il 27 settembre 2025.


Le misure adottate dal Vaticano

L’ex vescovo vive ora in isolamento, in un luogo lontano sia dalla diocesi di Amiens, sua diocesi di origine, sia da quella di Verdun. Gli è vietato celebrare messa in pubblico o svolgere attività pastorali.

La Nunziatura ha inoltre precisato che le motivazioni di salute “sono state solo uno dei fattori” che hanno portato all’accettazione delle dimissioni, ma che il vero motivo era legato ai comportamenti personali del prelato.


Inchiesta canonica e segnalazione alle autorità civili

A seguito delle informazioni raccolte, è stata aperta un’inchiesta canonica preliminare, affidata a monsignor Stanislas Lalanne, vescovo emerito di Pontoise, assistito da monsignor Philippe Ballot, arcivescovo di Metz e amministratore apostolico di Verdun.

Contestualmente, un rapporto è stato trasmesso anche alle autorità civili francesi.
L’inchiesta canonica è tuttora in corso.

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La musica fa bene al cervello: ascoltarla ogni giorno riduce del 39% il rischio di demenza

Uno studio australiano su oltre 10.000 anziani dimostra che ascoltare musica o suonare uno strumento riduce fino al 39% il rischio di sviluppare demenza e problemi di memoria.

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La musica non è solo una forma d’arte, ma anche una potente medicina per la mente. Un nuovo studio condotto dalla Monash University di Melbourne su oltre 10.000 persone ha confermato gli effetti benefici della musica sul cervello, in particolare nella prevenzione del declino cognitivo e delle forme di demenza.


Lo studio: meno rischio di demenza per chi ascolta o suona musica

La ricerca, pubblicata sull’International Journal of General Psychiatry, ha seguito 10.800 adulti over 70 per diversi anni, monitorando il loro rapporto con la musica e confrontando le capacità cognitive tra chi la ascoltava regolarmente e chi no.

I risultati sono sorprendenti:

  • Chi ascoltava musica quasi ogni giorno ha mostrato un 39% in meno di rischio di sviluppare demenza o problemi di memoria.

  • Chi suonava uno strumento musicale ha registrato una riduzione del 35% del rischio.

Gli anziani che combinavano ascolto e pratica musicale hanno mostrato, nel complesso, migliori capacità di ragionamento, pianificazione e memoria, anche se questi benefici non sono stati quantificati in modo statistico.


Lo stile di vita conta più della genetica

Secondo Joanne Ryan, professoressa alla Monash University e autrice principale dello studio, i risultati dimostrano che “le demenze non sono solo legate all’invecchiamento e alla genetica, ma che lo stile di vita può influenzarne e prevenirne lo sviluppo”.

La musica, quindi, rappresenta una forma di allenamento mentale che stimola le funzioni cognitive e rallenta il naturale processo di invecchiamento del cervello.


Istruzione e benefici maggiori

Dallo studio emerge anche un altro dato interessante: i benefici dell’ascolto musicale sono più evidenti tra le persone con un alto livello di istruzione, probabilmente perché il cervello allenato ad attività complesse reagisce meglio agli stimoli musicali.

In ogni caso, gli esperti concordano su un punto: suonare o ascoltare musica con regolarità è un vero toccasana per il cervello, a qualsiasi età.

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