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Economia

In arrivo ecobonus 120%. Sconti da bici a centri estivi

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Acquisti di biciclette, spese per i centri estivi. Voucher per le vacanze in Italia. Si moltiplicano, nel decreto con le nuove misure economiche in arrivo la prossima settimana, i bonus destinati a famiglie e imprese per far fronte all’emergenza Coronavirus. Per accompagnare la ‘Fase 2′ e tentare una spinta alla ripresa, il governo studia anche un raddoppio per ecobonus e sismabonus una volta che saranno ripartiti tutti i cantieri, anche per le ristrutturazioni dei privati. E lo sconto, come indicato dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, potrebbe salire fino al 120%. I lavori privilegiati potrebbero essere in particolare quelli sull’isolamento termico degli edifici e sul rinnovo degli impianti di riscaldamento a gasolio dei condomini, che pero’ ‘trascinerebbero’ con se’ anche gli altri interventi – come la sostituzione di finestre o caldaie – se eseguiti contestualmente. Il meccanismo va ancora definito nei dettagli e potrebbe applicarsi ai lavori da inizio 2020 fino al 2022. Dovrebbe riguardare anche il sismabonus, che premia gli interventi per migliorare la classe antisismica degli edifici. Per sostenere le spese delle famiglie arriveranno una serie di contributi: chi ha un colf o badanti a ore, che magari ha continuato a pagare per non lasciare il lavoratore completamente scoperto, potra’ optare per la nuova indennita’ che, su apposita domanda all’Inps, consentira’ di avere tra i 400 e i 600 euro a chi ha perso in queste settimane almeno il 25% delle ore lavorate. Per chi avesse bisogno della babysitter per poter tornare al lavoro mentre i figli sono ancora a casa da scuola il bonus viene raddoppiato: in tutto diventano 1.200 che si potranno richiedere attraverso il libretto famiglia o anche, la novita’, per pagare le spese per i centri estivi.

Palazzo Chigi.

Per le famiglie con redditi fino a 36mila euro oltre al bonus ci sara’ anche una nuova detrazione ad hoc fino a 300 euro. Finora sono state circa 94mila le domande per i primi 600 euro di bonus baby sitting, di cui 60.276 bonus erogati sul libretto famiglia con 39.210 famiglie che ne hanno beneficiato, secondo gli ultimi dati Inps al 29 aprile. Sono oltre 242mila invece le domande per il congedo speciale, retribuito al 50%: i 15 giorni gia’ previsti diventano 30 e si potranno richiedere fino al 30 settembre. Anche il bonus per partite Iva e autonomi viene confermato per altre due mensilita’ e salira’ fino a 1000 euro per i piu’ danneggiati dalla crisi. Sara’ anche ampliata la platea di chi potra’ riceverlo: stagionali dei settori diversi dal turismo, lavoratori intermittenti, autonomi senza partita Iva che hanno avuto contratti occasionali, venditori a domicilio. Il bonus, peraltro, sara’ compatibile con il reddito di cittadinanza (fino a raggiungere i 600 euro), che a sua volta vedra’ un ampliamento della platea potenziale e che si potra’ integrare anche con il nuovo reddito di emergenza. Per incentivare la mobilita’ alternativa arrivera’ anche un ‘bonus bici’ da 200 euro che si potra’ chiedere se si vive in una grande citta’ per l’acquisto anche di biciclette a pedalata assistita o dispositivi segway, come hoverboard e monopattini. Per andare in vacanza, e promuovere il turismo in Italia, potrebbe arrivare invece un bonus fino a 500 euro a famiglia: ancora si sta lavorando, pero’, alla definizione dello strumento, valutando dove si potra’ spendere (ad esempio, anche per l’affitto di una casa vacanze o solo in hotel) e per quali servizi. Si sta valutando anche se distribuirlo sotto forma di voucher digitale, sulla falsariga del sistema 18app, attivo per il bonus cultura per i diciottenni.

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Economia

Mediobanca lancia offerta su Banca Generali: nasce un colosso del Wealth Management

Mediobanca offre la propria partecipazione in Generali per acquisire Banca Generali e rafforzarsi nel Wealth Management con 210 miliardi di attivi in gestione.

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Mediobanca ha ufficialmente lanciato un’offerta pubblica di scambio sul 100% di Banca Generali, proponendo al Leone di Trieste la propria partecipazione azionaria in cambio della controllata specializzata nel settore del risparmio gestito. L’operazione, annunciata attraverso una nota ufficiale, comporta per Mediobanca la cessione della sua quota in Generali e un simultaneo investimento in Banca Generali per un valore complessivo di 6,3 miliardi di euro.

Evoluzione del rapporto tra Mediobanca e Generali

Secondo quanto precisato da Piazzetta Cuccia, questa mossa rappresenta un cambiamento strategico nei rapporti tra Mediobanca e Generali: da un semplice legame finanziario si passa a una “forte partnership industriale”, segnando una nuova fase di collaborazione tra i due gruppi.

Obiettivo: la leadership nel Wealth Management

L’operazione permetterà a Mediobanca di rafforzare notevolmente la propria presenza nel settore del Wealth Management. Una volta completata l’aggregazione, il gruppo potrà contare su attivi in gestione pari a 210 miliardi di euro, ricavi per circa 2 miliardi e una capacità di crescita stimata in oltre 15 miliardi annui. Un passo decisivo che conferma la volontà di Mediobanca di posizionarsi come leader di mercato in un settore strategico e in forte espansione.

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Economia

Eurostat, in Italia povero il 9% dei lavoratori full time

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In Italia sale il rischio di povertà tra le persone che lavorano anche se impegnate a tempo pieno: nel 2024 gli occupati con un reddito inferiore al 60% di quello mediano nazionale al netto dei trasferimenti sociali sono il 9%, in aumento dall’8,7% registrato nel 2023. Una percentuale più che doppia di quella della Germania (3,7%). E’ quanto emerge dalle tabelle Eurostat appena pubblicate secondo le quali, invece, sono il 10,2% i lavoratori di almeno 18 anni occupati per almeno la metà dell’anno (sia full time che part time) a rischio povertà, anche questi in aumento rispetto al 9,9% del 2023 .

In Spagna la percentuale dei lavoratori impegnati full time poveri è del 9,6% mentre in Finlandia è al 2,2%. Per chi lavora part time la percentuale di chi risulta povero in Italia nel 2024 risulta in calo dal 16,9% al 15,7%. La povertà lavorativa sale in Italia soprattutto per i lavoratori indipendenti, tra i quali il 17,2% ha redditi inferiori al 60% di quello mediano nazionale (era il 15,8% nel 2023) mentre per i dipendenti la quota sale all’,8,4% dall’8,3% precedente. In Germania la quota degli occupati over 18 in una situazione di povertà è diminuita dal 6,6% al 6,5% mentre in Spagna è diminuita dall’11,3% all’11,2%. Soffrono in Italia di questa condizione soprattutto i giovani: tra i 16 e i 29 anni è povero l’11,8% degli occupati mentre tra i 55 e i 64 anni è il 9,3%. Nella povertà lavorativa conta il livello di istruzione.

Tra i lavoratori che hanno fatto la sola scuola dell’obbligo in Italia si registra un 18,2% di occupati poveri (era il 17,7% del 2023) mentre la percentuale crolla tra i lavoratori laureati, tra i quali solo il 4,5% risulta con un reddito inferiore al 60% di quello mediano nazionale. Ma in questo caso si registra un importante aumento, visto che la percentuale era al 3,6% nel 2023. Si registra invece un lieve calo della povertà tra gli occupati che hanno un diploma con il 9,1% in difficoltà nel 2024 a fronte del 9,2% dell’anno precedente.

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Economia

Parte l’ops su Bpm, Unicredit cerca dialogo col governo

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Da lunedì i soci di Banco Bpm potranno aderire all’offerta di Unicredit ma in questo momento tutti si chiedono se conviene, gli azionisti di Piazza Meda, la Borsa e lo stesso Andrea Orcel, il ceo di Piazza Gae Aulenti. Agli azionisti converrebbe vendere sul mercato. Per ciascuna azione di Bpm consegnata, che nell’ultima seduta di Borsa valeva 9,74 euro consegnata, si ricevono 0,175 azioni UniCredit (che venerdì valevano 50,87 euro), uno sconto che va oltre l’8 per cento. Improbabile un rialzo di prezzo ora che Unicredit deve fare i conti con i paletti imposti dal governo e con l’acquisizione di Anima che senza il Danish Compromise – una normativa europea che consente alle banche di acquisire assicurazioni con un minor assorbimento di capitale – pesa sull’indice patrimoniale di Banco Bpm e la rende meno attraente. L’offerta però resterà aperta fino al 23 giugno e nel frattempo Unicredit cerca un dialogo con il governo.

Le prescrizioni, tra cui il mantenimento del rapporto prestiti/depositi in Italia, le filiali di Banco Bpm in Lombardia e l’uscita dalla Russia entro il gennaio 2026, hanno un impatto che gli analisti di Jp Morgan hanno provato a calcolare: cento milioni di minori sinergie sui ricavi derivanti dalla stabilità del rapporto prestiti/depositi; 47 punti base di impatto CET1 derivante dall’uscita dalla Russia equivalente a 1,4 miliardi di capitale; 300 milioni di minori sinergie sui costi su un totale di 0,9 miliardi di euro. E in caso di inadempimento o violazione delle prescrizioni, secondo indiscrezioni, rischierebbe una multa compresa tra 300 milioni e 20 miliardi di euro. La normativa stabilisce infatti che la sanzione amministrativa possa arrivare fino al doppio del valore dell’operazione, e non sia inferiore all’1% del fatturato cumulato dell’ultimo esercizio approvato. Mentre Orcel si interroga se ne valga la pena, le tecnicalità vengono portate avanti e dopo una lunga istruttoria il 24 aprile è stato notificato alla DG Competition l’operazione di fusione e una risposta è attesa entro il 4 giugno.

“Data la forte complementarietà, presumiamo che non vi sia alcun piano di riduzione degli sportelli di in Lombardia”, sottolineano gli analisti di Jp Morgan, ricordando che Banco Bpm ha una quota di mercato del 13% contro il 6% di Unicredit. Resta in ogni caso sotto la soglia del 25% richiesta dall’Antitrust europeo. Il gruppo combinato avrebbe quote di mercato in eccesso solo in Sicilia (27%); raggiungerebbe il 24% in Val d’Aosta e Molise, il 23% in Piemonte, il 21% in Veneto e Lazio. La via del dialogo va percorsa, anche se il ministro Giancarlo Giorgetti tiene il punto e, a margine dei lavori del Fmi, non mostra segni di ammorbidimento. “Il governo deve valutare l’interesse nazionale, che non sono le competenze della Bce o della dg competition, è l’interesse nazionale. Qui (negli Usa ndr) ho capito che l’interesse nazionale risponde ad un concetto abbastanza virile anche in materia economica. In Italia abbiamo un concetto di interesse nazionale un po’ più lasco. Io li invidio gli americani”, ha chiosato.

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