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Nomine Rai in arrivo, Forza Italia conferma Agnes

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Conto alla rovescia per le nomine Rai, mentre in azienda scioperano i lavoratori per chiedere il rinnovo contrattuale e protestare contro la mancanza di risorse. La maggioranza sembra ormai decisa ad andare al voto per i nuovi consiglieri in Parlamento giovedì 26, anche se manca un accordo con l’opposizione per la presidenza e resta in forte dubbio il raggiungimento del quorum dei due terzi in Commissione di Vigilanza. Un quadro che getta qualche ombra sul futuro vertice, che potrebbe rimanere in una condizione di incertezza anche al di là dei passaggi previsti nei prossimi giorni.

Tra i partiti di governo c’è un accordo di massima sui nomi e cambiare anche una sola casella rischia di minare gli equilibri che sono stati trovati. La premier Giorgia Meloni spinge per l’insediamento come amministratore delegato di Giampaolo Rossi, per garantire all’azienda una guida pienamente operativa. La moral suasion su Forza Italia mirata alla ricerca di un nome di garanzia per la presidenza, gradito anche all’opposizione, non pare aver sortito effetti. Tanto che Maurizio Gasparri conferma la volontà di indicare per quel ruolo Simona Agnes. “Riteniamo che sia in grado di essere un punto di riferimento e garanzia per tutti – afferma -. Se poi sul presidente altri fanno valutazioni diverse, il clima lo peggiorano loro ma noi andiamo avanti con serenità e spirito inclusivo”. La strada, a meno di sorprese dell’ultim’ora, sembra, dunque, delineata.

Il Mef dovrebbe indicare Rossi e Agnes: il primo come Ad, la seconda per l’elezione a presidente in cda, come da prassi. Poi, forse già la prossima settimana, toccherebbe alla Vigilanza esprimere il gradimento. Qui però il quadro potrebbe complicarsi: l’opposizione appare ancora compatta sulla linea della non partecipazione al voto che impedirebbe alla maggioranza di ottenere il quorum per almeno due voti. Resta in bilico quello di Mariastella Gelmini, passata da Azione a Noi Moderati, ma ora nel gruppo misto. In Commissione non c’è una norma che preveda un automatismo per la sostituzione di un membro passato dalla minoranza al fronte opposto, ma va rispettata la proporzione della rappresentanza tra i due schieramenti che potrebbe essere inficiata. In mancanza di dimissioni, quindi, i gruppi di opposizione potrebbero chiedere ai presidenti di Camera e Senato di intervenire. Toccherà alle Camere indicare gli altri quattro membri.

La Lega dovrebbe orientarsi su Antonio Marano che appare in vantaggio su Alessandro Casarin. Entrambi, in caso di mancata investitura di Agnes, eserciterebbero le funzioni di presidente in quanto consigliere anziano. Il secondo, in realtà, verrebbe sopravanzato da Antonio Di Bella, ma la sua indicazione da parte del Pd, appare al momento improbabile. Elly Schlein sarebbe orientata a non indicare nessun nome, ma tra i parlamentari dem c’è chi ritiene più utile avere un proprio rappresentante in consiglio, che potrebbe essere Roberto Natale. Una linea, quest’ultima, portata avanti dal Movimento 5 Stelle, che dovrebbe confermare Alessandro Di Majo, anche sulla base della considerazione che il Media Freedom Act sanziona le ingerenze governative, ma non considera inappropriato che il Parlamento abbia un ruolo nelle nomine. Fratelli d’Italia, infine, dovrebbe indicare Valeria Falcone, anche se mantiene qualche chance Federica Frangi. Comunque dovrà essere una donna, per garantire le presenze femminili in cda. Giornata di protesta, intanto, in azienda, per lo sciopero indetto dai sindacati in seguito alla mancata approvazione da parte dei lavoratori dell’ipotesi di rinnovo del contratto di lavoro.

“Una mobilitazione così non si vedeva da anni – afferma il segretario di Slc Cgil, Riccardo Saccone -. L’adesione media è stata del 60% con picchi dell’85%. Lavoratrici e lavoratori non lasciano adito a dubbi: vogliono un nuovo contratto, un piano industriale solido, risorse economiche certe, il salvataggio di Rai Way e una governance indipendente”. Molte ripercussioni sul palinsesto: oltre ai tg in forma ridotta, sono stati cancellati Tg1 Mattina, Tg2 Italia Europa, Tg Regionali, Tg Leonardo, Unomattina, Agorà, Buongiorno Regione, Buongiorno Italia, La volta buona, Storie italiane, È sempre mezzogiorno, Elisir, I fatti vostri, Restart, Vita in diretta, Affari tuoi.

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A FI il seggio della Camera conteso al M5s

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Si profila un piccolo assestamento negli equilibri fra maggioranza e opposizione alla Camera, col centrodestra in procinto di salire di un seggio a scapito dell’area progressista. La Giunta per le elezioni di Montecitorio ha infatti accolto il ricorso dell’esponente di FI, Andrea Gentile, che, in seguito a un riconteggio dei voti, è stato “ripescato”. Nel caso in cui l’Aula confermi la decisione della Giunta, Gentile entrerà quindi nelle file dei deputati, prendendo il posto di Elisa Scutellà, eletta col M5s, che dovrà lasciare il Parlamento. Il ricorso di Gentile si basava sulla valutazione delle schede nulle e bianche del collegio in Calabria dove si è presentato per le elezioni politiche del 2022, senza essere eletto.

La Giunta, presieduta da Federico Fornaro (Pd), gli ha dato ragione. Il M5s ha protestato per diversi aspetti della vicenda: “Abbiamo chiesto il riconteggio anche dei voti validi – ha ricordato Scutellà – Questa è la prima volta che viene negato l’ampliamento dell’istruttoria, con l’apertura delle schede valide”. Nel Movimento i dubbi riguardano anche le dinamiche calabresi. Il presidente Cinque Stelle, Giuseppe Conte, ha parlato di “una grandissima ingiustizia per la democrazia, per il rispetto del voto dei calabresi”, una “terra difficile, dove ci sono tantissime inchieste sullo scambio politico mafioso di voto, ci sono tantissime inchieste per quanto riguarda un sistema clientelare ben collaudato”.

Gentile entrerà in Parlamento al posto di Scutellà in seguito a un’articolata catena di conseguenze: il ricorso ha riguardato il collegio uninominale di Catanzaro dove Gentile è arrivato secondo a 482 voti dall’esponente del M5s Anna Laura Orrico. Col riconteggio, a Gentile sono stati assegnate 240 schede in più rispetto a Orrico, che quindi ha “perso” il seggio. La deputata M5s era stata però eletta anche nel collegio proporzionale, che aveva “ceduto” alla collega di partito Scutellà. Ora Orrico “si riprenderà” il seggio che aveva ceduto a Scutellà, mentre Scutellà dovrà lasciare Montecitorio. “Per l’ennesima volta – ha detto Scutellà – la maggioranza, con la forza dei numeri, ha sacrificato quello che è il principio di democrazia”. L’ultima parola non è stata però ancora detta: quella spetta all’Aula della Camera. Per gli avvocati di Gentile, Oreste Morcavallo e Gisella Leto, il giudizio della Giunta per le elezioni è “un importante risultato che riafferma i valori di giustizia e di libertà del nostro Paese e in particolare del popolo calabrese”.

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Mattarella: tempi difficili, rispetto reciproco e dialogo

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In tempi difficili sono sempre più importanti i valori del “rispetto reciproco, del dialogo e del confronto, con l’ascolto delle opinioni altrui”. Questo è il messaggio che il presidente della Repubblica ha lanciato dall’università del Salento dove ha esaltato l’importanza del ruolo degli atenei per la crescita sociale del Paese e come “motore di sviluppo del territorio”. Per questo il capo dello Stato ha sottolineato la necessità di non allontanarsi da quel “meridionalismo adulto e protagonista” che rianimò il sud d’Italia dopo le rovine della seconda guerra mondiale. Sergio Mattarella è sceso nel mezzogiorno d’Italia, a Lecce, per partecipare alla cerimonia di inaugurazione del 70° anno accademico dell’Università del Salento, dove è stato accolto con estremo calore e da una serie di interventi molto diretti che hanno preceduto il suo intervento.

Appassionato e senza sfumature quello del rappresentante degli studenti, Enrico Greco, che ha interpretato la voce dei movimenti giovanili che in tutta Italia stanno protestando contro il ddl sicurezza: “mette in atto politiche repressive, con l’intento di fermare ogni voce contraria”. Così come netto è stato il giudizio su Gaza dove, ha detto dal palco, è in atto “un genocidio compiuto dallo Stato di Israele, che il mondo sta scegliendo di ignorare”. Anche il rettore ha toccato un tema caldo come quello delle migrazioni: “bisognerebbe lasciare posti vuoti per ricordare quei migranti che lasciamo morire in mare, quei migranti che sono tra i nostri migliori studenti”.

Vola alto poi Massimo Bray, direttore generale dell’enciclopedia Treccani, spiegando quanto sia importante il ruolo della formazione in tempi nei quali domina “l’individualismo sfrenato”, “uno dei maggiori pericoli che ci troviamo oggi ad affrontare – evidenzia – è quello contro la distorsione della realtà, la sottovalutazione del valore della memoria che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento, per la difficoltà di individuare fonti affidabili”. Parole, quest’ultime, che hanno trovato il consenso di Mattarella: oggi assistiamo a “mutamenti così profondi, veloci e radicali, dall’intelligenza artificiale alla grande intensità di strumenti di comunicazione” che c’è sempre più bisogno “di individuare nuovi equilibri e questi nuovi equilibri vanno trovati attraverso la cultura”.

Sempre ponendo “al centro di queste osservazioni la centralità della persona umana, i suoi diritti, la sua libertà”. Dal presidente viene un forte sostegno alla forza propulsiva delle università, le quali, oltre al sapere, devono insegnare l’equilibrio attraverso la cultura e il rispetto per le opinioni altrui. Questo è l’unico modo per tenere al centro la persona in un mondo di tumultuosi cambiamenti tecnologici. Infine un elogio del “dubbio”. Parola che sta perdendo l’accezione positiva del pensiero liberale che lo poneva al centro rispetto alle ideologie che impongono verità certe: e solo “attraverso il dubbio”, sottolinea Mattarella, si crea la capacità di ascoltare veramente “le opinioni altrui”.

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Cavo Dragone nuovo presidente del Comitato militare Nato

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L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone ha assunto questa mattina la carica di presidente del Comitato militare della Nato, la massima carica militare nell’ambito dell’Alleanza, e succede all’ammiraglio olandese Robert Bauer, che ha guidato il Comitato nei precedenti tre anni. Il presidente dirige il Comitato militare ed è il principale consulente del segretario generale e del Consiglio Atlantico. Inoltre ha anche un importante ruolo pubblico come rappresentante del Comitato, che lo rende il portavoce militare più alto dell’Alleanza su tutte le questioni militari.

 

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