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In 24 ore ancora 521 morti, “resiste seconda ondata”

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Ancora 521 decessi e 14.078 nuovi casi di positivita’ al virus SarsCov2 solo nell’arco delle ultime 24 ore. I dati giornalieri del ministero della Salute indicano come i valori dell’epidemia in Italia continuino a mantenersi elevati ed il trend, affermano gli esperti, evidenzia che e’ ancora in atto la seconda ondata pandemica e non ci sono segnali effettivi di una vera inversione della curva epidemica. Dall’inizio dell’emergenza ad oggi, i casi di Covid sono 2.422.728, mentre le vittime hanno raggiunto il numero complessivo di 84.202. Nelle ultime 24 ore sono stati 267.567 i test per il coronavirus (molecolari e antigenici) effettuati ed il tasso di positivita’ e’ al 5,2%, in aumento rispetto al 4,9% di ieri. Quanto ai ricoverati negli ospedali, sono 2.418 i pazienti in terapia intensiva, in calo di 43 nel saldo tra entrate e uscite. Nei reparti ordinari sono invece ricoverati 22.045 pazienti, in calo di 424 unita’ rispetto a mercoledi’. Questi dati, sottolinea Giuseppe Arbia, professore di Statistica economica all’Universita’ Cattolica Sacro Cuore di Roma e curatore del sito COVSTAT sull’andamento pandemico, “ci dicono che siamo ancora nel pieno della seconda ondata pandemica da Covid-19: la curva epidemica non sta scendendo in modo significativo ed il leggero calo dei valori su base settimanale non e’ comunque indicativo di un trend di riduzione effettiva in atto della circolazione del virus nel Paese”. Siamo cioe’ in una “situazione di stallo – spiega – e le leggere fluttuazioni che vediamo non hanno un valore indicativo. In realta’ tutti i parametri sono tornati su valori molto simili a quelli tra fine dicembre ed inizi gennaio, ma non calano”. Per quanto riguarda invece il tasso di positivita’, rileva, “il 25 dicembre era 9,75 ed una settimana fa era sempre su questi livelli. Ora e’ calato, ma va considerato che nel computo totale vengono adesso considerati anche i test antigenici e questo ha portato ad una riduzione del valore del tasso di positivi sul totale dei test effettuati”. La speranza, prosegue, “e’ che il calo di questo parametro non sia solo effetto dell’introduzione dei test antigenici. Ma se anche si trattasse di un calo effettivo – precisa l’esperto – bisogna considerare che il tasso di positivita’ e’ il primo valore ad abbassarsi quando la curva inizia a scendere, ma perche’ si abbassino anche gli altri parametri, dai decessi alle terapie intensive, bisogna poi attendere almeno un mese”. Il punto, avverte Arbia, e’ che “i livelli attuali, a partire proprio dalle terapie intensive, non sono sostenibili a lungo” e “l’unica soluzione per uscire da questa situazione di stallo della curva e’ adottare misure restrittive piu’ severe ma differenziate sul territorio, almeno fino ai primi effetti della campagna vaccinale. Al momento, non mi pare che siamo sulla strada giusta e non bisognerebbe aspettare oltre per adottare misure piu’ forti”. Dal canto suo la Fondazione Gimbe, nella consueta analisi settimanale, rileva come per effetto delle misure prese nelle festivita’ natalizie, nel periodo 13-19 gennaio 2021, rispetto alla precedente settimana, si riducono del 20% i nuovi casi di Covid-19 e sul fronte ospedaliero si riducono del 4,3% i ricoverati con sintomi e del 5,7% le terapie intensive. Calo che si riflette anche nei decessi (-4,4%). Nonostante il calo delle ospedalizzazioni, pero’, l’occupazione da parte di pazienti Covid continua a superare in 7 Regioni la soglia del 40% dei posti letto in area medica e in 11 Regioni la soglia del 30% delle terapie intensive. Pertanto, conclude il presidente Nino Cartabellotta, “bisogna prendere definitivamente atto che solo le zone rosse, come quelle imposte dal Decreto Natale, sono la vera arma per piegare la curva del contagio, destinata a risalire nelle prossime settimane per le minori restrizioni nelle Regioni arancioni e gialle, la riapertura delle scuole e il potenziale impatto delle nuove varianti”.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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