Dalle grandi battaglie sull’autonomia o sulla giustizia, alle misure specifiche per le imprese in crisi, a partire dall’Ilva. Sono innumerevoli i dossier che restano senza soluzione con la fine del governo gialloverde. Ecco in sintesi le partite rimaste in sospeso:
TAGLIO PARLAMENTARI: Salvo sorprese delle prossime ore, rimane al palo la riforma che dimezza deputati e senatori. Il voto finale era previsto alla Camera per il 9 settembre.
AUTONOMIA: Chiesta da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, (cui si e’ aggiunta la Campania), in assenza di sintesi politica la riforma si e’ arenata e non e’ approdata in Parlamento.
GIUSTIZIA: Oggetto di aspro scontro tra Lega e M5S la delega per la riforma e’ stata approvata solo in parte. In sospeso, tra l’altro, la separazione delle carriere e la prescrizione.
EUTANASIA: Dopo la fumata nera, a fine luglio, alla Camera e’ tutto fermo. Le commissioni Giustizia e Affari sociali non hanno trovato un’intesa, ne’ nella maggioranza ne’ tra le opposizioni.
SALARIO MINIMO: cavallo di battaglia M5S, osteggiato dalla Lega. Pur di introdurlo, Di Maio aveva anche promesso un taglio del cuneo fiscale per compensare le imprese. E’ fermo al Senato.
ASSESTAMENTO: manca l’ultimo ok al ddl che, insieme al decreto salva-conti gia’ approvato, ha consentito di evitare la procedura Ue. La Camera dovrebbe votarlo a meta’ settembre.
ILVA, WHIRLPOOL, RIDER E COLLABORATORI: il decreto ‘imprese’ e’ stato approvato a inizio settimana ma salvo intese. Restano nel limbo le tutele “a tempo” per l’Ilva, i fondi per mantenere la sede Whirlpool a Napoli e le tutele per rider e co.co.co.
PRIVATIZZAZIONI: erano previste per 18 miliardi quest’anno, ma non sono mai partite. Finora e’ stato solo avviata, ma da meta’ luglio, la cessione di immobili per 1,2 miliardi in due anni.
ALITALIA: c’e’ il nodo del ruolo dello Stato. Il Mef e’ gia’ autorizzato a entrare nella newco ma il ministro Tria ha sempre detto che la quota si vedra’ dopo il piano, atteso a settembre.
QUOTE LATTE E PRECARI SCUOLA: approvati salvo intese anche la proroga le multe per le quote latte e il decreto per i 54mila precari della scuola. I testi non sono in Gazzetta Ufficiale, nemmeno la proroga del Garante per la privacy.
NOMINE ANTITRUST, INPS, SACE : i gialloverdi avevano trovato un accordo sui garanti per Privacy e Concorrenza, e per i Cda di Inps e Inail, poi saltato. Atteso anche il rinnovo per Sace. MPS: resta appeso anche il destino di Mps. Il Mef entro fine anno deve dire come intende uscire dal capitale della banca, salvata con la ricapitalizzazione precauzionale a fine 2015.
COMMISSIONE BANCHE: non vedra’ la luce la nuova bicamerale sul sistema bancario. I partiti hanno dato le liste appena prima della chiusura delle Camere e si doveva insediare a settembre.
REVISIONE TASSE CASA: resta al capolinea anche l’accorpamento di Imu-Tasi, con esenzioni per gli immobili sfitti o occupati, che era all’esame della Camera. La promesse era di portare le norme in manovra, insieme al taglio della Tasi per 1 miliardo.
CHIUSURE DEI NEGOZI: la proposta che dimezzava le aperture domenicali e festive, cara piu’ al M5S che alla Lega, si era gia’ arenata in primavera e ora tornera’ nel cassetto.
ACQUA PUBBLICA: la riforma della governance del servizio idrico, per una gestione tutta pubblica, era in cima ai piani M5S ma non piaceva alla Lega. Tornera’ una promessa elettorale
GOLDEN POWER: C’era un decreto che si era gia’ deciso di fare decadere (scade il 9 settembre), sostituito da un disegno di legge delega piu’ ampio. A questo punto si blocca la riforma
SEMPLIFICAZIONI E RIFORMA P.A: non avranno seguito nemmeno le 12 deleghe inviate dopo lunga gestazione in Parlamento per la semplificazione della P.a. ne’ la riforma dei dirigenti pubblici.