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Cronache

Il presidente Mattarella accoglie la salma di Antonio Megalizzi, l’Ordine dei giornalisti lo “iscrive” post mortem

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha accolto all’aeroporto di Ciampino la salma del reporter ventinovenne Antonio Megalizzi, il nostro connazionale che e’ tra le cinque vittime della strage di Strasburgo dell’11 dicembre quando il terrorista dell’Isis Cherif Chekatt – poi ucciso dalla polizia francese – ha fatto fuoco seminando morte e terrore al mercatino di Natale. A ricevere il feretro, avvolto dal tricolore e riportato in Italia da un volo di Stato partito da Strasburgo sul quale hanno viaggiato anche Domenico Megalizzi, padre del giovane, e Luana Moresco, la sua fidanzata – accorsi a Strasburgo al capezzale di Antonio – c’erano anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro e il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti. Dopo l’effettuazione della tac disposta dalla pm Tiziana Cugini della Procura di Roma che ha aperto un fascicolo, il feretro di Antonio con l’assistenza dell’unita’ di crisi della Farnesina arrivera’ a Verona sullo stesso aereo che lo ha riportato in Italia. Sara’ scortato fino a Trento da una staffetta della polizia. Qui, molto probabilmente giovedi’, ma forse anche venerdi’, si terranno i funerali nella cattedrale. Nelle chiesa del Cristo re, intanto, nel quartiere dove il reporter e’ cresciuto, la citta’ si e’ gia’ raccolta in preghiera per stare vicino alla famiglia Megalizzi: la mamma di Antonio e’ catechista e la sorella Federica canta nel coro della messa. L’arcivescovo Lauro Tisi accogliera’ la bara che sara’ portata subito nella chiesa parrocchiale che rimarra’ sempre aperta per la camera ardente fino al giorno delle esequie per consentire a tutti di aver modo di porgere un ultimo saluto. Non si ferma la commozione per la brutale morte di Antonio, colpito da una pallottola alla testa, e si susseguono le iniziative per non dimenticarlo e far vivere il suo appassionato europeismo. L’Ordine dei giornalisti gli ha reso omaggio iscrivendolo in memoria all’Albo dei professionisti in questo modo accogliendo la proposta fatta da Mauro Keller, presidente dell’ordine regionale trentino. Sul sito dell’Universita’ di Trento e’ stata aperta una sezione per i messaggi e i pensieri della comunita’ universitaria. “La tragica scomparsa di Antonio – ha detto il rettore Paolo Collini – ha riempito di profonda commozione il nostro ateneo e tante sono state le persone che in questi giorni ci hanno contattato per condividere una riflessione o un ricordo. Con le nostre parole potremo contribuire a tenere viva la sua memoria”. A Megalizzi, studente a Trento della Scuola di Studi internazionali, laureato a Verona in Scienze della Comunicazione, e’ dedicato il concerto di Natale della Corale polifonica e dell’Orchestra UniTrento, in programma giovedi’, nella chiesa di Santa Maria Maggiore. Il ministro dell’Istruzione Marco Busseti ha assicurato a Collini il pieno sostegno al progetto Europhonica ideato da Antonio. Il consiglio regionale del Piemonte ha ricordato le vittime di Strasburgo e Megalizzi “un ragazzo pieno di voglia di vivere, che credeva nei valori dell’Europa unita”. Era a Strasburgo per seguire il lavoro dell’Europarlamento. Con lui e il suo amico e collega polacco, Barto Pedro Orent-Niedzielski detto Bartek, colpito mentre era con Antonio e morto anche lui in ospedale, sono 82 i giornalisti che nel 2018 hanno perso la vita ‘sul campo’.

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Cronache

Nespoli in carcere dopo 15 anni di processi: fine della parabola politica dell’ex senatore

L’ex sindaco di Afragola si è costituito nel carcere di Larino: condanna definitiva a 5 anni e mezzo per bancarotta.

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Dopo quindici anni di vicende giudiziarie, si chiude la lunga parabola politica e processuale di Vincenzo Nespoli (foto Imagoeconomica). L’ex senatore, già sindaco di Afragola, si è costituito ieri mattina presso il carcere di Larino per scontare la condanna definitiva a 5 anni e 6 mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta. A infliggergli la pena è stata la Corte di Cassazione, mettendo fine a un caso iniziato nel lontano 2010.

La bancarotta della società di vigilanza “La Gazzella”

Al centro dell’inchiesta c’è il fallimento della società di vigilanza “La Gazzella”, finita sotto la lente della Guardia di Finanza di Napoli e dei pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock. Per gli inquirenti, Nespoli era il dominus occulto della società e avrebbe distratto fondi rilevanti, sottratti ai contributi previdenziali dei dipendenti e a una presunta “vendita” dei posti di lavoro. Denaro, secondo gli atti, poi dirottato verso la società Sean, impegnata in un ambizioso progetto edilizio ad Afragola.

Oltre alla pena detentiva, a luglio 2024 la Corte d’Appello di Napoli ha condannato Nespoli al risarcimento di 16 milioni di euro al curatore fallimentare, più altri 127mila euro per spese legali.

Un peso sulla politica locale

La condanna di Nespoli rischia di scuotere gli equilibri politici del Comune di Afragola, oggi guidato da Antonio Pannone, sostenuto da una coalizione di centrodestra in cui è presente anche la Lega, partito dove Nespoli aveva trovato spazio dopo gli anni in AN e PDL. Nonostante non rivestisse incarichi ufficiali, era ritenuto il vero regista politico della maggioranza. La sua uscita di scena potrebbe innescare nuove fratture in un’amministrazione già segnata da malumori interni e crisi sfiorate.

L’odissea giudiziaria

L’iter giudiziario di Nespoli è stato lungo e complesso. La prima condanna risale al processo di primo grado con 8 anni di carcere, poi ridotti a 6 in appello. Ma la Cassazione ha annullato due volte le sentenze, nel 2019 e nel 2022, ordinando nuovi giudizi. Lunedì, la terza sezione penale ha messo il punto definitivo alla vicenda.

Emblematica anche la fase iniziale dell’inchiesta: nel 2010, il gip Alessandro Buccino Grimaldi chiese al Senato l’autorizzazione per i domiciliari. Ma Palazzo Madama, a voto segreto, respinse la richiesta, garantendo a Nespoli l’immunità. Immunità che perse nel 2013, quando il PDL decise di non ricandidarlo, e così l’ex senatore trascorse nove mesi ai domiciliari.

Fine di un’epoca

Con l’ingresso nel carcere di Larino, si chiude una stagione politica controversa e segnata da potere, cadute e rinascite. Nespoli ha rappresentato, nel bene e nel male, un pezzo di storia recente di Afragola e della destra campana. Ora il sipario è calato.

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Emergenza casa a Napoli: servono 20mila alloggi pubblici, ma mancano i fondi

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A Napoli il fabbisogno di alloggi pubblici ha superato quota 20mila unità, ma il Comune è costretto a fare i conti con risorse limitate. A lanciare l’allarme è Laura Lieto, vicesindaca e assessore all’Urbanistica, alla vigilia del convegno all’Albergo dei Poveri, incentrato sull’emergenza abitativa e sul ruolo dei nuovi strumenti urbanistici.

Una domanda abitativa in crescita, anche tra i ceti medi

Secondo i dati ISTAT del 2019, il 38% delle 377.595 famiglie napoletane vive in affitto, una percentuale rimasta stabile anche nel 2024. A colpire, però, è il cambiamento nella composizione della domanda: sempre più famiglie che prima potevano permettersi una casa di proprietà, oggi richiedono un alloggio pubblico o un sostegno all’affitto.

Il bando della Regione Campania del 2022 ha ricevuto oltre 19.800 domande per il sostegno all’affitto da parte di famiglie con ISEE inferiore a 15mila euro. Solo 8.656 di queste sono state ammesse, lasciandone 11.200 escluse per mancanza di fondi.

Rigenerazione urbana e social housing: la strategia del Comune

La risposta del Comune passa dal nuovo Piano Urbanistico Comunale (PUC) che prevede consumo di suolo zero e punta sulla rigenerazione degli immobili pubblici in disuso. L’obiettivo è creare nuovi alloggi Erp e promuovere il social housing, cioè edilizia a prezzi calmierati in collaborazione con privati. Le aree individuate per questi interventi sono Gianturco, Poggioreale e il Centro Direzionale, nell’ambito della variante orientale che comprende anche il progetto “Porta Est”.

In parallelo, si lavora a un accordo con la ex Provincia, per pianificare l’emergenza casa su scala metropolitana. “Non vogliamo spingere fuori le famiglie – sottolinea Lieto – ma offrire nuove opportunità dentro e intorno Napoli”.

I numeri del PNRR: in cantiere 3.367 nuove case

Grazie ai fondi del PNRR sono in corso 3.367 interventi di ricostruzione e nuova costruzione, pari a circa 10mila vani, ma si tratta principalmente di abbattimenti e ricostruzioni di alloggi ERP già assegnati. Nel dettaglio:

  • Ricostruzioni: 366 a Chiaiano, 605 a Pianura, 410 a Soccavo, 360 a Taverna del Ferro, 104 ai Bipiani di Ponticelli, 433 a Scampia

  • Ristrutturazioni: 65 a Pianura, 304 a Barra, 172 a San Pietro a Patierno

  • Nuove costruzioni: 124 a Soccavo, 24 a Poggioreale, 400 a Ponticelli

Un piano che non basta però a colmare il gap abitativo, ma che sarà potenziato dal nuovo PUC, con un mix di edilizia pubblica, sociale e di mercato per affrontare strutturalmente una delle più grandi sfide di Napoli.

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Addio a Nino Petrone, maestro del giornalismo sportivo e giudiziario

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Nino Petrone ha vissuto gli ultimi momenti nella sua Salerno, quella città a cui è rimasto sempre profondamente legato, nonostante una vita passata tra Milano, Roma e le capitali dello sport mondiale. Si è spento a 84 anni, circondato dall’affetto della sorella Annamaria e dei suoi nipoti.

Una carriera da inviato speciale tra sport, cronaca e passione

La carriera giornalistica di Petrone nasce nella redazione del Mattino di Salerno, ma i primi passi non furono nello sport: si occupò di cronaca giudiziaria, armato solo di taccuino e penna, a piedi, perché non ha mai guidato. Da lì, il salto nei grandi giornali: prima al Corriere dello Sport, grazie ad Antonio Ghirelli, e poi al Corriere della Sera e al Messaggero, come inviato nei più importanti eventi sportivi.

Da esperto osservatore della politica sportiva e del mondo arbitrale, i suoi giudizi erano temuti nei palazzi del potere sportivo. I suoi articoli erano un concentrato di informazione, stile e graffio, e mai scontati. Alcuni dei suoi memorabili scoop sono stati raccolti nel libro Racconti corsari, scritto con il generale dei carabinieri Vittorio Tomasone.

La Salernitana, il mare e il Premio Charlot

Aveva solo otto anni quando vide per la prima volta la Salernitana dal vivo. Era il 1947 e i granata del Sud sfidavano il Grande Torino: “Segnò Buzzegoli, poi ne prendemmo quattro da Valentino Mazzola”, ricordava con emozione. Fu lui a suggerire il nome Stadio Arechi per il nuovo impianto cittadino.

Amava visceralmente il mare del Cilento e della Costiera, e la vela era un’altra sua grande passione, condivisa con il dirigente sportivo Raffaele Pagnozzi. Cultore del cinema, seguiva i festival e fu presidente del Premio Charlot a Salerno.

Lo stile e i consigli a chi inizia il mestiere

Nonostante fosse nato nel 1940, non rifiutava i social né la rete. Ai giovani, però, raccomandava sempre di “documentarsi e scrivere con chiarezza”. Il suo stile era inconfondibile, così come la sua umanità: “Persona unica molto più che speciale”, lo ha ricordato con commozione Gianfranco Coppola, suo allievo prediletto.

Oggi Salerno saluta uno dei suoi figli più illustri. Alle ore 16, nella Chiesa dei Salesiani in via Francesco La Francesca, l’ultimo saluto a Nino Petrone. Non potrà vedere l’ultima sfida salvezza della sua amata Salernitana, ma continuerà a seguirla da lassù, dove i veri appassionati restano eterni.

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