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Il Lecce e l’arbitro espugnano il San Paolo con tre gol e un rigore non visto

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Il Lecce al San Paolo è l’occasione per il Napoli di muovere la classifica e avvicinarsi alla zona Europa ancora lontana per colpa di un momento molto difficile che portò all’esonero di Carlo Ancelotti e all’arrivo di Gattuso. Per Ringhio inizio difficilissimo, ora però sembra che la squadra cominci a girare, anche grazie al mercato di riparazione a gennaio. Non è una partita facile. I salentini sono una squadra ostica. Fa sempre una buona fase difensiva e con dei buoni attaccanti (Saponara e Lapadula) riesce spesso a pungere in contropiede. Il match è sin dapprincipio nelle mani del Napoli che schiaccia il Lecce nella sua area. Buona però la difesa del Lecce che fino alla mezz’ora pur concedendo al Napoli al superiorità in campo, non rischia mai nulla. Al 29 minuto arriva purtroppo la doccia fredda per il Napoli.

In una azione di rimessa il Lecce, grazie ad un bel tocco di Lapadula, va in gol. Pochi minuti e Lorenzo Insigne pescato in area da solo, spalle alla porte prova un pallonetto con un rovesciata. Portiere superata ma la palla si stampa sul palo. Fino al 45esimo non succede più nulla. In avvio di secondo tempo, entra Mertens al posto di Lobotka e la manovra offensiva del Napoli diventa più effervescente. Passano appena 3 minuti e al 48esimo grazie ad una bella sgroppata di Insigne sulla sinistra, Mertens prima disorienta i difensori del Lecce incrociando il suo compagno di squadra, poi riceve palla, fa due passi e crossa al centro sui piedi di Milik che mette in gol. È pareggio. Al minuto 55 Insigne viene pescato da solo davanti a Vigorito, che riesce a parare il tiro dell’attaccante azzurro. Al 61 minuto Lapadula grazie ad una dormita collettiva del Napoli in difesa incorna di testa un cross che sembra inoffensivo da sinistra  mette alle spalle di Ospina che anche in questo caso guarda la palla entrare. Ancor una volta il Napoli viene colpito nel momento in cui spingeva forte per andare in vantaggio.

Il Napoli torna a spingere ma il Lecce si difende con ordine e gli attaccanti azzurri sono imprecisi. Al 70 esima un’altra bella azione del Lecce che dalla sua area difensiva scende fin davanti ad Ospina mettendo il portiere in serie difficoltà. Ospina è riuscito a ribattere prima un colpo di testa e poi un tiro a distanza ravvicinata. Al 72 esimo Donati abbatte in area Milik, l’arbitro Giua ammonisce Milik per simulazione. Dal Var sembra fallo. L’arbitro segna l’ammonizione ma poi chiede al Var di controllare la sua decisione. Conferma ammonizione e fallo per il Lecce. Una decisione sbagliata che cambia il corso della partita. Ma l’arbitro può decidere in autonomia e lo fa danneggiando il Napoli in maniera seria. Il contatto c’è,  Milik cade. Ma non si può fare nulla. Al minuto 81 calcio di punizione per il Lecce a 30 metri. Sulla palla ci va Mancosu. Il suo tiro è forte e preciso, imparabile. È il gol del 3 a 1 per il Lecce.  Sembra davvero difficile per il Napoli recuperare una situazione così difficile. Al minuto 89 segna Callejon con una bella rovesciata spalle alla porta. Il Napoli va sul 2 a 3. Manca però solo 5 minuti di recupero alla fine di un match segnato da un arbitraggio sciatto e impreciso.

 

 

 

 

 

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Masters 1000 di Madrid, Matteo Arnaldi elimina Novak Djokovic: il mio idolo, è incredibile

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“Novak è il mio idolo, ero già contento di poterci giocare contro, perchè non era mai successo. Invece l’ho battuto è incredibile”. Così Matteo Arnaldi dopo aver eliminato Novak Djokovic al secondo turno del Masters 1000 di Madrid. “Per riuscirci ho dovuto giocare al mio meglio – ha continuato l’italiano n.44 al mondo -. Sapevo che lui non è in un gran momento di forma così ho cercato di portare avanti gli scambi e cercar di farlo sbagliare”. “Ovviamente ero molto teso all’inizio, quasi me la facevo sotto, anche perchè da quando avevo 9 o 10 anni ho cominciato a guardare le sue partite – ha ammesso Arnaldi, 24 anni – ma poi con l’andare avanti della partita mi sono calmato. Sono stato contento di prendere il break per primo, perchè sapevo che prima o poi me l’avrebbe fatto lui. E’ stato tutto perfetto”.

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A San Siro arriva la Roma, l’Inter cerca il riscatto

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Tornare subito a correre. È questo l’obiettivo dell’Inter di Simone Inzaghi che, dopo le sconfitte contro Bologna e Milan in Coppa Italia, vuole rialzarsi immediatamente per non perdere terreno nel testa a testa scudetto con il Napoli di Antonio Conte. L’ultima volta in cui i nerazzurri incapparono in due sconfitte consecutive, nell’annata 2022/23, servì del tempo alla squadra di Inzaghi per rialzarsi, visto che seguirono due pareggi prima di ritrovare la vittoria. Stavolta però, con il traguardo vicino e la concorrenza spietata, la risposta dovrà essere immediata. Domani a San Siro (si va verso il tutto esaurito), arriverà la Roma di Claudio Ranieri, a caccia di punti preziosi nella corsa per la Champions League.

Inzaghi prepara una mini-rivoluzione nella formazione rispetto al derby perso mercoledì: saranno infatti sette i cambi nell’undici titolare, anche a causa delle assenze per squalifica di Bastoni e Mkhitaryan, con il tecnico che si affiderà agli altri suoi titolarissimi per tornare subito a conquistare i tre punti. Nel consueto 3-5-2, l’Inter dovrebbe schierarsi con Sommer in porta, Pavard, Acerbi e Bisseck a comporre la linea difensiva; Darmian e Carlos Augusto agiranno sulle fasce, con Barella, Calhanoglu e Frattesi in mezzo al campo. In attacco, Lautaro Martinez sarà sicuro del posto, mentre al suo fianco è ballottaggio tra Arnautovic e Correa. Grande fiducia dunque in capitan Lautaro Martinez, vero punto di riferimento per Inzaghi in questa fase cruciale della stagione.

L’argentino infatti ha disputato da titolare 23 delle 27 partite ufficiali giocate dall’Inter nel solo 2025, saltandone due per infortunio e riposando solo in altre due occasioni restando in panchina per tutta la durata del match. E per il capitano interista sorridono le statistiche contro la Roma: nelle ultime sei sfide di Serie A contro i giallorossi, Lautaro ha partecipato a tre reti, con due gol e un assist, riscattando un inizio complicato nei precedenti incroci con la squadra capitolina. Inzaghi potrà inoltre contare su importanti rientri in panchina: Denzel Dumfries e Piotr Zielinski sono nuovamente a disposizione dopo i rispettivi problemi fisici. Più incerta invece la situazione di Marcus Thuram, visto che il francese continua il suo recupero e spera di tornare disponibile per la delicatissima semifinale di Champions League contro il Barcellona, in programma mercoledì prossimo al Montjuïc.

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Conte studia per un Napoli vincente in casa con Torino

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Testa tutta sul Torino, senza pensare all’Inter reduce da due sconfitte, senza farsi condizionare dal risultato che arriverà nel pomeriggio dal match dei nerazzurri contro la Roma. E’ linea che il tecnico Conte ha impartito al suo Napoli in questi giorni. L’aggancio ai nerazzurri in testa alla classifica è avvenuto lo scorso week end grazie a un Napoli, secondo dal 15 febbraio, che non ha mai mollato la presa. La vittoria a Monza coincide con la prima volta in cui il club azzurro è riuscito a vincere due partite di fila, una striscia che non gli riusciva dal 25 gennaio, quando gli azzurri sconfissero la Juventus, inanellando ben quattro vittorie consecutive.

Domani sera il Maradona vuole vedere Lukaku e compagni tornare a quel ritmo, quello dei tre punti a partita, firmando la terza vittoria di fila nella speranza che i giallorossi rallentino la squadra di Inzaghi concedendo al Napoli la vetta in solitaria. Obiettivi importanti, in sostanza, che si costruiscono con determinazione giornata dopo giornata. Lo sa bene il gruppo azzurro che in queste settimane è blindato a Castel Volturno, con pochi occhi a osservare le idee che Conte si prepara a mettere in campo. Il tecnico azzurro ha deciso di non fare conferenza stampa nella giornata in cui si sono celebrati i funerali di Papa Francesco ma qualche idea è trapelata come quella balenata sulla difesa, visto che difficilmente Buongiorno possa recuperare per la partita di domani.

Con Juan Jesus che ha detto addio al finale di stagione, l’alternativa al centro sembra essere solo Rafa Marin. Una soluzione innovativa però potrebbe essere quella di spostare Olivera da terzino sinistro a centrale, al fianco di Rrahmani, mettendo in campo Spinazzola sulla fascia sinistra. Un’idea suggerita dal ruolo di difensore centrale che Olivera ricopre con l’Uruguay ma nella difesa a tre schierata dal ct Marcelo Bielsa. Gli infortuni pesano tanto e questi giorni di avvicinamento al match sono serviti a Conte per capire se si può tentare lo spostamento.

Le risposte arriveranno però solo domani sera, in un match che non vedrà in campo l’ex granata Buongiorno. All’andata la vittoria azzurra venne firmata da McTominay e il centrocampista scozzese ha voglia ancora di segnare e di giocare al meglio, come nelle ultime gare. Come Lukaku, d’altronde, che dopo avere segnato nelle ultime tre partite al Maradona, tiene gli occhi puntati sull’obiettivo scudetto.

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