La danza è un’arte senza tempo che appartiene a tutte le culture e che si esprime attraverso il corpo e che nell’antichità era rappresentata da Tersicore, una delle Muse, che per la religione greca, rappresentavano l’ideale supremo dell’arte. A Napoli da 40 anni ormai c’è una scuola di danza classica e contemporanea che ha sfornato talenti, allevato giovani danzatori che hanno portato il balletto con le coreografie da loro interpretate in tutto il mondo. Questa scuola è l’Harmony, nel cuore della città e Juorno.it racconta le storie dei protagonisti, a partire dal fondatore, il Maestro Arnaldo Angelini.
1/Arnaldo Angelini. Ha fatto della danza una missione alla quale si dedica con tutte le sue energie, convinto che la danza sia la ragione della sua vita. Un segno del destino e una vocazione precoce, uniti alla tenacia e all’abnegazione, che mette nell’insegnamento, fanno di Arnaldo Angelini un Maestro diverso dagli altri.
In un’epoca in cui regna il pressappochismo, Angelini, da decenni, porta avanti la sua scuola Harmony, proteso alla tutela del patrimonio didattico pedagogico della danza stessa. Ballerino e Maestro al Teatro San Carlo, ha due figli, Marcello che è Direttore del Tulsa Ballet in Oklahoma, una delle migliori compagnie d’America, e Stefano, solista al Teatro San Carlo, anch’egli convinto che la danza sia un patrimonio da proteggere e salvaguardare.
È un Maestro capace di riconoscere qualsiasi patologia al primo sguardo, tra i pochi Maestri a lavorare in stretta collaborazione con un ortopedico, per impedire danni e rimediare ai tanti causati dalla inconsapevole colpevolezza dei pseudo-insegnanti. Purtroppo sono molti quelli che si improvvisano insegnanti e a farne le spese sono gli allievi che ne avranno il fisico irrimediabilmente danneggiato perché costretti in posizioni scorrette ed imprecise, messi sulle punte in eta’ prematura con conseguenze dannose sulla crescita ossea ed articolare degli arti inferiori e della colonna vertebrale.
Il Maestro Angelini sostiene che i suoi insegnanti sono anche i suoi allievi. Attraverso loro continua ad imparare.
Di Angelini Carla Fracci ha detto: “Le scuole di danza dovrebbero ringraziarlo per aver fatto crescere l’amore per la danza e aver fatto riempire sia i teatri che le scuole”
Tra gli allievi da citare, tra i tanti che sono entrati a far parte di compagnie prestigiose, nazionali ed internazionali, prima di tutti annovera il figlio Marcello, attualmente direttore del Tulsa Bullet. Ne è orgoglioso per quello che ha fatto, e perché porta Napoli nel Mondo.
Pur essendo stato un bravo ballerino solista del Corpo di Ballo del Teatro San Carlo, Angelini ama maggiormente il suo lavoro di maestro. E un idealista, ma anche un concreto. L’essere stato ballerino gli è servito per diventare un buon maestro. In palcoscenico è stato un buon professionista e un buon solista, ma voleva essere un maestro, per questo ha studiato ed è andato molto oltre le conoscenze richieste. Da 43 anni dirige la Scuola di Danza Classica Harmony con il massimo della passione.
La foto è di Maurizio De Nisi fotografo ufficiale per Harmony
Arnaldo Angelini, fondatore della Harmony, Scuola di Danza classica e contemporanea, maitre de Ballet Teatro San Carlo di Napoli, Maestro abilitato all’insegnamento della danza classica all’Accademia Nazionale della danza di Roma dove è stato anche maestro al corso di aggiornamento per gli insegnanti nel 1986; insegnante ospite del Centre International de Danse di Rossella Hightower a Cannes per dieci anni durante gli stage estivi, Premio Vesuvio per la danza nel 1980, membro del direttivo dell’Associazione Insegnanti di Danza.Maestro al teatro Verdi di Trieste, al Tulsa Ballet di Tulsa, Oklahoma, al Teatro Massimo di Palermo, al Ballo delle debuttanti della Scuola militare Nunziatella di Napoli. Angelini – che è membro del CID UNesco- ha vinto il Premio Masaniello 2016 ed è stato giudice nel programma di Rai 1 “Prodigi”.
Diplomata alla scuola di Danza classica diretta da Arnaldo Angelini nel 1980, diploma accademico all'insegnamento della danza classica presso l'Accademia nazionale di danza di Roma nel 1985. Dal 1986 docente presso la scuola Harmony
Stop all’automatismo che impone la sospensione della responsabilità genitoriale per i genitori condannati per maltrattamenti in famiglia. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n. 55 del 2025, dichiarando illegittimo l’articolo 34, secondo comma, del Codice penale nella parte in cui non consente al giudice di valutare in concreto l’interesse del minore.
Una norma rigida che non tutela sempre i figli
L’automatismo previsto dalla norma, secondo cui alla condanna per maltrattamenti in famiglia (articolo 572 c.p.) segue obbligatoriamente la sospensione della responsabilità genitoriale per il doppio della pena, è stato giudicato irragionevole e incostituzionale. Secondo la Consulta, la previsione esclude qualsiasi valutazione caso per caso e impedisce al giudice di verificare se la sospensione sia effettivamente nell’interesse del minore, come invece richiedono gli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione.
Il caso sollevato dal Tribunale di Siena
A sollevare la questione è stato il Tribunale di Siena, che aveva riconosciuto la responsabilità penale di due genitori per maltrattamenti nei confronti dei figli minori, ma riteneva inadeguato applicare in automatico la sospensione della responsabilità genitoriale. Il giudice toscano ha evidenziato la possibilità concreta che, in presenza di una riconciliazione familiare e di un miglioramento del contesto domestico, la sospensione potesse arrecare un danno ulteriore ai minori.
Il principio: al centro l’interesse del minore
La Corte ha ribadito che la tutela dell’interesse del minore non può essere affidata a presunzioni assolute, bensì deve derivare da una valutazione specifica del contesto familiare e della reale efficacia protettiva della misura. Il giudice penale deve dunque essere libero di stabilire, caso per caso, se la sospensione della responsabilità genitoriale sia davvero la scelta più idonea alla protezione del figlio.
La continuità con la giurisprudenza
La decisione si inserisce nel solco della sentenza n. 102 del 2020, con cui la Consulta aveva già bocciato l’automatismo previsto per i genitori condannati per sottrazione internazionale di minore. In entrambi i casi, si riafferma il principio secondo cui le misure che incidono sulla genitorialità devono essere coerenti con i valori costituzionali e orientate alla tutela concreta del minore.
Il mondo della cultura piange la scomparsa di Mario Vargas Llosa (foto in evidenza di Imagoeconomica), uno dei più grandi romanzieri del Novecento e premio Nobel per la Letteratura nel 2010. Lo scrittore peruviano si è spento oggi, domenica, a Lima all’età di 89 anni, circondato dalla sua famiglia, come ha comunicato suo figlio Álvaro attraverso un messaggio pubblicato sul suo account ufficiale di X.
«Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace».
Una vita tra letteratura e impegno
Nato ad Arequipa il 28 marzo del 1936, Vargas Llosa è stato tra i più influenti autori della narrativa ispanoamericana contemporanea. Oltre ai riconoscimenti letterari internazionali, ha vissuto una vita profondamente segnata anche dall’impegno civile e politico.
Con la sua scrittura tagliente e lucida, ha raccontato le contraddizioni della società peruviana e latinoamericana, esplorando con coraggio e passione temi di potere, ingiustizia e libertà.
I capolavori che hanno segnato la sua carriera
Autore di romanzi fondamentali come “La città e i cani” (1963), durissima denuncia del sistema militare peruviano, e “La casa verde” (1966), Vargas Llosa ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura del Novecento. La sua vasta produzione comprende anche saggi, articoli e testi teatrali.
Un addio in forma privata
Come reso noto dalla famiglia, i funerali saranno celebrati in forma privata e, nel rispetto della volontà dell’autore, le sue spoglie saranno cremate. Un addio sobrio, coerente con la riservatezza che ha spesso contraddistinto l’uomo dietro lo scrittore.
Cinque giovani talenti campani delle scuole superiori rappresenteranno l’Italia all’International Young Physicists’ Tournament (IYPT) 2025, la più prestigiosa competizione mondiale di fisica per studenti delle scuole superiori, che si svolgerà dal 29 giugno al 6 luglio a Lund, in Svezia.
Dopo una severa selezione nazionale, articolata in prove pratiche e orali, sono stati scelti cinque studenti, tutti provenienti da istituti superiori della Campania: il Liceo Mercalli di Napoli e il Liceo Buchner di Ischia. Una vittoria che premia la qualità della formazione scientifica nelle scuole del Sud e conferma il livello di eccellenza raggiunto dalla regione in campo scientifico.
Tra i protagonisti Pierluigi Trani, talento di Ischia
Tra i cinque campioni c’è Pierluigi Trani, studente del terzo anno del Liceo Scientifico Buchner di Ischia, attualmente a Salonicco, in Grecia, per partecipare a un torneo amichevole di preparazione con altri cinque Paesi del sud Europa. Trani si è classificato tra i primi quattro nella fase provinciale dei Campionati di Fisica 2025 a Napoli, risultando l’unico studente ischitano tra i primi dieci. Inoltre, si è distinto a livello nazionale arrivando terzo alle Olimpiadi di Statistica nella sua fascia d’età.
Il giovane fisico non ha intenzione di fermarsi qui: dopo l’esperienza mondiale in Svezia, proseguirà i suoi studi in un prestigioso college londinese, pronto ad accoglierlo per coltivare il suo brillante futuro accademico.
Un team guidato da due docenti campani
A guidare la squadra italiana saranno Gianmarco Sasso e Raffaele Campanile, entrambi docenti del Liceo Buchner di Ischia. I due insegnanti hanno seguito tutte le fasi della selezione e accompagnano i ragazzi nella preparazione per la competizione internazionale. L’IYPT è un torneo con una lunga storia: esiste da 38 anni, ma l’Italia partecipa ufficialmente solo dal 2024, grazie al sostegno dell’associazione “Scienza e Scuola”, con sede nel Meridione. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ancora non riconosce formalmente la competizione, ma l’entusiasmo e la determinazione di studenti e docenti colmano ogni lacuna istituzionale.
La fisica come passione e riscatto territoriale
L’affermazione della Campania all’IYPT è un segnale forte: il talento scientifico non conosce confini geografici, e può emergere anche in territori spesso penalizzati da scarse risorse e riconoscimenti. I cinque ragazzi selezionati, con il sostegno dei loro docenti e di una rete associativa motivata, porteranno in alto il nome dell’Italia e del Sud Europa, confrontandosi con delegazioni di ben 39 nazioni.
Dal cuore del Sud, un segnale di speranza, competenza e futuro.