Collegati con noi

Cronache

Giustizia, lascia il procuratore di Napoli Nord Francesco Greco “ma vado via con un rammarico”

Pubblicato

del

Francesco Greco, capo della Procura della Repubblica di Napoli Nord, andra’ in pensione da domani dopo 44 anni di carriera, senza rimpianti ma con un unico rammarico: non essere riuscito a dare all’ufficio inquirente che ha sede ad Aversa (Caserta), aperto appena sette anni e mezzo fa ma gia’ divenuto per carico di lavoro il quinto ufficio d’Italia, un assetto organizzativo stabile, con carenze di risorse divenute quasi strutturali. Tante le sollecitazioni finora vane, l’ultima, un grido d’aiuto, firmata ad inizio febbraio dall’intero corpo dei 30 pubblici ministeri (Greco, piu’ 27 sostituti procuratori e due Aggiunti) e dei 67 assistenti amministrativi, e inviata al Ministero di via Arenula oggi guidato dall’ex presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia. Bastano pochi numeri per comprendere “l’irrazionale inadeguatezza della pianta organica della Procura di Napoli Nord – dice Greco – che stride rispetto a quella di altri uffici giudiziari piu’ piccoli e meno oberati di lavoro”. Carenze di risorse che riguardano anche il tribunale, dove fino a poco tempo fa mancava la videoconferenza, o le aule erano piccole e affollate, nonostante l’altissimo di numero di procedimenti. Napoli Nord raccoglie 38 comuni del Casertano e del Napoletano, pochi come numero, ma quelli a piu’ alta densita’ sia abitativa che criminale, tutti facenti parte della Terra dei Fuochi, il territorio dove ci sono piu’ discariche e illegalita’ diffusa, e la camorra per anni ha dominato incontrastata, da Giugliano in Campania a Caivano, da Casal di Principe a Villa Literno. “Speriamo che il ministro Cartabia si renda conto della situazione e risponda alle nostre reiterate richieste, e magari decida di venire di persona asd Aversa, visto che gli altri Guardasigilli, pur invitati non sono mai venuti”. Ma eccoli i numeri della Procura: il rapporto tra pm e personale amministrativo, in cui sono da inserire anche gli autisti, e’ pari a 2,22, ovvero ogni pm puo’ contare su appena due assistenti, rispetto ad una media degli altri uffici del Distretto della Corte di Appello di Napoli di 4,10. Ancora piu’ inquietante la situazione della polizia giudiziaria, la cui composizione viola palesemente il dettato della legge: il rapporto in questo caso e’ di 0,62, nel senso che un pm, se va bene, ha un agente di pg a disposizione mentre per legge il rapporto non deve essere non inferiore a due. L’eta’ media dei pm della Procura di Napoli Nord e’ bassa, di 40-42 anni, e periodicamente arrivano pm di prima nomina. “Questa e’ una cosa che mi inorgoglisce” sottolinea Greco, che ricorda poi come l’Ufficio, al netto delle difficolta’, sia stato in grado di definire “tutti gli omicidi avvenuti dal settembre 2013”, data in cui Procura e Tribunale hanno iniziato a funzionare. Greco, verso la fine della sua carriera, ha accettato la sfida piu’ importante: far crescere dal nulla una Procura in un territorio tra i piu’ difficili d’Italia e forse d’Europa. Di enorme rilevanza le sue ultime inchieste: la prima sul legame tra alcuni tipi di tumore (mammella, colon retto) e la presenza di rifiuti sul territorio, che ha reso improcrastinabile l’inizio delle bonifiche ambientali. “Le istituzione non possono piu’ sottrarsi a questo dovere” afferma Greco. “I politici – evidenza il procuratore – a differenza dei magistrati, devono ricercare consenso, ma lo devono fare diffondendo tra i cittadini la cultura della legalita’; e anche la gente deve impegnarsi di piu’. E anche la stampa deve informare con serieta’ e accuratezza”. “Lascio un lavoro che ho fatto contro il volere dei miei genitori, perche’ ne ero e ne sono appassionato. Sono stato fortunato, e ora mi dedichero’ ai miei tre nipoti” conclude Greco.

Advertisement

Cronache

L’ipnosi in sala operatoria per due anziane a Torino

Pubblicato

del

L’ipnosi in sala operatoria si consolida come una risorsa in più per combattere il dolore in sala operatoria. Per la prima volta a Torino, all’ospedale delle Molinette, due donne in età avanzata (75 anni e 79 anni) sono state sottoposte a un intervento in ipoanestesia, una pratica che alla Città della Salute definiscono “l’ultima frontiera degli approcci destinati a garantire ai pazienti un trauma chirurgico sempre minore”. L’ipoanestesia, che ha già preso piede in numerosi Paesi europei per operazioni di chirurgia complessa, è considerata una valida alternativa all’anestesia generale: non pretende un carico pesante di farmaci invasivi, modula la percezione del dolore e, soprattutto, allontana la percezione del bisturi, riducendo lo stress emotivo. Effetti che, a quanto pare, si riverberano anche sul recupero post operatorio, più rapido ed efficace, con conseguente riduzione dei tempi di ricovero.

Nel caso delle due pazienti torinesi si è trattato di abbinare l’ipnosi all’anestesia locale per poi procedere, tramite delle ‘tradizionali’ incisioni al collo di minima entità (2,5-3 cm), all’asportazione di tumori benigni delle paratiroidi. L’intervento ha richiesto la composizione di un’equipe composta da specialisti di varie discipline: Maurizio Bossotti (responsabile della Chirurgia tiroidea-paratiroidea del Dipartimento di Chirurgia Generale e Specialistica della Città della Salute di Torino, diretto dal professor Mario Morino) è stato affiancato da Pietro Soardo e Valentina Palazzo, specializzanda in Chirurgia Generale ed ipnologa, e dagli anestesisti del gruppo di Roberto Balagna.

In Italia il ricorso all’ipnosi clinica è una realtà da diverso tempo e in diversi ambiti. Nel 2020 l’ospedale San Paolo, a Savona, se ne servì a scopo analgesico su un uomo sottoposto a un intervento al cuore, mentre nel 2022 fu il San Michele di Cagliari ad impiegarla nel corso di un trapianto di fegato: il paziente, dopo una serie di incontri preparatori, venne ‘risvegliato’ in stato di ipnosi in sala operatoria anziché in rianimazione, cosa che scongiurò una quantità di complicazioni. Nel 2023, ad Ancona, un tumore cerebrale fu asportato con procedura awake: il paziente, sveglio e cosciente, indossò un visore che lo inondò di immagini e musiche capaci di ridurre l’ansia pre e post operatoria. La sedazione digitale è stata utilizzata al ‘Ferrari’ di Castrovillari (Cosenza) per coronarografie e impianti di peacemaker.

Continua a leggere

Cronache

Abusi su 13enne, spedizione punitiva amici contro l’ex

Pubblicato

del

Non si è ribellata quando lui le ha imposto un rapporto sessuale perché “avevo paura che lui mi lasciasse”. Protagonista di questa brutta storia che arriva da Genova una ragazzina di 13 anni che ha raccontato di esser stata obbligata ad avere rapporti con il suo fidanzato del tempo, di due anni più grande, nella sua casa quando i genitori non c’erano. Una storia che durava da qualche mese e che è stata scoperta dalla polizia intervenuta per la chiamata al 112 dell’ex fidanzatino della vittima, accerchiato dagli amici della ragazzina intenzionati a portare a termine una vera e propria spedizione punitiva. Tutto nasce un pomeriggio di qualche tempo fa quando la ragazzina va a casa del fidanzatino che ha, appunto, 15 anni.

I genitori di lui non ci sono e avvengono gli abusi. Lei non lo lascia perché ha paura che lui l’abbandoni poi l’infatuazione è finita e lei racconta tutto ai suoi amici. Amici che, dopo essersi radunati, in tutto una decina di ragazzi tra i 13 e i 16 anni, imbastiscono una specie di spedizione punitiva a casa dell’ex. Quel giorno il 15enne è solo nell’appartamento al primo piano del condominio in cui abita con i genitori.

Quando arrivano gli amici della ragazzina iniziano a dare pugni contro le sue finestre e uno cerca addirittura di entrare in casa. Il ragazzo si spaventa, prende un coltello da cucina e poi chiama il 112. Quando la polizia interviene ci vuole un po’ per capire cosa stesse succedendo e che cosa aveva portato a quella reazione esasperata di un gruppo di giovanissimi. I ragazzini amici della vittima vengono tutti identificati e accompagnati negli uffici della polizia: ovviamente ciascuno racconta quello che sa e quello che invece gli è stato solo riferito ma sarà la ragazzina di 13 anni a dover raccontare il retroscena.

Tra l’altro, la vittima aggiunge che aveva tentato di parlarne a casa con i genitori ma che aveva avuto scarso successo. Genitori che, convocati e sentiti dalla polizia, affermano: “Ci aveva accennato qualcosa, ma pensavano fossero questioni tra ragazzi”. Tutta la vicenda adesso è sottoposta a indagini della procura presso il tribunale dei Minori, Un fascicolo in cui un quindicenne è accusato di violenza sessuale aggravata. E negli ultimi giorni la vittima è stata sentita durante un incidente probatorio, fornendo – secondo quanto appreso – ‘significative conferme’.

Continua a leggere

Cronache

Arcivescovo Napoli ad amministratori: bisogna fare di più

Pubblicato

del

La Costituzione “ci obbliga ad adempiere le nostre funzioni “con onore e disciplina” e l’onore non può che essere quello del “dovere della verità e dell’impegno per la giustizia” non solo formale ma anche sostanziale. In un territorio che, pur cercando faticosamente di adottare “un diverso paradigma”, soffre ancora di tante diseguaglianze e in tante periferie umane e sociali si attendono opportunità civili e dignitose, chi ha responsabilità pubblica ha il dovere di fare di più e bandire ipocrisie e luoghi comuni. Ancora troppa ricchezza mal distribuita, ancora troppo lavoro nero, ancora la prepotenza della criminalità organizzata, sirena per chi, con scarse opportunità, in particolare i giovani, anela al cambiamento del proprio status sociale, cerca scorciatoie”. Lo ricorda nella lettera ai fedeli della diocesi partenopea per l’Avvento 2024 l’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, che nel prossimo concistoro del 7 dicembre sarà creato Cardinale.

“A noi, il Cristo che viene, ci chiede quel gesto di amore di cui parlò Paolo Borsellino, nella chiesa di Sant’Ernesto, a Palermo il 23 giugno 1992, in occasione del trigesimo della strage di Capaci, ricordando Falcone “Perché non è fuggito, perché ha accettato questa tremenda situazione…. Per amore!” E tali parole richiamano alla mente l’attualità del documento diffuso proprio a Natale dell’anno precedente, il 1991, in tutte le chiese di Casal di Principe e della zona aversana da don Peppino Diana e dai parroci della forania di Casal di Principe, per spingere a prendere coscienza del problema mafioso, ‘Per Amore del mio popolo'”, prosegue ancora l’arcivescovo di Napoli.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto