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Politica

Giustizia, Bonafede è sicuro: entro dicembre la riforma sarà pronta

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Avanti tutta, ma per ora c’e’ solo una data. Si e’ concluso con l’annuncio che la riforma della giustizia arrivera’ in porto entro dicembre, il vertice del governo sul dossier che ha in agenda temi caldi come la nuova legge elettorale per il Csm, il contingentamento dei tempi dei processi, il giro di vite sulle intercettazioni. “Il vertice e’ andato molto bene: abbiamo affrontato tutti i temi a 360 gradi. Entro dicembre – ha detto il Guardasigilli Alfonso Bonafede che oggi ha ricevuto i nuovi vertici dell’Anm – approveremo una riforma del processo penale e civile che riduca i tempi della giustizia”. La riforma riguardera’ anche il Csm e le carriere dei magistrati “che vanno determinate sulla base della meritocrazia”. Stand by per le intercettazioni. “Vanno utilizzate solo quelle che hanno rilievo penale, il gossip lo vai a leggere sui settimanali scandalistici. Quello che ha rilievo penale va pubblicato, quello che non ce l’ha non vedo perche’ debba essere pubblicato”, ha detto il vicepremier Matteo Salvini, “su questo mi pare che anche Bonafede sia d’accordo”. Ma il tema e’ stato spacchettato e viaggera’ a parte. Poco si sa delle bozze circolate al summit al quale hanno partecipato anche la ministra della Pa Giulia Bongiorno, delegata di Salvini alla ‘trattativa’, e Luigi Di Maio. Incontro “utile e interlocutorio”, lo ha definito Bongiorno aggiungendo che “quando si tratta di materie delicate e tecniche, prima di parlare e decidere bisogna leggere bene i testi”. “Di certo, tra i punti positivi, – ha spiegato Bongiorno – la disponibilita’ a introdurre norme che garantiscano tempi certi e rapidi per i processi penali e che prevedano sanzioni in caso di inerzie; e la volonta’ di riformare il Csm”. “Sugli altri temi, incluse la separazione delle carriere e le intercettazioni, il confronto continua”, ha tagliato corto Bongiorno. Dunque ci saranno separati approfondimenti da parte di Lega e Cinquestelle: per ora l’accordo c’e’ sui titoli dei dossier ai quali mettere mano – altri sono ancora da definire – ma non sulle soluzioni. Tavoli differenti per argomenti, che viaggeranno a velocita’ diverse, sempre che il governo duri. Con la Lega, ha spiegato Bonafede, “siamo d’accordo sui settori di intervento, chiaramente sia io che Giulia Bongiorno dopo questo confronto ci siamo detti che dobbiamo confrontarci con le nostre forze politiche di riferimento di modo da avere un altro incontro nel dettaglio”. Gia’ il premier Conte, alle prese con una difficile e urgente trattativa sul bilancio con Bruxelles, aveva tirato il freno sulla riforma richiamando gli alleati a evitare reazioni a caldo dopo le rivelazioni dell’inchiesta di Perugia. Per Bonafede, occorre intervenire anche “sulla carriera del magistrato affinche’ la meritocrazia abbia uno spazio centrale nell’avanzamento della carriera”. Il Guardasigilli vuole andare avanti sul tetto di 240mila euro per gli stipendi delle toghe e sull’obiettivo di dimezzare la durate dei processi penali e sanzioni ai magistrati che sforano. Con conseguenze che potrebbero essere di “carattere disciplinare”. Continua l’effetto domino dell’inchiesta di Perugia: alcune intercettazioni sarebbero state trasmesse a Milano, ha rivelato L’Espresso. Si tratta di dialoghi tra Luca Lotti e l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara in cui l’ex ministro affermerebbe di aver avuto dall’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi alcune carte sul fratello del procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo, il magistrato che ha chiesto il suo rinvio a giudizio. Eni ha smentito e si riserva di querelare.

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Politica

Elezioni comunali Napoli: sfida di Paolo Russo a Marigliano e ritorno degli ex sindaci

Paolo Russo in corsa a Marigliano, ex sindaci in campo e centrodestra solido: ecco come cambiano le elezioni comunali nella provincia di Napoli tra sorprese e conferme.

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Tornano tanti ex sindaci nella città metropolitana di Napoli, mentre il campo largo annaspa e crolla l’asse Pd-Cinque Stelle. Il Movimento fondato da Conte praticamente scompare, mentre il centrodestra, pur con qualche difficoltà, regge. Proliferano le liste civiche e resta alta l’attenzione sulle liste pulite e sull’eventuale presenza di “impresentabili”.

Marigliano: la sfida di Paolo Russo

A Marigliano la novità è Paolo Russo (nella foto Imagoeconomica in evidenza assieme a Mara Carfagna), ex deputato di lungo corso, che scende in campo nella sua città d’origine. La sua coalizione “Cuore civico” raccoglie pezzi di centrodestra, società civile ed esponenti progressisti. Il Pd ha invece scelto un altro candidato: Gaetano Bocchino, sostenuto anche da Azione, Verdi e Sinistra. Terzo candidato è Ciro Panariello, appoggiato da una lista civica.

Giugliano: centrodestra contro un centrosinistra diviso

A Giugliano, la città più popolosa della provincia, si sfidano Giovanni Pianese con il centrodestra, Diego D’Alterio con il centrosinistra senza il Movimento 5 Stelle, e Salvatore Pezzella, ex esponente grillino, ora sostenuto da una civica. Resta la spada di Damocle della commissione d’accesso prefettizia che potrebbe portare allo scioglimento per infiltrazioni.

Nola: il Pd rinuncia e resta fuori dalla corsa

A Nola il Pd si sfila a sorpresa e lascia il campo a quattro candidati: Maurizio Barbato (Fratelli d’Italia), Andrea Ruggiero (Per e civiche), Agostino Ruggiero (sostenuto dai socialisti) e Antonio Ciniglio (civiche territoriali). Il ritiro del candidato Pd Giuseppe Tudisco ha lasciato spazio a una corsa senza bandiere ufficiali del centrosinistra.

Volla: sei candidati e la conferma dell’instabilità politica

A Volla si conferma il record di instabilità politica: sei i candidati a sindaco. Tra loro due ex primi cittadini: Giuliano Di Costanzo (sostenuto dal Pd) e Pasquale Di Marzo (civiche). In corsa anche Lino Di Donato (centrodestra), Roberto Barbato (civica), Gennaro Burriello (Potere al Popolo) e Gianluca Pipolo (civiche).

Casavatore: sfida tra ex sindaci

A Casavatore la sfida è tra Vito Marino (appoggiato da cinque civiche), Fabrizio Celaj (Pd e civiche) e Mauro Muto (Fratelli d’Italia). Marino e Muto hanno entrambi già guidato il Comune in passato.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

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Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

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