Nel villino liberty dei Parioli, sede romana della storica casa editrice Laterza, le pareti parlano di cultura: foto di grandi intellettuali, studiosi italiani e stranieri, libri che hanno segnato epoche. Giuseppe Laterza, erede di una tradizione iniziata nel 1901 da suo bisnonno Giovanni Laterza con Benedetto Croce, racconta il mondo dell’editoria, il rapporto con gli intellettuali e le sfide del futuro.
“Gli intellettuali ci sono, ma si travestono da tecnici”
La cultura esiste ancora, ma sembra aver perso la sua identità orgogliosa. “Gli intellettuali ci sono”, afferma Laterza, “ma si travestono da tecnici. Sembra quasi che il termine ‘intellettuale’ sia diventato un insulto”. Un’eccezione è Anna Foa, che con il suo libro Il suicidio di Israele ha sfidato il pensiero dominante della sua stessa comunità, affrontando un acceso confronto con personalità come Paolo Mieli, Giuliano Amato ed Emanuele Fiano.
Il fenomeno delle “Lezioni di Storia”: dal timore del flop al successo travolgente
Laterza confessa di non aver mai immaginato che le sue Lezioni di Storia avrebbero attratto pubblico da concerto rock. “Quando nel 2006, grazie a Walter Veltroni, iniziammo all’Auditorium Parco della Musica, temevo il peggio: una sala da mille posti che temevo restasse semivuota”, racconta. “Arrivarono duemila persone e i vigili del fuoco per regolare l’afflusso!”. Tra i grandi performer della cattedra cita Alessandro Barbero, “straordinario”, Luciano Canfora, “carisma portentoso”, Eva Cantarella e Andrea Giardina, in grado di incantare il pubblico, e Stefano Mancuso, che con Pianeta Terra conquista gli spettatori di Lucca.
“Barbero? L’ho capito subito, 30 anni fa”
Il fenomeno Barbero non è nato per caso. “Al primo libro pubblicato con noi, 30 anni fa, ho capito che avrebbe avuto un pubblico sempre più vasto”, dice Laterza. “Durante il lockdown, mia figlia Antonia ha aperto un canale TikTok e la prima puntata era un mio dialogo con lui. In pochi minuti, decine di migliaia di follower”.
Gli errori e i successi di un editore
Non sempre le scelte editoriali sono state vincenti. Il più grande errore? “Aver rifiutato Il secolo breve di Eric Hobsbawm, nostro autore, per l’anticipo stratosferico richiesto”, ammette. Tuttavia, negli anni i successi non sono mancati, come la pubblicazione di Modernità liquida di Zygmunt Bauman, che ha dato voce a uno dei concetti più utilizzati per descrivere il nostro tempo.
Uno degli episodi più curiosi riguarda proprio Bauman: “A novant’anni, a Leeds, partecipava a un’asta online di iPhone usati. Lui, che non ne ha mai avuto uno! ‘Non mi serve uno smartphone’ disse, ‘mi interessa capire, accadono cose interessanti'”.
Il futuro dell’editoria italiana: una generazione di donne editrici
L’editoria italiana è ancora nelle mani delle famiglie storiche, ma qualcosa sta cambiando. “C’è una generazione di editori di grande qualità”, sottolinea Laterza, citando Antonio Sellerio, Carlo Feltrinelli, Sandro e Sandra Ferri di e/o, gli Enriques di Zanichelli, Emilia Lodigiani di Iperborea. Ma c’è una novità: sono soprattutto le figlie di questi grandi editori a emergere. “Si sta preparando in Italia una generazione di editrici“.
I libri sono in crisi? “Lo dicono dai tempi di Gutenberg”
Sull’eterna domanda se il libro sia un mezzo destinato a scomparire, Laterza risponde con una battuta: “Si dice che i libri siano in crisi dai tempi di Gutenberg, quindi direi di no”.
E l’ultimo libro? “Arriverà quando non riusciremo più a immaginare un mondo diverso e a immedesimarci in chi è diverso da noi“.