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Giudice Usa ad Apple, allenti restrizioni su App Store

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Apple deve allentare la sua presa di ferro sull’App Store e smetterla di di interferire con le app che vogliono trasferire i pagamenti al di fuori del suo negozio online. Il giudice distrettuale Yvonne Gonzalez Rogers infligge uno schiaffo a Cupertino nel suo scontro con Epic Games, alla quale fa capo il popolare videogioco Fortnite. Immediata la reazione dei titoli Apple, che arrivano a perdere fino al 2,5% a Wall Street. “Non possiamo concludere che Apple sia un monopolio in base alla legge federale e a quella antitrust” ma la sua condotta con l’App Store e’ “anti competitiva”, afferma Rogers ordinando a Cupertino di non bloccare le app che con “pulsanti o link esterni” dirigono i consumatori verso altri meccanismi di pagamento al di fuori di quello di Apple. Vietando agli sviluppatori di indirizzare i clienti verso altre forme di pagamento, ha spiegato il giudice, Cupertino ha violato la legge della California e ora ha 90 giorni per correggere. Un arco temporale durante il quale Apple potrebbe cercare di bloccare l’ordine, le cui implicazioni rischiano di essere un colpo pesante: secondo gli analisti infatti l’App Store genera piu’ di 20 miliardi di dollari l’anno con un margine di profitto del 75%. Apple comunque si dice soddisfatta della sentenza. “La corte ha ribadito quello che gia’ sappiamo: l’App Store non viola la legge antitrust. Come la corte ha riconosciuto il ‘successo non e’ illegale’. Siamo estremamente lieti della decisione. E’ una vittoria”, afferma Cupertino. La sentenza le da’ infatti ragione su 9 dei 10 punti presentati e impone anche a Epic di pagare almeno 4 milioni di dollari a Cupertino in danni per aver infranto il contratto. Proprio Epic si dichiara non soddisfatta, ritenendo la decisione “non una vittoria per gli sviluppatori e i consumatori. Fortnite tornera’ sull’App Store quando Epic potra’ offrire le propri modalita’ di pagamento in concorrenza a quella di Apple, consentendo ai consumatori di risparmiare”. Epi ha fatto causa ad Apple e Alphabet lo scorso anno per aver rimosso dai loro app store mobili il popolare videogioco Fortnite. Cupertino e Mountain View avevano spiegato che la rimozione era stata legata al fatto che Epic aveva infranto le regole inserendo nel videogioco il suo sistema di pagamenti. Una mossa per aggirare la commissione del 30% sugli acquisti tramite gli app store dei due giganti della Silicon Valley. Epic aveva quini accusato Apple di imporre commissioni esorbitanti sugli sviluppatori di software per i dispositivi mobili e di gestire il suo App Store in modo da soffocare le piccole imprese e la concorrenza.

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Dita e viso, il futuro della sicurezza senza password

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Intel ha istituto il World Password Day nel 2013. Ogni primo giovedì di maggio, da quell’anno, si ricorda l’importanza delle chiavi alfanumeriche, numeri e parole, per proteggere le nostre vite digitali. Una giornata che potrebbe presto essere un ricordo, con la dismissione delle password tradizionali a favore di metodi più sicuri. Non a caso, l’azienda di sicurezza Sophos vorrebbe ribattezzare l’iniziativa come “Giornata mondiale della password e dell’autenticazione a più fattori”. Per gli esperti del Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, alle password resta poco da dire: la biometria, ossia la scansione di polpastrelli e del viso, su smartphone, tablet ma anche computer, è l’unica via percorribile per difendere i dati dai criminali informatici.

“Le tecnologie attualmente disponibili consentono di implementare sistemi di protezione decisamente più efficaci rispetto alle sequenze di numeri, lettere e caratteri speciali che, moltiplicate per le decine di servizi digitali che ognuno di noi utilizza, sono oggettivamente impossibili da memorizzare, oltre che facilmente rintracciabili dai cyber criminali” afferma Alessio Pennasilico del Comitato Scientifico del Clusit. La sicurezza digitale può essere oggi garantita, per il Clusit, soltanto da tecnologie moderne di protezione degli account. Tra queste, l’autenticazione multi-fattore, che richiede una doppia validazione, oltre alla password, per verificare l’identità e ottenere il via libera per l’uso di un account, una rete o un’applicazione. Un esempio è la ricezione di un codice temporaneo che arriva sul proprio numero di cellulare.

Oppure i sistemi biometrici, che includono la mappatura delle impronte digitali, il riconoscimento facciale e la scansione della retina, e da altre tecnologie cosiddette “passwordless”, più sicure e meno attaccabili. Dello stesso parere è l’azienda di cybersecurity Kaspersky, che ha ricordato come, negli ultimi mesi a livello globale, quasi otto piccole e medie imprese su dieci (76% delle intervistate) siano cadute sotto i colpi degli hacker spesso a causa di password deboli e ripetute. Il 34% delle Pmi ha riportato fughe di dati riservati, il 23% danni alla reputazione e il 20% perdita di fiducia dei clienti. Circa il 9% ha dovuto sospendere le proprie attività. Per chi usa ancora la combinazione di lettere e numeri, i consigli sembrano ovvi ma ancora necessari: “Non scrivere le password su quaderni o foglietti adesivi” spiegano dalla società di sicurezza Trend Micro “ed evitare nomi e date di nascita. Per noi sono facili da ricordare ma semplificano la vita ai ladri di informazioni digitali”.

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Media, ‘Apple intensifica le trattative con OpenAI’

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Le trattative fra Apple e OpenAI si intensificano dopo mesi di contatti ai minimi. Pur restando in trattative con Google per un possibile uso della sua chatbot Gemini, Cupertino ha iniziato a discutere con OpenAI i termini per un possibile accordo per integrare le sue funzionalità di intelligenza artificiale in iOS18, il prossimo sistema operativo dell’iPhone. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali Apple non ha ancora deciso con chi collaborerà.

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Apple potrebbe lanciare in autunno l’IA su iPhone

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È ancora una volta Mark Gurman a fornire nuovi dettagli sui progetti di intelligenza artificiale di Apple. Secondo l’informatore di Bloomberg, ed esperto della Mela, il colosso americano starebbe lavorando ad un’IA per iPhone, da lanciare in autunno insieme all’aggiornamento del sistema operativo iOs 18, che mette al centro la privacy degli utenti. Il riferimento è ad un software che non userebbe la connessione internet per rispondere alle domande degli utilizzatori. Il grosso del lavoro sarebbe dunque svolto direttamente sul dispositivo, grazie al database su cui poggerebbe il cosiddetto Llm, large language model.

Anche i concorrenti, da ChatGpt a Copilot e Gemini di Google possono contare sull’archivio di informazioni a disposizione, con la differenza di incrociare dati da internet per fornire risposte più precise e aggiornate. Secondo Gurman, la scelta di Apple porterebbe ad un chatbot con un potenziale minore rispetto a quelli che si connettono al web, e per questo, la compagnia potrebbe colmare il gap inserendo in alcuni contesti del sistema operativo Gemini. Proprio un mese fa, era balzata in rete la notizia di un accordo tra Apple e Google per l’integrazione dell’IA di quest’ultima sugli iPhone. “I principali vantaggi dell’elaborazione sul dispositivo saranno tempi di risposta più rapidi e una privacy superiore rispetto alle soluzioni basate su cloud” scrive Bloomberg. La novità è prevista per l’autunno, con la disponibilità di iOs 18 ma già il 10 giugno, giorno di apertura della conferenza degli sviluppatori Apple Wwdc 2024, sono attese anticipazioni, in modo particolare durante il keynote di apertura di Tim Cook, amministratore delegato dell’azienda.

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