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Gip Perugia rimanda a Roma l’indagine Laudati-Striano

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Deve tornare alla Procura di Roma dove venne avviata, l’indagine in corso a Perugia sui presunti accessi abusivi alle banche dati in uso alla Direzione nazionale antimafia. A stabilirlo è stato oggi il gip del capoluogo umbro che ha accolto l’eccezione di incompetenza territoriale dei pubblici ministeri perugini presentata dalla difesa di uno degli indagati, l’ex magistrato della stessa antimafia Antonio Laudati, anche sulla base di una recente pronuncia in tal senso della Cassazione. “E’ andata come auspicavamo e avevamo indicato” ha detto l’avvocato Andrea Castaldo, difensore di Laudati. Secondo il legale “va ora valutato l’impatto che l’ordinanza del gip può avere sul tribunale dei riesame”. Il fascicolo non è comunque ancora partito da Perugia e non lo farà almeno fino al 17 dicembre quando sulla questione della competenza dovrà pronunciarsi anche il tribunale del riesame. Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone ha parlato di “una decisione non vincolante”.

“Per questo – ha aggiunto – prima di mandare gli atti attenderemo la pronuncia del tribunale del riesame anche se la trasmissione appare l’approdo naturale. Quella del gip era un decisione che ritenevamo probabile e non ci stupisce”. L’orientamento dell’Ufficio è comunque di non compiere attività investigativa fino alla decisione del riesame. Che teoricamente potrebbe anche ritenere la competenza di Perugia aprendo uno scenario dato però come altamente improbabile. Appare invece scontato che il fascicolo approdi a Roma dove venne avviato in seguito a una denuncia del ministro della Difesa Guido Crosetto dopo che erano state pubblicate notizie riguardanti la sua precedente attività professionale. Fu poi trasferito a Perugia per il coinvolgimento di Laudati e i magistrati guidati da Cantone hanno compiuto innumerevoli atti. Fino a chiedere gli arresti domiciliari per lui e per il tenente della guardia di finanza Pasquale Striano, negati al gip con una decisione impugnata dall’accusa al riesame dove le difese, oltre a opporsi ai domiciliari, hanno posto la questione della competenza. Un’indagine racchiusa in poco meno di una decina di faldoni, almeno cinque o sei riservati ai cd con i dati raccolti. Sentito dalla Commissione parlamentare Antimafia Cantone ha parlato di un’indagine di portata “mostruosa” ed “inquietante”, una sorta di “verminaio”.

E al Riesame la Procura ha depositato un’attività integrativa d’indagine secondo la quale sono oltre 200 mila gli atti scaricati da Striano tra il 2019 e il 2022. Che si aggiungono alle migliaia di accessi abusivi già contestati alla banca dati con le segnalazioni delle operazioni finanziarie sospette ma anche in quella Sdi delle forze dell’ordine e in altre con nomi quali Serpico, Scirocco e Siva. Acquisendo così informazioni su decine e decine di persone: rappresentanti delle Istituzioni e del mondo economico, politici, protagonisti del mondo dello spettacolo e dello sport. Materiale che ora, a meno di clamorose sorprese, i magistrati romani dovranno riprendere in mano. Con tempi difficilmente ipotizzabili per la conclusione di un’indagine non ancora chiusa.

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La sfida di Riina jr: venderó i ritratti di mio osreen

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L’ultima provocazione è di qualche mese fa. Anche allora Giuseppe Salvatore Riina, Salvuccio per i suoi, terzogenito di Totò, il capo dei capi di Cosa Nostra, aveva scelto i social per celebrare il ricordo del padre. Oggi il nuovo post, pubblicato su Facebook e Instagram, con un ritratto del capomafia.

Sotto, come avvenne a novembre, decine di commenti entusiastici con apprezzamenti per il boss. “Bellissimo grande uomo”, scrive uno, “Grande zio Totò”, il commento di un altro. E c’è anche chi chiede se il quadro sia in vendita. Domanda a cui risponde prontamente il figlio del padrino, libero dopo aver scontato una condanna a 8 anni e 10 mesi per mafia. “Adesso farò un sorta di sondaggio-sorteggio tra tutti i miei follower sia di Fb sia di Instagram, sceglierete voi stessi un ritratto tra tutti quelli che ho ricevuto, e il più votato tra tutti questi lo metterò all’asta e qualcuno di voi lo potrà avere in casa propria come opera d’arte unica – dice – Il dipinto prescelto per essere battuto all’asta sarà firmato (dietro la tela) da me e lo invierò all’aggiudicatario con un biglietto di carta redatto di mio pugno, dove sarà dichiarata l’autenticità dell’opera d’arte e che rispecchia al 100% quella che è postata in questo momento sui miei Social Network…!!!” “Bellissimo, ne voglio uno”, posta un follower, mentre un altro definisce Riina un “grandissimo uomo che non ha mai chinato il capo”.

A novembre Salvuccio, recentemente tornato a vivere in paese, con due post su Instagram e Facebook aveva omaggiato il padre, morto in carcere nel 2017, con una sua foto incorniciata e accanto un vaso con due rose rosse. “Lui ha vissuto, vive e vivrà sempre in Noi e con Noi”, aveva scritto ben attento all’uso delle maiuscole. Il post aveva ricevuto centinaia di like e decine di commenti del tipo: “Un grande uomo con i veri valori della famiglia. Ognuno di noi combatte la propria guerra per la sua famiglia”, “Grande uomo non ne nascono più come lui sicuramente” “Totò l’imbattibile e unico”. “Recentemente un altro componente della famiglia Riina, la prima dei 4 figli del capomafia, Concetta, aveva fatto parlare di sé lanciando un appello alle istituzioni e denunciando le difficili condizioni carcerarie riservate al consorte Tony Ciavarello, detenuto a Rieti per scontare due condanne definitive. “Aspetta da giugno che gli venga rilasciata la carta di identità e ha bisogno di assistenza sanitaria urgente in carcere. Non è giusto quello che gli sta accadendo”, aveva fatto sapere suscitando molto clamore. Clamore che il padre certamente non avrebbe gradito.

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Il padre picchia la madre, bambina di 11 anni chiama il 112

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A Bolzano una bambina di undici anni ha chiamato il 112 perché il padre stava picchiando la madre. Sul posto è intervenuta una pattuglia della Questura che ha arrestato l’uomo. Piangendo disperata, la bambina ha chiesto l’intervento urgente della Polizia per fermare il padre che stava massacrando di botte la mamma. Giunti immediatamente sul posto, i poliziotti si sono imbattuti in un uomo che in evidente stato di agitazione sin da subito ha iniziato ad assumere un comportamento ostile ed aggressivo nei loro confronti. Gli agenti con non poca fatica sono riusciti ad accedere all’interno dell’appartamento, nonostante l’uomo continuasse a minacciare di morte la moglie e la figlia. Dopo aver messo in sicurezza in un’altra stanza la donna e la bambina, gli agenti hanno cercato di placare l’ira dell’uomo – un bolzanino 50enne – il quale ha però minacciato di morte anche loro. Nel frattempo la donna ha riferito di continue aggressioni subite dal marito e di non aver mai sporto denuncia per paura delle ripercussioni e per non perdere l’affidamento della bambina.

Portata in ospedale per le cure del caso, la donna ha infine sporto denuncia. Portato in Questura, l’uomo ha continuato ad affermare che non appena fosse uscito da lì, le avrebbe trovate ed ammazzate moglie e figlia. A questo punto è scattato l’arresto per i reati di maltrattamenti contro familiari e conviventi e minaccia a pubblico ufficiale. Il Questore Paolo Sartori, quindi, in considerazione della gravità di quanto accaduto, ha immediatamente emesso nei confronti dell’uomo la misura di prevenzione personale dell’ammonimento, disponendo altresì l’avvio della procedura per l’emissione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. “L’ intervento in soccorso dell’ennesima vittima di violenze domestiche è stato reso possibile grazie alla determinazione di questa bimba, il che ha consentito di evitare ben più tragiche conseguenze”, ha evidenziato Sartori.

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Calcio: arbitro Coppa del Re denuncia pressioni di Real Madrid Tv

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L’arbitro della finale di coppa del Re, domani sera a Siviglia tra Barcellona e Real Madrid, Ricardo de Burgos Bengoechea, ha puntato il dito contro la Tv del Real per la pressione che mette sui direttori di gara designati per le partita della squadra guidata da Carlo Ancelotti. Senza riuscire a trattenere le lacrime durante la conferenza stampa svoltasi alla vigilia, l’arbitro ha denunciato che “i video su Real Madrid TV ci mettono grande pressione e hanno anche gravi ripercussioni nella tua vita privata – ha detto -. Quando tuo figlio torna a casa da scuola piangendo perché gli dicono che suo padre è un ladro, è davvero dura. E’ una situazione assurda”.

De Burgos Bengoechea ha aggiunto che è il momento di “riflettere” sulla situazione attuale del calcio spagnolo, affermando che diversi suoi colleghi avevano deciso di scendere di categoria per non subire più la pressione dei massimi livelli. Il canale televisivo del Real Madrid produce ogni settimana dei video per screditare gli arbitri delle loro prossime partite. Ma la pressione è aumentata da febbraio, quando il club ha lanciato una guerra istituzionale contro un sistema arbitrale “completamente screditato” e un “sistema corrotto dall’interno” dopo le decisioni che la Liga ha preso nei suoi confronti. Il responsabile della Var, Pablo Gonzalez Fuertes, ha detto a sua volta che gli arbitri potrebbero prendere ulteriori provvedimenti sulle trasmissioni di Real Madrid TV. “Non c’è dubbio che dovremo iniziare ad adottare misure molto più serie Faremo la storia, perché non continueremo a sopportare quello che stiamo sopportando”, ha affermato, senza approfondire.

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