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Cronache

Giovane ucciso in strada a coltellate nel Milanese

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Non ha avuto scampo il 21enne di Abbiategrasso aggredito nella notte tra venerdì e sabato da altri giovani che lo hanno accoltellato al petto e a un braccio mentre si trovava a sua volta con amici. Una ferita profonda, vicino al cuore, che dopo ore di disperati tentativi dei medici di salvarlo, e dopo due arresti cardiaci, ne ha provocato la morte. Ora si cercano i colpevoli sospettando, tra le altre ipotesi, anche quella di una vendetta o un regolamento di conti tra bande. La vittima, Mohamed Elsayed Elsharkawy, 21 anni, era di origine egiziana.

Il ragazzo era incensurato, regolare e abitava ad Abbiategrasso, paese di 30mila abitanti in provincia di Milano. In Italia risultava avere diversi alias, nomi diversi, e quindi è stato identificato dai carabinieri solo grazie alle sue impronte, confrontate con l’archivio dattiloscopico delle forze dell’ordine. Il giovane è stato soccorso intorno alle 2 in via Fusé, una stradina che lambisce un complesso di case popolari. Presentava ferite profonde inferte probabilmente con un coltello al torace e al braccio sinistro. Trasportato d’urgenza in codice rosso all’ospedale, è andato in arresto cardiaco mentre si trovava ancora sull’ambulanza ed è stato rianimato e sottoposto a un delicato intervento chirurgico all’ospedale di Legnano. Dopo alcune ore, mentre era ancora in sala operatoria, ha avuto un nuovo, definitivo, arresto cardiaco.

A trovarlo a terra, appena oltre il cancello d’ingresso del civico 8, è stato un residente – o forse un amico che era fuori con lui, non è ancora chiaro – che ha chiamato il 118 subito dopo lo scontro. Sul posto poi sono giunti anche i Carabinieri della Compagnia di Abbiategrasso, che indagano sull’omicidio. Il luogo dove è stato aggredito, a pochi passi da un complesso popolare dove vivono tante famiglie di migranti nordafricani, è una stradina che lambisce un’area verde, e non vi sarebbero telecamere. Gli accertamenti proseguono quindi alla ricerca di testimoni e di telecamere nella zona intorno.

Il complesso, due grandi casermoni a forma di ferro di cavallo con un giardino in mezzo, dove regna l’incuria e lo spaccio, si trova nella zona Nord della cittadina, isolato dal resto dei palazzi. Sempre la stessa notte un uomo di 56 anni si è presentato ai soccorritori dicendo di essere stato picchiato da più persone che volevano rapinare la sua vettura. Il fatto sarebbe accaduto nelle adiacenze di via Fusé, dopo l’aggressione mortale, e al momento si tende quindi a escludere che i due episodi siano collegati. Di certo, durante la notte nel quartiere giravano almeno due bande, composte in modo misto sia da ragazzi nordafricani sia da italiani. Chi fosse insieme a chi, e chi abbia sferrato le coltellate è ora al vaglio degli investigatori, che hanno anche trovato un coltello abbandonato, ma non sporco di sangue, sul quale verranno fatti i rilievi scientifici per appurare se sia stata l’arma del delitto.

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Cronache

La rivoluzione di Eugenia Carfora, la preside che ha trasformato Caivano

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Nessun ragazzo è perduto. Il cambiamento è sempre possibile. Vietato arrendersi. Sono le tre regole non scritte che guidano da anni il lavoro instancabile di Eugenia Carfora (foto Imagoeconomica in evidenza), dirigente dell’Istituto superiore “Francesco Morano” di Caivano, nel cuore del Parco Verde, una delle realtà più difficili della provincia di Napoli. Da quando è arrivata, nel 2007, ha fatto della scuola un presidio di legalità, bellezza e speranza.

La sfida iniziata dai banchi

All’arrivo della preside, il “Morano” era una scuola dimenticata, con uscite di sicurezza ostruite, aule fatiscenti e strutture abbandonate. Eugenia Carfora ha ripulito muri e coscienze, ha coinvolto genitori, professori e studenti in una grande operazione di rigenerazione. Oggi l’istituto è un modello: ha una palestra funzionale, un orto per l’indirizzo agrario, laboratori moderni per informatica e meccatronica, una cucina per l’alberghiero. E soprattutto ha ritrovato la dignità.

Una serie tv per raccontare la sua storia

La sua vicenda sarà al centro di una serie tv Rai1 intitolata “La preside”, diretta da Luca Miniero e interpretata da Luisa Ranieri, che ha conosciuto personalmente la dirigente. «Non pensavo di dovermi esporre così per salvare un ragazzo o dire che la scuola è bella», ha commentato Carfora, commossa ma determinata. La fiction punta a raccontare la forza della scuola pubblica e il valore della cultura in territori difficili.

Una vocazione totale

Instancabile, sempre presente, la preside Carfora vive la scuola come una missione assoluta. «Sono malata di scuola», ammette. Anche a scapito della famiglia: «Ho un marito meraviglioso che è una mia vittima. Non sono stata una buona madre, ma i miei figli oggi sono come me». Non si è mai fermata davanti alle difficoltà: ha affrontato i pregiudizi, è andata a cercare i ragazzi casa per casa, ha sognato l’impossibile.

“Mi voglio spegnere tra i miei ragazzi”

«Mi offende sentir dire “poveri ragazzi” — spiega — perché in quell’espressione c’è già la resa. Io credo che ognuno di loro possa farcela». E quando pensa alla fine, confessa: «Non vorrei morire nel mio letto, ma fra i ragazzi, qui a scuola».

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Traghettopoli, tra i beneficiari dei biglietti omaggio Tirrenia anche Beppe Grillo e il figlio

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Il comico non è indagato, ma il suo nome compare nelle carte dell’inchiesta genovese. Tra i beneficiari dei biglietti gratuiti concessi dalla compagnia di navigazione Tirrenia, emergono anche Beppe Grillo, suo figlio Ciro e i coetanei coinvolti con lui nella vicenda giudiziaria per il presunto stupro di una studentessa italo-norvegese nella villa sarda del fondatore del Movimento 5 Stelle. Il loro nome compare nelle carte di “Traghettopoli”, la maxi inchiesta della Procura di Genova coordinata dal pm Walter Cotugno, che indaga su un presunto sistema di favori e biglietti omaggio nel mondo dei trasporti marittimi.

Nessun indagato, ma l’ombra del privilegio

Grillo e gli altri non sono indagati, ma la loro presenza nella lista dei beneficiari rappresenta un elemento significativo dal punto di vista politico e simbolico. A far rumore è il coinvolgimento di chi, come Grillo, si è sempre presentato come il paladino della legalità e della lotta ai privilegi della casta. Il momento è delicato per l’ex comico, già ai margini del suo stesso movimento dopo la rivoluzione voluta da Giuseppe Conte, che ha preso le redini del partito.

34mila biglietti omaggio in sei anni

Secondo gli investigatori, in sei anni le compagnie del gruppo Onorato avrebbero distribuito quasi 34mila biglietti gratuiti. Un dato che, secondo la Procura, dimostrerebbe l’esistenza di un “meccanismo corruttivo impressionante”, con coinvolgimenti in diversi settori delle forze dell’ordine, delle capitanerie di porto, di almeno due magistrati e funzionari pubblici. I beneficiari ricevevano i biglietti in cambio di presunti trattamenti di favore.

Achille Onorato si avvale della facoltà di non rispondere

Nell’inchiesta è indagato anche Achille Onorato, figlio dell’armatore Vincenzo Onorato. Il giovane imprenditore si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio, senza che sia stata richiesta alcuna misura cautelare nei suoi confronti. Il suo nome compare accanto a quelli di dirigenti e referenti del gruppo Onorato che avrebbero avuto ruoli centrali nella gestione del sistema dei biglietti.

Il precedente: il caso archiviato a Milano

Nei mesi scorsi il tribunale di Milano ha archiviato un’altra indagine che vedeva coinvolti Beppe Grillo e Vincenzo Onorato per presunto traffico di influenze illecite. L’accusa sosteneva che Grillo, tra il 2018 e il 2019, avesse girato a tre parlamentari del Movimento richieste di aiuto da parte di Onorato, in cambio di contratti pubblicitari per promuovere la compagnia Moby sul suo blog. La Procura ha infine stabilito che non c’erano elementi sufficienti per procedere.

 

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Trovata morta la 23enne scomparsa a Bologna

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E’ stata trovata morta in serata la ragazza di 23 anni di cui era stata denunciata ieri la scomparsa a Bologna. La polizia aveva avviato indagini e ricerche. Non si esclude che si tratti di un gesto volontario, ma saranno fatti accertamenti.

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