Uno stanziamento di cinque milioni, immediatamente, per interventi urgenti. Una giornata di lutto nazionale. E la dichiarazione dello stato di emergenza per 12 mesi. Sono le prime misure del governo per fronteggiare l’emergenza di Genova: nel crollo il ponte Morandi potrebbe trascinare anche il futuro della città e di tutta la Liguria, ora tagliata letteralmente in due.
A Genova c’è stata una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri. A Genova ci sono da due giorni Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Danilo Toninelli. L’altro vice premier Matteo Salvini arriva in città a metà pomeriggio di Ferragosto; gli altri ministri, spiega Conte, “si sono collegati quasi tutti telefonicamente”. Durante il Consiglio, in una sala del palazzo della Prefettura di Genova, vengono ascoltati anche il governatore ligure Giovanni Toti, il sindaco Marco Bucci e il presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini. Al termine della riunione è Conte a leggere un comunicato stringato.
Nell’immediato- e in attesa di strutturare nella legge di bilancio il capitolo infrastrutture -il Consiglio dei ministri approva un decreto che dispone lo stato di emergenza per 12 mesi nella città di Genova. Per avviare i primi interventi, a partire dalla rimozione delle macerie, sono stanziati cinque milioni ma “altre risorse promette Conte – arriveranno perché quei soldi non sono assolutamente sufficienti”.
L’ idea è anche quella di nominare un commissario ad hoc per la ricostruzione. Il giorno dei funerali delle vittime, che potrebbero svolgersi sabato alle 11 probabilmente alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, sarà una giornata di lutto nazionale.
Ma per questo bisogna attendere che il bilancio delle vittime sia definitivo e che l’opera dei soccorritori, ancora pubblicamente ringraziati, sia finita.
Dalla magistratura di Genova il premier, che ieri ha incontrato il procuratore generale Cozzi, ha ottenuto una promessa di rapidità: dissequestro veloce dell’area del Polcevera per poter proseguire con la messa in sicurezza di ciò che resta del ponte, probabilmente con la sua demolizione e lo sgombero dei detriti dal letto del Polcevera prima che con le piogge autunnali si aggiungano altri rischi alla tragedia consumata.
La reazione di Toti è misurata: i cinque milioni di euro stanziati dal governo sono “un primissimo intervento”. Per il governatore è “evidente che lo stato di emergenza proclamato per 12 mesi prevede nuovi stanziamenti e nuove decisioni e nuove delibere di protezione civile”. Ma ciò che importa al governatore è “l’ombrello normativo entro il quale opereremo per temi che devono essere approfonditi”. Chi sarà poi a gestire la macchina è tutto da vedere: “È evidente che intendiamo concordare il nome del commissario, la struttura commissariale, i compiti e le funzioni. L’emergenza per Genova e la Liguria e l’emergenza per la logistica intera dell’Italia finirà quando quel ponte sarà ricostruito, quando le altre opere in costruzione come Terzo Valico e Gronda, il secondo anello di Genova e la grande diga del porto saranno finite: la nomina di un commissario e un adeguato quadro normativo sono l’unica cosa per evitare la cosa peggiore del la politica di questo Paese: un’emergenza in cui tutti siamo presenti, e poi la politica scompare e non sa dare risposte ai cittadini. La vera sfida non è oggi, ma domani”.
Dopo il Consiglio dei ministri, l’ennesimo sopralluogo sul Polcevera. Questa volta tocca a Matteo Salvini, accompagnato da Toti e dal sottosegretario Edoardo Rixi. Stringe le mani dei soccorritori e promette: “Le case verranno demolite tutte e l’impegno è di ridare entro la fine dell’anno un’abitazione a tutte le persone che per motivi di sicurezza le hanno dovute abbandonare”.
Paura nel pomeriggio di oggi nella zona di Matinella – Albanella, nel salernitano, dove si è verificato un grave incidente stradale nei pressi del caseificio La Perla a Pontebarizzo. Due auto, una Audi Q3 e una Fiat Punto, si sono scontrate frontalmente causando cinque feriti, tra cui due bambini.
A bordo dell’Audi si trovavano quattro persone, compresi i piccoli, mentre la Fiat Punto era occupata da un solo conducente. Tutti i coinvolti, in condizioni al momento non precisate, sono stati trasportati in ospedale per accertamenti e cure.
Sul posto sono intervenuti tempestivamente i Vigili del Fuoco del distaccamento di Agropoli, che hanno provveduto a mettere in sicurezza l’area dell’incidente e a supportare le operazioni di soccorso. Ancora in corso le indagini per ricostruire l’esatta dinamica del violento impatto.
Una giornata di squalifica per Simone Inzaghi e Hakan Calhanoglu, ammende rispettivamente di 15 e 30 mila euro e 70mila per l’Inter. Multa di 30mila euro per il Milan. Sono le sanzioni rese note dalla Figc comminate ai due club e ai tesserati coinvolti in seguito al patteggiamento con la Procura Federale, in merito al filone sportivo dell’inchiesta penale sulle curve e sui rapporti fra ultras e giocatori di Inter e Milan. La squalifica per Inzaghi e Calhanoglu verrà scontata nel prossimo turno con il Verona.
Grazie al patteggiamento le pene vengono dimezzate e non c’è il processo. Inzaghi e Chalanoglu hanno violato due articoli del codice di giustizia sportiva, quello sulla lealtà e correttezza e probità e dell’obbligo di osservanza delle norme federali (4, comma 1) e l’articolo 25 comma 10 “che prevede il divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società, per avere avuto, quantomeno a partire dalla stagione sportiva 2022-23, rapporti con esponenti del gruppo Ultrà denominato Curva Nord’.
Tra gli esponenti del club multati c’è anche Javier Zanetti con 14.500 euro. L’Inter viene sanzionata con 70mila euro per responsabilità diretta e oggettiva (art. 6, commi 1 e 2) per i comportamenti del tecnico e del centrocampista, dello stesso Zanetti, di Massimiliano Silva e Claudio Sala (14.500 di multa e 30 giorni di inibizione). Quanto al Milan (sanzione di 30mila euro) per responsabilità oggettiva per i comportamenti ascritti a Fabio Pansa (30 giorni di inibizione e 13mila euro di multa) e Davide Calabria, che non ha al momento scelto la strada del patteggiamento e sarà quindi ascoltato dalla Procura federale.
Sono stati individuati e recuperati i corpi senza vita di Nico Civitella ed Emanuele Capone, i due Vigili del Fuoco di Chieti dispersi da ieri sera durante un’escursione in località Balzolo, nel territorio di Pennapiedimonte, provincia di Chieti. I due erano scivolati in una forra del fiume Avello mentre erano fuori servizio insieme ad altri due colleghi, tratti in salvo nella serata di ieri: Giulio De Panfilis, 32 anni, e Gabriele Buzzelli, 48.
Le operazioni di recupero
Il recupero dei corpi è stato lungo e complesso, affidato ai soccorritori del Corpo nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico e ai Vigili del Fuoco, con il coordinamento della Prefettura di Chieti. Sul luogo della tragedia anche i familiari delle vittime, alcuni dei quali hanno accusato malori per lo choc e sono stati assistiti dal personale del 118.
I corpi, rinvenuti in una zona impervia, sono stati trasferiti in un’area accessibile per permettere l’intervento dell’elisoccorso, che li ha trasportati all’obitorio dell’Ospedale di Chieti. È stata disposta l’autopsia per chiarire le cause esatte della morte, mentre ulteriori accertamenti saranno effettuati sui luoghi dell’incidente a cura dei Carabinieri del Comando Provinciale di Chieti e del Reparto Forestale del Parco Nazionale della Maiella.
Il cordoglio delle istituzioni
«Esprimo la mia più grande vicinanza alle famiglie dei due giovani, ai colleghi e a tutto il Corpo Nazionale», ha dichiarato il prefetto Attilio Visconti, Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco. «Anche fuori servizio, i Vigili si tengono in allenamento per migliorarsi e garantire soccorso agli altri».
Dolore e partecipazione anche dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «Oggi piangiamo la tragica scomparsa di due Vigili del Fuoco. Ai loro familiari e colleghi va la mia più sincera vicinanza e gratitudine». Sul posto anche il sindaco di Pennapiedimonte Rosalina Di Giorgio, le unità psicologiche del Corpo, volontari della Protezione Civile e operatori da Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio.