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Fuga dall’Est sotto le bombe, crematori mobili a Mariupol

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“E’ necessario essere pronti per un ulteriore aggravamento della situazione”. Dopo un mese e mezzo di guerra, con 1.563 vittime civili accertate dall’Onu e centinaia di altri corpi non ancora identificati per le strade e nelle fosse comuni delle citta’ saccheggiate dai russi, l’Ucraina si prepara a un nuovo assedio e chiede alla popolazione civile di evacuare le regioni orientali. Le truppe nemiche, ritiratesi dal fronte di Kiev, sono pronte a sferrare un’altra offensiva entro 3-4 giorni, per realizzare l’obiettivo strategico “primario” di prendere il controllo dell’intero territorio del Donbass. “Registriamo il rafforzamento costante di soldati ed equipaggiamenti. Penso che abbiano in programma di completare presto i rinforzi”, e’ l’avvertimento del capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk, Serhiy Gaidai. Per questo, la vicepremier di Kiev, Iryna Vereschchuk, ha invitato i residenti di tre regioni dell’est a evacuare immediatamente, prima che diventi impossibile, anche perche’ i soldati di Mosca starebbero distruggendo alcuni collegamenti ferroviari. Le zone interessate sono quelle di Lugansk e Donetsk e parte dell’oblast di Kharkiv, la seconda citta’ ucraina nel nord-est al confine con la Russia. Nell’area sono gia’ in corso pesanti combattimenti. “Le truppe russe – ha riferito Vadym Denysenko, consigliere del ministero dell’Interno ucraino – muovono verso Sloviansk (nel Donetsk), Barvinkove (vicino a Kharkiv), Rubizhne (nella regione di Luhgansk) e, naturalmente, Mariupol”. I raid hanno colpito un centro per la distribuzione di aiuti umanitari nella regione di Donetsk, provocando almeno 2 morti e 5 feriti. Nel Lugansk, incendi sono scoppiati in 10 edifici bombardati a Sievierodonetsk. Anche a Mariupol, sotto assedio da settimane, centomila civili chiedono di essere evacuati, ma i corridoi umanitari degli ultimi giorni hanno permesso la fuga di poche migliaia di persone, spesso con mezzi privati e sotto la costante minaccia del fuoco nemico. Dalla citta’ portuale sul mar d’Azov, cruciale per i collegamenti tra Donbass e Crimea, continuano ad arrivare notizie drammatiche. Le autorita’ comunali hanno denunciato l’allestimento di crematori mobili da parte dei militari di Mosca per bruciare i corpi degli abitanti uccisi e coprire le tracce dei crimini contro i civili. Un lavoro sporco che secondo alcuni testimoni sarebbe stato lasciato ai loro “collaboratori”, cioe’ “terroristi locali” e di Donetsk. “I russi – accusa il Comune – hanno trasformato Mariupol in un campo di sterminio. L’analogia sta guadagnando terreno. Questa non e’ piu’ la Cecenia o Aleppo: e’ la nuova Auschwitz”. Secondo la vicepremier Vereschchuk, i crematori sono stati portati dalla Crimea e l’esercito di Mosca li sta usando anche per i propri soldati uccisi, “in modo che non li vedano in Russia”. I sospetti crimini di guerra al momento oggetto di indagine da parte della giustizia ucraina sono almeno cinquemila, ha reso noto intanto la procuratrice generale Irina Venediktova, accusando l’esercito russo di aver commesso violenze sessuali non solo contro donne e uomini, ma anche bambini e anziani. Denunce effettuate in un briefing a Bucha, il sobborgo nordoccidentale di Kiev drammaticamente noto per le violenze e gli abusi commessi sulla popolazione, dove almeno 25 ragazze, alcune di appena 14 anni, hanno raccontato di essere state violentate. “Gravissimi crimini di guerra”, ha denunciato ancora una volta il presidente Usa Joe Biden, secondo cui “le persone sono state uccise a sangue freddo”. Orrori su cui per la prima volta e’ intervenuto il presidente russo Vladimir Putin, parlando di “provocazioni rozze e ciniche” da parte ucraina in una conversazione con il premier ungherese Viktor Orban, che intanto ha chiesto “un cessate il fuoco immediato”, invitando il leader del Cremlino a recarsi a Budapest per colloqui di pace con i leader di Francia, Germania e Ucraina.

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Blinken in visita a sorpresa in Ucraina

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Il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato in visita a sorpresa in Ucraina. Il capo della diplomazia Usa è giunto stamattina a Kiev con un treno notturno dalla Polonia. E’ previsto un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo i giornalisti al seguito di Blinken. Si tratta del quarto viaggio in Ucraina del segretario di stato americano dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022. La visita è intesa a rassicurare Kiev sul continuo sostegno degli Stati Uniti e a promettere un flusso di armi in un momento in cui Mosca sta conducendo una pesante offensiva nella regione nordorientale ucraina di Kharkiv.

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‘Chora è una moschea’, scintille Erdogan-Mitsotakis

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La moschea di Kariye a Istanbul, un tempo chiesa ortodossa di San Salvatore in Chora e tesoro del patrimonio bizantino, diventa tempio della discordia tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il premier greco Kyriakos Mitsotakis, nel giorno della visita del leader ellenico ad Ankara proprio per confermare la stagione di buon vicinato tra i due Paesi dopo decenni di tensioni. Le divergenze sulla moschea si sono riaccese nei giorni scorsi, dopo che il 6 maggio scorso San Salvatore in Chora, chiesa risalente al V secolo e tra i più importanti esempi dell’architettura bizantina di Istanbul, è stata riaperta dopo lavori di restauro durati quattro anni.

Convertita in moschea mezzo secolo dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei turchi ottomani del 1453, Chora è stata trasformata in un museo dopo la Seconda guerra mondiale, quando la Turchia cercò di creare una repubblica laica dalle ceneri dell’Impero Ottomano. Ma nel 2020 è nuovamente diventata una moschea su impulso di Erdogan, poco dopo la decisione del presidente di riconvertire in moschea anche Santa Sofia, che come Chora era stata trasformata in un museo. La riapertura aveva suscitato malcontento ad Atene, con Mitsotakis che aveva definito la conversione della chiesa come “un messaggio negativo” e promesso alla vigilia del suo viaggio ad Ankara di chiedere a Erdogan di tornare sui suoi passi in merito. Una richiesta respinta al mittente: “La moschea Kariye nella sua nuova identità resta aperta a tutti”, ha confermato Erdogan in conferenza stampa accanto a Mitsotakis.

“Come ho detto al premier greco, abbiamo aperto al culto e alle visite la nostra moschea dopo un attento lavoro di restauro in conformità con la decisione che abbiamo preso nel 2020”, ha sottolineato. “Ho discusso con Erdogan della conversione della chiesa di San Salvatore in Chora e gli ho espresso la mia insoddisfazione”, ha indicato in risposta il leader greco, aggiungendo che questo “tesoro culturale” deve “rimanere accessibile a tutti i visitatori”. Nulla di fatto dunque sul tentativo di Atene di riscrivere il destino del luogo di culto. Ma nonostante le divergenze in merito, la visita di Mitsotakis ad Ankara segna un nuovo passo nel cammino di normalizzazione intrapreso dai due Paesi, contrapposti sulla questione cipriota e rivali nel Mediterraneo orientale. A dicembre i due leader hanno firmato una dichiarazione di “buon vicinato” per sancire una fase di calma nei rapporti iniziata dopo il terremoto che ha ucciso più di 50.000 persone nel sud-est della Turchia, all’inizio del 2023. “Oggi abbiamo dimostrato che accanto ai nostri disaccordi possiamo scrivere una pagina parallela su ciò che ci trova d’accordo”, ha sottolineato Mitsotakis accanto a Erdogan, confermando la volontà di “intensificare i contatti bilaterali”. Perché “l’oggi non deve rimanere prigioniero del passato”.

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Kiev, più di 30 località sotto il fuoco russo nel Kharkiv

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Sono ancora in corso i combattimenti nella regione di Kharkiv, nel nord-est dell’Ucraina, dove più di 30 località sono sotto il fuoco russo e quasi 6.000 residenti sono stati evacuati, secondo il governatore regionale. “Più di 30 località nella regione di Kharkiv sono state colpite dall’artiglieria nemica e dai colpi di mortaio”, ha scritto Oleg Synegoubov sui social network.

Il governatore ha aggiunto che dall’inizio dei combattimenti sono stati evacuati da queste zone un totale di 5.762 residenti. Le forze russe hanno attraversato il confine da venerdì per condurre un’offensiva in direzione di Lyptsi e Vovchansk, due città situate rispettivamente a circa venti e cinquanta chilometri a nord-est di Kharkiv, la seconda città del Paese.

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