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Cronache

Fratello del pentito ucciso a Pesaro, Marcello Bruzzesse nel 1995 scampò alla morte in un agguato dove uccisero il padre Girolamo e il genero Antonio Madaferri

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Ha iniziato a collaborare con la giustizia nel 2003 Biagio Girolamo Bruzzese, di Rizziconi, il cui fratello, Marcello, è stato assassinato ieri a Pesaro dove viveva da tre anni dopo essere entrato nel programma di protezione. Nel corso degli anni l’uomo ha collaborato a diverse inchieste e deposto in numerosi processi contro le cosche operanti nella piana di Gioia Tauro, in particolare contro la cosca Crea di Rizziconi. I Bruzzese, secondo quanto emerso dalle indagini svolte negli anni dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, erano storicamente alleati con la potente cosca dei Crea. Un’alleanza interrotta bruscamente nel 2003, quando, il 23 ottobre, Girolamo, all’epoca latitante, sparò tre colpi di pistola, uno dei quali lo raggiunse alla testa, contro il boss Teodoro Crea, anche lui latitante.

Credendolo morto Bruzzese si costituì ai carabinieri – dopo sette anni di latitanza per una condanna per omicidio – ed iniziò la sua collaborazione con la giustizia. Crea – attualmente detenuto in regime di 41 bis – invece sopravvisse. Nel periodo della comune latitanza, Bruzzese e Crea si erano incontrati spesso ma alla fine sarebbero sorti dei contrasti che portarono Girolamo a sparare contro l’altro. L’anno successivo, nel febbraio del 2014, fu assassinato il suocero di Girolamo Bruzzese, Giuseppe Femia. Un delitto che gli investigatori collegarono con il tentato omicidio di Crea. In precedenza, nella notte tra il 17 ed il 18 luglio del 1995, in un agguato compiuto nelle campagne di Rizziconi, mori’ il padre di Girolamo Bruzzese, Domenico, assassinato insieme al genero Antonio Madafferi. Nell’occasione rimase ferito in maniera grave lo stesso Marcello Bruzzese.

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Cronache

La mafia investe in Brasile e altri paesi: 4 arresti

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Tre persone in carcere e una ai domiciliari nell’operazione della Guardia di finanza di Palermo che ha portato al sequestro di 350mila euro e nove società tra immobiliari e ristorazione soprattutto in Brasile ma anche in Italia, Svizzera e Hong Kong. L’ordinanza cautelare è stata emessa dal gip di Palermo, su richiesta della Dda. Gli indagati sono indiziati, a vario titolo, di concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio e autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, reati aggravati dalla finalità di aver agevolato importanti famiglie mafiose. L’operazione si inserisce nell’ambito dell’indagine che lo scorso 13 agosto ha portato all’arresto, in Brasile, dell’imprenditore Giuseppe Bruno e al sequestro, sempre in Sud America, di disponibilità finanziarie e beni per 50 milioni di euro. Entrambe le misure erano state disposte dal 2° Tribunale Federale del Rio Grande Do Norte (Brasile) all’esito di un’inchiesta sviluppata a partire da riscontri investigativi acquisiti dalla Dda di Palermo e condivisi con le autorità brasiliane nel quadro di una squadra investigativa comune istituita con il coinvolgimento della Dda e antiterrorismo e di Eurojust.

Giuseppe Calvaruso, già reggente del mandamento mafioso di Pagliarelli, con la complicità di Bruno e servendosi delle prestazioni di esperti professionisti del Nord Italia, avrebbe investito in Brasile capitali frutto delle attività di Cosa nostra e, in particolare, del mandamento di appartenenza. Tra questi anche i soldi raccolti dalle estorsioni compiute ai danni di imprenditori palermitani. Il denaro, stando a quanto emerso dalle investigazioni, dall’Italia sarebbe stato trasferito in Brasile attraverso articolati meccanismi di riciclaggio, transitando in molti casi su conti correnti all’estero. Oltre 500 milioni di euro: questo il valore, secondo una prima stima, delle società nel tempo gestite dagli indagati anche con l’ausilio di prestanome. Il gip ha ravvisato la sussistenza di esigenze cautelari per Giuseppe Calvaruso, 47 anni; Giuseppe Bruno, 51 anni; Giovanni Caruso, 53 anni: Rosa Anna Simoncini, 73 anni, madre dell’imprenditore Bruno. L’operazione è l’esito di un’attività investigativa per far luce sulle cointeressenze di esponenti di spicco di Cosa nostra palermitana in compagini societarie in Italia e all’estero, in particolare in Brasile.

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Cronache

Lotto, ‘colpo’ da 620mila euro a San Sebastiano del Vesuvio

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La fortuna bacia San Sebastiano del Vesuvio, in provincia di Napoli, grazie al gioco del Lotto. Nel concorso di sabato 5 ottobre, come riporta Agipronews, sono stati vinti 622.500 euro grazie alla combinazione 2-17-24-71 sulla ruota di Napoli. Da segnalare anche due vincite in provincia di Salerno, una da 19.700 euro a Sarno e una da 14.500 a Fisciano, oltre a una da 12.500 a Napolie due da 9.750 euro a Benevento. L’ultimo concorso del Lotto ha distribuito 9,1 milioni di euro, per un totale di 984 milioni da inizio anno.

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Cronache

Rider droga a Napoli, 2 arresti e sequestro 190 kg hashish

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L’avrebbero trasportata a destinazione dentro zaini con il marchio di una azienda di delivery, come due rider qualsiasi. La loro ‘consegna’ pero’ non era fatta da panini o sushi, ma da 190 chili di droga. Due persone di 31 e 35 anni, gia’ note alle forze dell’ordine, sono stata arrestate in un blitz dei carabinieri a Napoli in un deposito del quartiere di San Giovanni a Teduccio. Rinvenuti e sequestrati quasi 2mila panetti di hashish. Trovati anche 20mila euro in contanti. Quando i militari dell’Arma sono entrati nel locale, hanno sorpreso i due indagati mentre si preparavano per partire con parte dello stupefacente verosimilmente destinata in una larga parte della provincia di Napoli. I due avevano in spalla lo zaino di un noto marchio di food delivery (l’azienda e’ estranea ai fatti) con lo scopo di mimetizzarsi nel traffico cittadino del sabato sera. Gli arrestati sono stati trasferiti in carcere.

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