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Fabiana Dadone riparte dalla politica in Europa: entra nello staff della Commissione per lo sviluppo regionale

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BRUXELLES Dopo l’esperienza da ministra, Fabiana Dadone torna alla politica, ma con un nuovo incarico in Europa. Da inizio febbraio è entrata a far parte dello staff della Commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento Europeo, legandosi così ufficialmente alla sinistra europea di The Left, la famiglia politica che ha recentemente accolto in via permanente il Movimento 5 Stelle.

Un passaggio che segna la sua continuità con il M5S, partito di cui resta ancora un punto di riferimento, ricoprendo attualmente un ruolo all’interno del collegio dei probiviri.

Un nuovo incarico a Bruxelles, accanto ai Cinque Stelle

Dopo essere stata ministra per la Pubblica Amministrazione nel secondo governo Conte e successivamente ministra per le Politiche giovanili con Mario Draghi, Fabiana Dadone era tra i volti noti del Movimento che non hanno potuto ricandidarsi a causa della regola del doppio mandato.

Il nuovo incarico a Bruxelles la vede impegnata nel supporto a sei europarlamentari, tra cui Giuseppe Antoci e Valentina Palmisano (M5S), ma anche l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano.

L’esodo degli ex Cinque Stelle verso l’Europa

L’approdo di Dadone a Bruxelles non è un caso isolato: negli ultimi anni diversi esponenti del M5S hanno trovato ruoli all’interno delle istituzioni europee.

Tra gli assistenti locali e parlamentari del M5S all’Eurocamera figurano ex deputati come:

  • Alberto Airola
  • Giuseppe Buompane
  • Angela Salafia
  • Sabrina Pignedoli, ex eurodeputata, che ha mancato la riconferma nel 2024 per un soffio.

Nello staff dell’europarlamentare Giuseppe Antoci lavora anche Manuela Mulas, moglie dell’ex big pentastellato Ignazio Corrao.

Ma le tracce dei grillini “trasferiti” a Bruxelles si trovano anche in altri gruppi politici: l’ex deputato Francesco Berti, che aveva lasciato il M5S per seguire Luigi Di Maio, oggi lavora nel gruppo ECR, dove è presente Fratelli d’Italia.

Dal governo all’Europa: la nuova sfida politica di Fabiana Dadone

Dopo aver ricoperto ruoli di primo piano nei governi Conte e Draghi, Fabiana Dadone trova così una nuova collocazione politica a Bruxelles, in un momento in cui il Movimento 5 Stelle sta cercando di rafforzare la propria presenza e credibilità in Europa.

La sua adesione allo staff della Commissione per lo sviluppo regionale rappresenta un segnale di continuità con il M5S, che guarda a The Left per consolidare la propria identità politica europea.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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