Collegati con noi

In Evidenza

Raiz e il ritorno di Sanacore: «Un album rivoluzionario che brilla ancora dopo 30 anni»

Pubblicato

del

Trent’anni dopo la sua uscita, Sanacore, l’album cult degli Almamegretta, continua a risuonare con la stessa intensità di allora. In un’intervista rilasciata a Il Mattino di Napoli, Raiz ripercorre la storia di un disco che ha segnato la scena alternativa italiana, tra sperimentazione sonora e radici partenopee.

L’album, pubblicato nel 1995, è stato un punto di svolta per la musica italiana, unendo il dub giamaicano con la tradizione napoletana e anticipando contaminazioni che solo anni dopo sarebbero diventate di tendenza. Eppure, pur cambiando «le carte in tavola», Sanacore non sfondò nel mainstream.

“Forse eravamo troppo avanti per i tempi”, ammette Raiz. “Noi non eravamo i Maneskin, ma oggi ci rendiamo conto che il disco è ancora attuale”.

Il ritorno live: doppia versione dei brani e un tour di successo

Per celebrare il trentennale, gli Almamegretta stanno portando Sanacore in tour, con uno spettacolo che ha già registrato il tutto esaurito alla Casa della Musica di Napoli il 14 marzo.

“I brani più forti del disco avranno una doppia versione: la canzone e la sua estensione dub, che con Paolo Baldelli viene portata alle estreme conseguenze”, spiega Raiz.

Un modo per rendere omaggio all’anima reggae dell’album, che fu mixato da Adrian Sherwood, il «Quincy Jones» del suono giamaicano.

Un album che univa radici e sperimentazione

Se oggi Napoli è considerata una città aperta alle contaminazioni musicali, Sanacore ne fu un precursore.

“L’idea era portare Napoli nel mondo e il mondo a Napoli”, racconta Raiz. Un progetto modernissimo e ambizioso, che vedeva nel nomadismo culturale una ricchezza.

L’album alternava brani che esaltavano la libertà delle identità fluide, come ‘O sciore cchiù felice, a pezzi che abbracciavano la tradizione napoletana, attraverso collaborazioni storiche:

  • Giulietta Sacco, la regina della canzone napoletana, che Nino D’Angelo portò in studio per interpretare Sanacore.
  • Marcello Colasurdo, voce inconfondibile della tammurriata, che in Ammore nemico lasciava senza fiato.
  • Salvatore Palomba, poeta di Carmela, che firmò il testo di Pe’ dint’ ‘e viche addò nun trase ‘o mare.

“Sapevamo chi erano i nostri padri, i nostri nonni. E quando possibile facevamo… delle feste in famiglia”, scherza Raiz.

La canzone simbolo: Nun te scurda’

Oltre alla title track, una delle canzoni più iconiche dell’album resta Nun te scurda’, diventata nel tempo un vero classico.

“Se ne ascolti la versione con i Radicanto è una melodia partenopea verace. Se ne ascolti quella dub, è puro stile Kingston. Quel lovers reggae napoletano è una sintesi di tutto il disco: elogio delle convivenze, non delle guerre di identità”.

Ma la canzone ha anche un significato sociale forte. Racconta la storia di una donna costretta a prostituirsi, ispirata ai racconti della madre di Raiz sulla Napoli della Liberazione:

“Mia nonna chiudeva mia madre in casa, mentre le sue amiche scendevano in strada sperando in un invito a cena da parte dei soldati americani. Se hai fame, un invito a cena è un tesoro”.

Dagli anni ‘90 a oggi: Napoli ha perso un’occasione?

Nel 1995, la città era in pieno Rinascimento bassoliniano. Sanacore vinse la seconda delle quattro Targhe Tenco degli Almamegretta e divenne la colonna sonora di un’epoca di grande fermento.

E oggi?

“Negli anni ci siamo appiattiti su un certo identitarismo che ci riporta all’oleografia, ad assomigliare a come ci vedono da fuori”, riflette Raiz. “Il turismo di massa fa il resto. A conti fatti è meglio così, specie se si pensa alle attività ricettive che sostituiscono le imprese criminali. Ma la sensazione di aver perso una grande occasione resta”.

Advertisement
Continua a leggere

Esteri

Gaza tra nubifragi, tensioni diplomatiche e rischio divisione: la crisi umanitaria peggiora con l’arrivo dell’inverno

Nubifragi, sfollati senza ripari e tensioni diplomatiche: mentre si ipotizza una divisione della Striscia, l’Onu avverte che l’inverno rischia di aggravare una crisi umanitaria già drammatica.

Pubblicato

del

L’inverno avanza e una Gaza colpita da giorni di maltempo mostra in modo drammatico tutte le sue fragilità. La tregua sul terreno regge solo in parte, mentre piogge torrenziali hanno allagato migliaia di tende dove vivono famiglie sfollate, lasciando senza riparo chi ha perso tutto. Per l’Onu, il quadro è gravissimo: il 92% degli edifici della Striscia non è più abitabile e le condizioni meteo rischiano di mettere a rischio migliaia di persone.

La prospettiva di una Gaza divisa

Sul piano politico, cresce l’ipotesi di una divisione in due della Striscia: una zona controllata dall’esercito israeliano e l’altra gestita da Hamas, secondo condizioni ancora da definire. Una prospettiva che genera tensioni in Medio Oriente e che sarebbe al centro del dialogo tra Steve Witkoff, inviato di Donald Trump, e Khalil al-Hayya, figura di spicco dell’organizzazione islamica. I due avrebbero già avuto contatti in passato, con un rapporto personale nato dal lutto condiviso per la perdita di un figlio.

Washington prepara la sua risoluzione al Consiglio di Sicurezza

Gli Stati Uniti si preparano a presentare una nuova risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, previsto per lunedì. La diplomazia americana punta anche al via libera della Russia, in un confronto che si intreccia con gli interessi di Mosca nei territori ucraini occupati. Non è escluso che la telefonata tra Benjamin Netanyahu e Vladimir Putin abbia toccato proprio questo nodo, insieme al ruolo dell’Iran, tornato ostile con il sequestro di una petroliera battente bandiera delle Isole Marshall.

Netanyahu isolato nelle trattative diplomatiche

Il premier israeliano appare sempre più lontano dal centro delle trattative internazionali sul futuro di Gaza. Nel frattempo l’Idf mantiene alta la pressione militare: secondo fonti palestinesi, l’artiglieria ha colpito l’area orientale di Gaza City e un drone avrebbe sparato nel campo profughi di Jabalia.

Campi allagati e beni distrutti: l’allarme Onu sull’arrivo dell’inverno

La maggior preoccupazione resta la situazione umanitaria. Le piogge hanno aggravato condizioni già estreme: abiti bagnati, scorte alimentari distrutte, tende rese inutilizzabili. Migliaia di sfollati sono ora esposti al freddo e alla pioggia senza protezione.

Le Nazioni Unite avvertono: “Migliaia di famiglie sono completamente esposte alle condizioni avverse, con rischi crescenti per salute e sicurezza”.

L’accusa dell’Unrwa: “Israele limita gli aiuti”

Da Bruxelles, il vice commissario generale dell’Unrwa Natalie Boucly punta il dito contro Israele, denunciando che le restrizioni ai flussi di aiuti continuano a mettere in pericolo una popolazione allo stremo, che soffre una grave carenza di cibo e beni essenziali.

La comunità internazionale teme che l’inverno, arrivato con violenza, possa trasformare la crisi di Gaza in un’emergenza umanitaria ancora più devastante.

Continua a leggere

Esteri

Trump annuncia causa miliardaria contro la BBC per il montaggio del discorso del 6 gennaio

Donald Trump annuncia una causa da 1 a 5 miliardi di dollari contro la BBC per il montaggio ritenuto fuorviante del discorso del 6 gennaio. Cresce la tensione tra USA e Regno Unito.

Pubblicato

del

Donald Trump torna all’attacco dei media e questa volta punta dritto alla BBC, accusata di aver montato in modo “fuorviante” il suo discorso del 6 gennaio 2021, il giorno dell’assalto a Capitol Hill che portò al suo secondo impeachment. Le scuse ufficiali dell’emittente britannica non sono bastate al presidente americano, che ha annunciato una causa civile da 1 a 5 miliardi di dollari da presentare la prossima settimana.

La decisione dopo le scuse: “Dobbiamo farlo”

Trump, inizialmente disponibile a considerare la questione chiusa con le scuse, ha cambiato linea dopo un confronto con i suoi legali.
«Dobbiamo farlo», ha tagliato corto, definendo la vicenda uno “scandalo” che intende discutere personalmente con il premier britannico Keir Starmer.

Secondo il presidente, la BBC avrebbe «cambiato le parole che uscivano dalla mia bocca» per attribuirgli un significato distorto:
«Le mie parole erano belle, e loro le hanno trasformate in non belle».

La difesa della BBC: “Errore involontario, nessuna diffamazione”

L’emittente ha ammesso l’errore nel montaggio del programma Panorama, dove due passaggi distinti del discorso furono combinati.
Nella risposta ai legali di Trump, la BBC ha sostenuto che:

  • non c’era intento diffamatorio

  • il programma è andato in onda solo nel Regno Unito

  • Trump non ha subito alcun danno, essendo stato rieletto poco dopo

Argomentazioni che il presidente ha respinto in blocco, parlando di una manipolazione “corrotta”.

Rischio di uno scontro diplomatico

Gli osservatori nel Regno Unito avvertono che la causa potrebbe trascinare la BBC – finanziata dal canone – in un terreno rischioso: o sostenere costi legali enormi o valutare un patteggiamento costoso e politicamente imbarazzante.

Sir Craig Oliver, ex direttore della BBC e consigliere di Downing Street, ha parlato di uno scenario “pesante comunque vada”.

Trump amplia la guerra ai media

La battaglia contro la BBC si aggiunge alle altre vertenze aperte da Trump negli USA contro:

  • New York Times

  • CBS

  • Wall Street Journal

Quotidiani e broadcaster definiti più volte dal presidente come “nemici del popolo”.

La Casa Bianca accusa la BBC di essere una «macchina della propaganda di sinistra» finanziata dai contribuenti britannici.

Rapporti USA-Regno Unito sotto tensione

L’iniziativa giudiziaria potrebbe avere ripercussioni sul rapporto tra Washington e Londra, finora solido.
La mossa di Trump, infatti, rappresenta un attacco diretto a una delle istituzioni più identitarie del Regno Unito e potrebbe aprire una nuova fase di tensione transatlantica.

Resta ora da vedere se la causa verrà formalmente depositata e quali effetti produrrà sul delicato equilibrio diplomatico tra i due Paesi.

Continua a leggere

In Evidenza

Mattarella a Berlino, amicizia Italia-Germania rafforzata dal “Premio dei presidenti”

Mattarella e Steinmeier celebrano a Berlino il “Premio dei presidenti”, ribadendo la forza dell’amicizia tra Italia e Germania e il ruolo dei Comuni come ponti europei.

Pubblicato

del

“Chi trova un amico trova un tesoro”. Con questo proverbio italiano il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha accolto Sergio Mattarella (anche la foto in evidenza à di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)  a Berlino, ribadendo la solidità di un rapporto politico e personale costruito negli anni. L’occasione è stata il “Premio dei presidenti”, iniziativa nata nel 2021 proprio su impulso dei due capi di Stato, per valorizzare i gemellaggi tra Comuni italiani e tedeschi.

Il ruolo dei Comuni come ponti europei

Nel suo intervento a Palazzo Bellevue, Mattarella ha sottolineato come la collaborazione tra municipalità sia una risposta concreta alle tensioni globali.
Il presidente ha richiamato l’importanza di apertura, condivisione e cooperazione, principi che contrastano nazionalismi e chiusure.

Per Mattarella, i Comuni sono:

  • “maestri di cittadinanza”,

  • luoghi dove i giovani imparano democrazia e partecipazione,

  • laboratori di innovazione e futuro.

Steinmeier ha condiviso la visione, parlando di ponti e non muri, e ricordando come i legami locali rafforzino la coesione europea.

Migranti italiani in Germania, “capitolo fondamentale della nostra storia”

Durante il colloquio bilaterale, Steinmeier ha rivolto un omaggio esplicito agli italiani emigrati in Germania nel dopoguerra.
Ha evidenziato il loro contributo decisivo allo sviluppo economico tedesco, sottolineando che spesso hanno dovuto affrontare pregiudizi e difficoltà prima di essere pienamente riconosciuti.

Alla cerimonia era presente anche Vinicio Capossela, nato a Hannover da una famiglia di immigrati: un simbolo di questa storia comune.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di consegna del “Premio dei Presidenti”
(foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Memoria condivisa e responsabilità storiche

Steinmeier ha richiamato anche la necessità di continuare la memoria delle vittime dei crimini nazisti, ricordando il lavoro comune portato avanti con Mattarella negli ultimi anni.

Il presidente tedesco ha sottolineato che mantenere viva la memoria è oggi più che mai “un dovere”, in un contesto internazionale segnato da nuove tensioni e regressioni democratiche.

Una tappa importante prima del discorso al Bundestag

Questa giornata berlinese anticipa l’intervento che Mattarella terrà domani al Bundestag.
L’incontro con Steinmeier ha già ribadito la forza di un legame bilaterale fondato su valori comuni, sulla memoria e sulla collaborazione tra comunità locali che rappresentano, come ha ricordato il presidente italiano, “un modello che unisce nella cornice europea”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto