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F1: Verstappen re anche in Arabia, podio Ferrari Leclerc

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Secondo Gran Premio della stagione di Formula 1 2024, seconda doppietta targata Red Bull. Dopo quanto visto nella prima gara dell’anno in Bahrain, anche sullo scintillante circuito cittadino di Gedda si conferma lo strapotere della scuderia campione del mondo e di Max Verstappene che domina in lungo e in largo il Gp dell’Arabia Saudita tagliando il traguardo con ampio margine davanti al compagno Sergio Perez secondo nonostante 5” di penalità (per unsafe release).

Terza la Ferrari di Charles Leclerc che, autore anche del miglior giro, si prende il suo primo podio confermando il Cavallino Rampante come seconda forza del campionato con un buon margine sulla McLaren di Oscar Piastri, quarto, e la Aston Martin di Fernando Alonso, quinto. Bagna, con un settimo posto da ricordare l’esordio nel Circus e su una Rossa come più giovane di sempre, la sua prima volta il 18enne britannico Oliver Bearman che ha preso il posto sulla SF24 di Carlos Sainz operato d’urgenza per una appendicite. Partenza regolare nel Gran Premio di Formula 1 dell’Arabia Saudita con la Red Bull di Verstappen che dalla pole position scatta in testa alla gara. Seconda la Ferrari di Leclerc seguita dall’altra Red Bull di Perez e dalla McLaren di Piastri.

Parte in undicesima posizione l’altra Ferrari del 18enne britannico Oliver Bearman (più giovane pilota ad esordire con una Rossa) sostituto di Carlos Sainz operato d’urgenza d’appendicite. Spagnolo che a poche ore dall’intervento all’ospedale di Gedda ha prima pubblicato un post su Instagram dalla sua camera d’ospedale per ringraziare i tifosi (con la frase ironica: “Sainz 2, appendicite 0″) e poi ha fatto il suo ritorno nel paddock per seguire da lì il secondo Gran Premio della stagione. Pochi giri e primo colpo di scena con l’incidente causato dalla Aston Martin di Stroll a muro tra la curva 22 e la 23. Gp finito per il pilota canadese e safety car in pista a cui segue il pit stop di quasi tutti i piloti tra cui anche quelli delle due Red Bull e di Leclerc. Non si fermano la McLaren di Norris che prende momentaneamente il comando e la Mercedes di Hamilton che si porta a ridosso della McLaren.

Sosta ‘di massa’ che provoca una investigazione per Perez per un incidente sfiorato con la Aston Martin di Alonso in pit-lane: per il messicano 5” di penalità per unsafe release. Al rientro di tutti in pista con la gara che riprende il corso regolare, al giro 15 prove di futuro per la Ferrari con Leclerc che duella con il suo prossimo compagno di squadra Hamilton e lo passa prendendosi la quarta posizione dietro a Norris che nel frattempo viene ripreso dalle due Red Bull con Verstappen di nuovo al comando e a fare la solita differenza guadagnando oltre mezzo secondo a giro. A metà gara la situazione vede il campione del mondo sempre più avanti seguito dal compagno Perez a oltre sette secondi, dalla McLaren di Norris (+15”) e dalla Ferrari di Leclerc (a 1′ dal terzo posto). L’altra Rossa di Bearman è in zona punti al nono posto dietro alla Mercedes di Russell.

Poco dopo si fermano Hamilton e Norris per il cambio gomme con Alonso che si porta in quinta e Bearman in settima. Davanti non succede nulla di eclatante con Verstappen sempre più leader che va a chiudere e festeggiare l’ennesimo trionfo Red Bull. La Ferrari si conferma sul podio, questa volta con Leclerc, e seconda forza di un campionato che al secondo Gp sembra già chiuso a favore della scuderia austriaca che almeno in pista non sembra soffrire minimamente di tutte le polemiche sul caso del suo team principal Chris Horner.

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Sci, muore la giovane promessa francese Margot Simond: aveva 18 anni

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Tragedia in Val d’Isère durante un allenamento. La procura di Albertville apre un’indagine Una nuova tragedia ha sconvolto il mondo dello sci internazionale: Margot Simond, 18 anni, giovane talento della nazionale francese, è morta ieri in allenamento sulla pista di Val d’Isère, in Savoia. La ragazza, campionessa francese Under 18 di slalom, è caduta rovinosamente durante un esercizio ad alta velocità. I soccorsi sono stati immediati, ma ogni tentativo di rianimarla è stato inutile.

L’incidente durante la preparazione al trofeo Red Bull

Margot si stava preparando per il trofeo “Red Bull Alpine Park”, organizzato con la collaborazione del campione di slalom Clément Noël. La sciatrice, associata allo Ski Club di Les Saisies e originaria di Aillons Margeriaz, era una delle atlete più promettenti del panorama francese. Nel marzo scorso aveva vinto il titolo nazionale giovanile nello slalom a Les Menuires, e in stagione aveva già debuttato in Coppa Europa e preso parte ai Mondiali Juniores a Tarvisio, classificandosi al ventesimo posto.

Secondo quanto riportato da L’Équipe, la caduta è avvenuta poco dopo un tratto di zig-zag tra le porte, attorno alle ore 13. Il medico di pista è intervenuto immediatamente, ma ha confermato: «Non è stato possibile rianimarla».

Indaga la procura di Albertville

La dinamica dell’incidente è ora al vaglio della procura di Albertville, che ha aperto un’indagine per accertare le cause della morte. La comunità sportiva francese è sotto choc. «I nostri pensieri sono con la Francia e con tutta la comunità dello sci sconvolta per la perdita di Margot», ha scritto in un messaggio la Federazione francese di sci.

Una stagione nera per lo sci internazionale

La morte di Margot arriva pochi mesi dopo quella di Matilde Lorenzi, 20enne azzurra caduta durante un allenamento in Val Senales lo scorso ottobre. E tra questi due tragici eventi, lo sci piange anche Marco Degli Uomini, promessa 18enne del SuperG italiano, morto lo scorso 10 marzo sullo Zoncolan dopo un salto di 40 metri.

Tre lutti in meno di sei mesi che riaccendono i riflettori sulla sicurezza degli allenamenti e delle piste. Intanto, il mondo dello sport piange un’altra giovane vita spezzata troppo presto.

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Lecce, il fisioterapista Graziano Fiorita muore in ritiro prima del match con Atalanta: gara rinviata

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Un risveglio drammatico per tutto il mondo giallorosso. L’US Lecce piange la scomparsa improvvisa di Graziano Fiorita, storico massofisioterapista della squadra, scomparso a soli 47 anni. A comunicarlo è stata la stessa società salentina con una nota ufficiale intrisa di dolore: «L’Us Lecce, profondamente sconvolta, comunica che è venuto a mancare improvvisamente Graziano Fiorita».

La tragedia si è consumata nella camera d’albergo di Coccaglio, in provincia di Brescia, sede del ritiro scelto dal Lecce per preparare la sfida di campionato contro l’Atalanta, poi rinviata a domenica alle 20.45. Non vedendolo arrivare al consueto appuntamento mattutino, i membri dello staff hanno cercato Fiorita, trovandolo senza vita nella sua stanza.

Professionista stimato e figura storica del club, Graziano era legato al Lecce da oltre vent’anni, seguendo le orme del padre Fernando, anch’egli fisioterapista e scomparso due anni fa. Lascia la moglie Azzurra e i figli Carolina, Davide, Nicolò e Riccardo, oltre alla madre Francesca e a una comunità intera che oggi si stringe attorno alla sua famiglia.

«In questo momento di dolore profondo e di totale incredulità – prosegue la nota del Lecce – il club può solo stringersi intorno alla sua famiglia».

Anche l’Atalanta ha voluto esprimere il proprio cordoglio con una nota ufficiale. Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e Antonio Conte, tecnico partenopeo e leccese di nascita, hanno inviato messaggi di vicinanza e solidarietà alla famiglia Fiorita e al club.

Graziano Fiorita resterà per sempre nel cuore di chi ha condiviso con lui la passione per il calcio, il lavoro dietro le quinte, la dedizione silenziosa e costante a una maglia che amava come una seconda pelle.

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Coppa Italia: Il Bologna torna in finale dopo 51 anni

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A 51 anni di distanza dall’ultima volta, il Bologna torna in finale di Coppa Italia: Fabbian e Dallinga aprono e chiudono la sfida che vede i rossoblù piegare l’Empoli anche al ritorno, dopo il 3-0 del Castellani, confermando il Dall’Ara un fortino inespugnabile: Kovalenko non basta ai toscani. Vincenzo Italiano e i suoi ragazzi scrivono una pagina di storia del club rossoblù, pagina che il tecnico già conosce essendo alla seconda finale negli ultimi 4 anni, dopo quella disputata e persa con la Fiorentina. Dopo le finali perse di Coppa Italia e Conference (2) con la viola, il tecnico avrà la possibilità di regalare e regalarsi un epilogo diverso e voltare pagina il 14 maggio a Roma, contro il Milan, in un match che metterà in palio un posto in Europa League. Nell’attesa, il Bologna corre anche e nuovamente per la Champions.

Italiano, però preferisce non badarci e non si fida neppure dei tre gol di vantaggio e dello 0-3 con cui i rossoblù avevano espugnato Empoli nella semifinale di andata. Il tecnico opta per un turn over ragionato, ma conferna la spina dorsale della sua squadra con Beukema e Lucumi al centro della difesa, Freuler in mediana e Dallinga di punta, con Orsolini, Cambiaghi e Fabbian a sostegno. E’ Bologna vero contro un Empoli rimaneggiato, con un D’Avesa che offre spazio a giocatori reduci da infortunio e in cerca di condizione, risparmiando titolari per il campionato e la Fiorentina. E allora i rossoblù possono mettere in chiaro le cose fin dal principio: passano al 7′, con Moro che offre a Fabbian il cross dell’1-0. Terza rete dell’ex Inter all’Empoli e quarta stagionale, che arriva dopo un inizio arrembante che vede Dallinga sprecare sotto porta e pure Lykogiannis chiamare Seghetti all’intervento, ma pure Marianucci recuperare in extremis su Dallinga.

Dopo un quarto d’ora di spinta e il vantaggio, il Bologna amministra i ritmi e l’Empoli trova campo e capacità di reagire con l’esuberanza di Sambia e Solbakken. Il primo inventa, Konate rifinisce, Solbakken si presenta tre volte a tu per tu con Ravaglia: la prima spara fuori, la seconda debolmente, la terza chiama il portiere rossoblù alla grande parata che trova Kovalenko pronto al tap in vincente: è 1-1 al 32′. A inizio ripresa arrivano i cambi su ambo i fronti, con i tecnici che dimostrano di ragionare anche in chiave campionato. Il Bologna riprende campo e ritmo e sfiora il nuovo vantaggio Cambiaghi e Fabbian. Dominguez, Dallinga e Moro si divorano tre occasionissime per la vittoria tra il ventesimo e il 37′ e il successo è nell’aria. Lo firma Dallinga con un colpo di testa a tre minuti dal triplice fischio, su cross di Lykogiannis. Il Bologna si giocherà un trofeo 51 anni dopo l’ultima vittoria.

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