Con un colpo di testa del nuovo entrato Dovbyk, alla fine dei supplementari l’Ucraina batte la Svezia 2-1 a Glasgow e affrontera’ nei quarti l’Inghilterra allo stadio Olimpico il 3 luglio alle 21. E’ la quarta conclusione prolungata degli ottavi, la terza ai supplementari piu’ una ai rigori. E’ un colpo da maestro di Shevchenko che pesca il jolly inserendo il 24/enne attaccante del Dnipro al 105′. Gli da’ un’importante mano Zinchenko, autore di un gol e un assist. La Svezia da’ a lungo l’impressione di poterla chiudere ma poi resta in dieci per l’espulsione di Danielson. Nonostante le prodezze di Forsberg esce di scena. La sfida di Glasgow e’ combattuta ed equilibrata ma bella solo a tratti. La Svezia ha un maggiore senso di squadra con Ekdal che detta i tempi, l’esperto Larsson che funziona da stantuffo, ma l’uomo squadra e’ l’esterno Forsberg, al quarto gol nel torneo, secondo solo a Ronaldo.
L’Ucraina ha geometrie migliori ma il fiato corto, va in vantaggio con il redivivo Zinchenko, poi Forsberg riporta il conto in pari. Nella ripresa due pali per gli svedesi e uno per gli ucraini, poi un lunga melina e una girandola di sostituzioni fino ai rigori, col rosso a Danielson che non cambia l’equilibrio in campo e l’ingresso di Dovbyk che regala i quarti a Sheva. L’inizio e’ sonnacchioso, la squadre attuano lunghi palleggi per cercare imbucate favorevoli. La Svezia punta sui giovani Isak e Kulusevski, 43 anni in due, di origini eritree e macedoni, lanciati da Real Sociedad e Juve, che si danno da fare ma combinano poco del Lipsia. L’Ucraina, piu’ tecnica ma con minori energie, si affida al regista Stefanenko e ai due ai due goleador Yarenchuk e Yarmolenko, oltre che al suo giocatore piu’ eclettico, l’esterno del Manchester City Zinchenko. Il primo pericolo lo crea Yaremchuk all’11, ma Olsen e’ lesto a respingere, poi al 19′ una buona conclusione di Isak finisce di poco fuori. L’Ucraina va a folate e in una di queste passa al 28′: Shaparenko apre sulla destra per Zabarnyi che allunga Yarmolenko, che lavora bene il pallone e riporta l’azione sulla sinistra. Arriva bene Zinchenko che con un gran tiro sfonda le mani a Olsen e insacca. Poi festeggia zittendo i suoi critici dopo le prime prova molto deludenti.
La squadra di Sheva sembra in pieno controllo ma con la Svezia bisogna essere cauti. Con un po’ di fortuna infatti arriva il pari al 43′: Isak apre al centro per Forsberg che tira forte, ma la traiettoria diventa imparabile per Buschan per la deviazione di Zabarnyi. Nella ripresa le squadre affrettano le loro azioni per cercare il vantaggio. Nel giro di due minuti, a riprova dell’equilibrio, c’e’ un doppio palo. Al 10′ Yarmolenko trova Sydorchuk che colpisce un legno esterno con un gran tiro, al 12′ e’ sempre e solo Forster a prendere il palo con una forte conclusione, Sheva capisce l’antifona e fa entrare Malinovskyi per aumentare il tasso tecnico della squadra. Ma e’ sempre la Svezia a creare pericoli col suo trascinatore Forsberg che al 24′ colpisce la traversa con una potente conclusione dopo un’azione spettacolare. Nei supplementari le cautele si accentuano, la stanchezza affiora, la noia prevale ma al 10′ pts Danielson entra in maniera selvaggia su Besedin. Orsato rivede l’azione e sceglie il rosso. L’Ucraina stremata solo al 120′ sfrutta l’uomo in piu’ col colpo di testa di Dovbyk su assist di Zinchenko.
“Novak è il mio idolo, ero già contento di poterci giocare contro, perchè non era mai successo. Invece l’ho battuto è incredibile”. Così Matteo Arnaldi dopo aver eliminato Novak Djokovic al secondo turno del Masters 1000 di Madrid. “Per riuscirci ho dovuto giocare al mio meglio – ha continuato l’italiano n.44 al mondo -. Sapevo che lui non è in un gran momento di forma così ho cercato di portare avanti gli scambi e cercar di farlo sbagliare”. “Ovviamente ero molto teso all’inizio, quasi me la facevo sotto, anche perchè da quando avevo 9 o 10 anni ho cominciato a guardare le sue partite – ha ammesso Arnaldi, 24 anni – ma poi con l’andare avanti della partita mi sono calmato. Sono stato contento di prendere il break per primo, perchè sapevo che prima o poi me l’avrebbe fatto lui. E’ stato tutto perfetto”.
Tornare subito a correre. È questo l’obiettivo dell’Inter di Simone Inzaghi che, dopo le sconfitte contro Bologna e Milan in Coppa Italia, vuole rialzarsi immediatamente per non perdere terreno nel testa a testa scudetto con il Napoli di Antonio Conte. L’ultima volta in cui i nerazzurri incapparono in due sconfitte consecutive, nell’annata 2022/23, servì del tempo alla squadra di Inzaghi per rialzarsi, visto che seguirono due pareggi prima di ritrovare la vittoria. Stavolta però, con il traguardo vicino e la concorrenza spietata, la risposta dovrà essere immediata. Domani a San Siro (si va verso il tutto esaurito), arriverà la Roma di Claudio Ranieri, a caccia di punti preziosi nella corsa per la Champions League.
Inzaghi prepara una mini-rivoluzione nella formazione rispetto al derby perso mercoledì: saranno infatti sette i cambi nell’undici titolare, anche a causa delle assenze per squalifica di Bastoni e Mkhitaryan, con il tecnico che si affiderà agli altri suoi titolarissimi per tornare subito a conquistare i tre punti. Nel consueto 3-5-2, l’Inter dovrebbe schierarsi con Sommer in porta, Pavard, Acerbi e Bisseck a comporre la linea difensiva; Darmian e Carlos Augusto agiranno sulle fasce, con Barella, Calhanoglu e Frattesi in mezzo al campo. In attacco, Lautaro Martinez sarà sicuro del posto, mentre al suo fianco è ballottaggio tra Arnautovic e Correa. Grande fiducia dunque in capitan Lautaro Martinez, vero punto di riferimento per Inzaghi in questa fase cruciale della stagione.
L’argentino infatti ha disputato da titolare 23 delle 27 partite ufficiali giocate dall’Inter nel solo 2025, saltandone due per infortunio e riposando solo in altre due occasioni restando in panchina per tutta la durata del match. E per il capitano interista sorridono le statistiche contro la Roma: nelle ultime sei sfide di Serie A contro i giallorossi, Lautaro ha partecipato a tre reti, con due gol e un assist, riscattando un inizio complicato nei precedenti incroci con la squadra capitolina. Inzaghi potrà inoltre contare su importanti rientri in panchina: Denzel Dumfries e Piotr Zielinski sono nuovamente a disposizione dopo i rispettivi problemi fisici. Più incerta invece la situazione di Marcus Thuram, visto che il francese continua il suo recupero e spera di tornare disponibile per la delicatissima semifinale di Champions League contro il Barcellona, in programma mercoledì prossimo al Montjuïc.
Testa tutta sul Torino, senza pensare all’Inter reduce da due sconfitte, senza farsi condizionare dal risultato che arriverà nel pomeriggio dal match dei nerazzurri contro la Roma. E’ linea che il tecnico Conte ha impartito al suo Napoli in questi giorni. L’aggancio ai nerazzurri in testa alla classifica è avvenuto lo scorso week end grazie a un Napoli, secondo dal 15 febbraio, che non ha mai mollato la presa. La vittoria a Monza coincide con la prima volta in cui il club azzurro è riuscito a vincere due partite di fila, una striscia che non gli riusciva dal 25 gennaio, quando gli azzurri sconfissero la Juventus, inanellando ben quattro vittorie consecutive.
Domani sera il Maradona vuole vedere Lukaku e compagni tornare a quel ritmo, quello dei tre punti a partita, firmando la terza vittoria di fila nella speranza che i giallorossi rallentino la squadra di Inzaghi concedendo al Napoli la vetta in solitaria. Obiettivi importanti, in sostanza, che si costruiscono con determinazione giornata dopo giornata. Lo sa bene il gruppo azzurro che in queste settimane è blindato a Castel Volturno, con pochi occhi a osservare le idee che Conte si prepara a mettere in campo. Il tecnico azzurro ha deciso di non fare conferenza stampa nella giornata in cui si sono celebrati i funerali di Papa Francesco ma qualche idea è trapelata come quella balenata sulla difesa, visto che difficilmente Buongiorno possa recuperare per la partita di domani.
Con Juan Jesus che ha detto addio al finale di stagione, l’alternativa al centro sembra essere solo Rafa Marin. Una soluzione innovativa però potrebbe essere quella di spostare Olivera da terzino sinistro a centrale, al fianco di Rrahmani, mettendo in campo Spinazzola sulla fascia sinistra. Un’idea suggerita dal ruolo di difensore centrale che Olivera ricopre con l’Uruguay ma nella difesa a tre schierata dal ct Marcelo Bielsa. Gli infortuni pesano tanto e questi giorni di avvicinamento al match sono serviti a Conte per capire se si può tentare lo spostamento.
Le risposte arriveranno però solo domani sera, in un match che non vedrà in campo l’ex granata Buongiorno. All’andata la vittoria azzurra venne firmata da McTominay e il centrocampista scozzese ha voglia ancora di segnare e di giocare al meglio, come nelle ultime gare. Come Lukaku, d’altronde, che dopo avere segnato nelle ultime tre partite al Maradona, tiene gli occhi puntati sull’obiettivo scudetto.