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Domenica si cullano i Gigli, aspettando il primo suono del sassofono per perdersi nella festa dei folli

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Stamattina mi ha telefonato una mia amica di Napoli, vorrebbe venire a Nola, questa domenica, per vedere per la prima volta la ballata dei Gigli e mi ha chiesto qualche informazione. Mi ha spiazzata. Amo profondamente questa festa, sono Nolana, ma ogni volta che qualcuno mi chiede di spiegargliela vado in difficoltà. Se inizio a raccontargli del perché esistono otto gigli e una barca portati a spalla in processione, della storia di San Paolino che salva una donna con il proprio figlio in Africa, torna su una barca, appunto – divenuta poi il simbolo religioso di questa festa – e viene accolto dai Nolani, divisi in corporazioni lavorative, con dei gigli tra le mani, mi sembra un discorso incompleto, una favoletta senza tutti i protagonisti. Se racconto solo il lato laico – essendo una festa di origine pagana, di ringraziamento alla terra madre per l’abbondanza del raccolto e della fertilità poi inglobata nel Seicento, con gli Orsini, dalla Chiesa, come gran parte delle feste patronali – mi sembra di fare un torto a San Paolino, al quale tutti noi Nolani, credenti o non credenti, siamo affezionati.

E così ho deciso di soffermarmi sulla comunità, sulle persone, sulla macchina da festa di venticinque metri, straordinaria e affascinante, in movimento. Su cosa succede nella nostra pancia quando arrivano gli ultimi dieci giorni di giugno. Su quanto la Festa dei Gigli riesca ad abbattere tutte le diversità sociali, culturali, politiche. Siamo tutti uguali quel giorno, stretti attorno a circa centoventi uomini capeggiati da un capoparanza, che portano sulle spalle una meravigliosa struttura in legno rivestita da un po’ (oramai) di cartapesta e tanto polistirolo. Racconto questa cosa con profonda tristezza perché stiamo perdendo una tradizione, quella della cartapesta, che ha sempre contraddistinto questa festa. Purtroppo però le cose cambiano, non sempre in bene, e la festa diventa lo specchio di questo cambiamento. Nel corso del Novecento tante sono state le evoluzioni, che non mettono d’accordo le vecchie generazioni con quelle nuove; però il fascino è anche questo: è una festa mai uguale a se stessa perché cambia insieme alla società, all’uomo. E viviamo tempi bui, molto bui, ultimamente.

Il fatto straordinario è che anche queste riflessioni domenica mattina si perderanno, perché al primo suono di sassofono della fanfara sul giglio che lo accompagna lungo il tragitto, io sarò già in strada, richiamata dal legno in movimento, dalla adrenalina sotto pelle, da quella malinconia sottesa che ti ricorda che un altro anno è passato e alcune persone non ci sono più, da quell’istinto primordiale che fa parte di noi e che quel giorno libereremo dalla gabbia dei doveri e della razionalità. La festa dei Gigli è uno sfogo collettivo, una festa umana e a tratti disumana che ci ricorda di quanto possa essere bello fare qualcosa tutti insieme, spalla a spalla, senza pregiudizi, qualcosa che trecentosessantaquattro giorni l’anno non riusciamo a fare in questo modo. Domenica si mescolano tutte le carte, si vive di amnesie. Le incomprensioni, le brutture e le critiche vengono procrastinate ad altri giorni.

Domenica guarderó il giglio dal basso verso l’alto, mi mescoleró al sudore e al passo dei cullatori, agli occhi increduli e felici dei bambini, alla commozione degli anziani, all’ansia di chi non sa muoversi tra la folla, tutti uniti dal sacro fuoco di questa bellissima festa dei folli.

 

 

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Consulta: niente automatismo sulla sospensione dei genitori, decide il giudice

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Stop all’automatismo che impone la sospensione della responsabilità genitoriale per i genitori condannati per maltrattamenti in famiglia. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n. 55 del 2025, dichiarando illegittimo l’articolo 34, secondo comma, del Codice penale nella parte in cui non consente al giudice di valutare in concreto l’interesse del minore.

Una norma rigida che non tutela sempre i figli

L’automatismo previsto dalla norma, secondo cui alla condanna per maltrattamenti in famiglia (articolo 572 c.p.) segue obbligatoriamente la sospensione della responsabilità genitoriale per il doppio della pena, è stato giudicato irragionevole e incostituzionale. Secondo la Consulta, la previsione esclude qualsiasi valutazione caso per caso e impedisce al giudice di verificare se la sospensione sia effettivamente nell’interesse del minore, come invece richiedono gli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione.

Il caso sollevato dal Tribunale di Siena

A sollevare la questione è stato il Tribunale di Siena, che aveva riconosciuto la responsabilità penale di due genitori per maltrattamenti nei confronti dei figli minori, ma riteneva inadeguato applicare in automatico la sospensione della responsabilità genitoriale. Il giudice toscano ha evidenziato la possibilità concreta che, in presenza di una riconciliazione familiare e di un miglioramento del contesto domestico, la sospensione potesse arrecare un danno ulteriore ai minori.

Il principio: al centro l’interesse del minore

La Corte ha ribadito che la tutela dell’interesse del minore non può essere affidata a presunzioni assolute, bensì deve derivare da una valutazione specifica del contesto familiare e della reale efficacia protettiva della misura. Il giudice penale deve dunque essere libero di stabilire, caso per caso, se la sospensione della responsabilità genitoriale sia davvero la scelta più idonea alla protezione del figlio.

La continuità con la giurisprudenza

La decisione si inserisce nel solco della sentenza n. 102 del 2020, con cui la Consulta aveva già bocciato l’automatismo previsto per i genitori condannati per sottrazione internazionale di minore. In entrambi i casi, si riafferma il principio secondo cui le misure che incidono sulla genitorialità devono essere coerenti con i valori costituzionali e orientate alla tutela concreta del minore.

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Addio a Mario Vargas Llosa, Nobel per la Letteratura: è morto a Lima a 89 anni

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Il mondo della cultura piange la scomparsa di Mario Vargas Llosa (foto in evidenza di Imagoeconomica), uno dei più grandi romanzieri del Novecento e premio Nobel per la Letteratura nel 2010. Lo scrittore peruviano si è spento oggi, domenica, a Lima all’età di 89 anni, circondato dalla sua famiglia, come ha comunicato suo figlio Álvaro attraverso un messaggio pubblicato sul suo account ufficiale di X.

«Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace».

Una vita tra letteratura e impegno

Nato ad Arequipa il 28 marzo del 1936, Vargas Llosa è stato tra i più influenti autori della narrativa ispanoamericana contemporanea. Oltre ai riconoscimenti letterari internazionali, ha vissuto una vita profondamente segnata anche dall’impegno civile e politico.

Con la sua scrittura tagliente e lucida, ha raccontato le contraddizioni della società peruviana e latinoamericana, esplorando con coraggio e passione temi di potere, ingiustizia e libertà.

I capolavori che hanno segnato la sua carriera

Autore di romanzi fondamentali come “La città e i cani” (1963), durissima denuncia del sistema militare peruviano, e “La casa verde” (1966), Vargas Llosa ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura del Novecento. La sua vasta produzione comprende anche saggi, articoli e testi teatrali.

Un addio in forma privata

Come reso noto dalla famiglia, i funerali saranno celebrati in forma privata e, nel rispetto della volontà dell’autore, le sue spoglie saranno cremate. Un addio sobrio, coerente con la riservatezza che ha spesso contraddistinto l’uomo dietro lo scrittore.

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La Campania conquista il mondiale di fisica per studenti: cinque eccellenze campane rappresenteranno l’Italia all’IYPT 2025

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Cinque giovani talenti campani delle scuole superiori rappresenteranno l’Italia all’International Young Physicists’ Tournament (IYPT) 2025, la più prestigiosa competizione mondiale di fisica per studenti delle scuole superiori, che si svolgerà dal 29 giugno al 6 luglio a Lund, in Svezia.

Dopo una severa selezione nazionale, articolata in prove pratiche e orali, sono stati scelti cinque studenti, tutti provenienti da istituti superiori della Campania: il Liceo Mercalli di Napoli e il Liceo Buchner di Ischia. Una vittoria che premia la qualità della formazione scientifica nelle scuole del Sud e conferma il livello di eccellenza raggiunto dalla regione in campo scientifico.

Tra i protagonisti Pierluigi Trani, talento di Ischia

Tra i cinque campioni c’è Pierluigi Trani, studente del terzo anno del Liceo Scientifico Buchner di Ischia, attualmente a Salonicco, in Grecia, per partecipare a un torneo amichevole di preparazione con altri cinque Paesi del sud Europa. Trani si è classificato tra i primi quattro nella fase provinciale dei Campionati di Fisica 2025 a Napoli, risultando l’unico studente ischitano tra i primi dieci. Inoltre, si è distinto a livello nazionale arrivando terzo alle Olimpiadi di Statistica nella sua fascia d’età.

Il giovane fisico non ha intenzione di fermarsi qui: dopo l’esperienza mondiale in Svezia, proseguirà i suoi studi in un prestigioso college londinese, pronto ad accoglierlo per coltivare il suo brillante futuro accademico.

Un team guidato da due docenti campani

A guidare la squadra italiana saranno Gianmarco Sasso e Raffaele Campanile, entrambi docenti del Liceo Buchner di Ischia. I due insegnanti hanno seguito tutte le fasi della selezione e accompagnano i ragazzi nella preparazione per la competizione internazionale. L’IYPT è un torneo con una lunga storia: esiste da 38 anni, ma l’Italia partecipa ufficialmente solo dal 2024, grazie al sostegno dell’associazione “Scienza e Scuola”, con sede nel Meridione. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ancora non riconosce formalmente la competizione, ma l’entusiasmo e la determinazione di studenti e docenti colmano ogni lacuna istituzionale.

La fisica come passione e riscatto territoriale

L’affermazione della Campania all’IYPT è un segnale forte: il talento scientifico non conosce confini geografici, e può emergere anche in territori spesso penalizzati da scarse risorse e riconoscimenti. I cinque ragazzi selezionati, con il sostegno dei loro docenti e di una rete associativa motivata, porteranno in alto il nome dell’Italia e del Sud Europa, confrontandosi con delegazioni di ben 39 nazioni.

Dal cuore del Sud, un segnale di speranza, competenza e futuro.

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