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Cronache

Diario-storia di Rosario Esposito La Rossa, ragazzo simbolo della riscossa di Scampia sotto attacco del cancro: “È un regalo della Terra dei Fuochi”

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Rosario Esposito La Rossa è un bel ragazzone dagli occhi azzurri e il sorriso pulito e contagioso.  Ha una splendida famiglia, Rosario. Una bellissima moglie, una bellissima bimba, e il “Cancro”.
Questo giovane di appena trent’anni, che sembra scoppiare di salute a chi lo guarda, ha appena scoperto che dentro di lui si è annidato da tempo un male incurabile e inoperabile.
Un “regalo della terra dei fuochi”, come lui stesso ha definito la malattia, attraverso il suo profilo Facebook.
Una notizia che lascerà, forse, indifferenti quelli che la leggono e che non lo conoscono. Non i tanti, però, che lo seguono da anni, e che sanno quanto sia impegnato con i giovani e per i giovani del suo quartiere, e che in queste ore gli sono vicino con un messaggio o una preghiera.
Rosario è di Scampia. Quartiere della “Terra dei fuochi”, appunto, molto noto ai più per i suoi fatti di cronaca nera, dove vivono migliaia di persone per bene, troppo spesso abbandonate dalle istituzioni, e dove ci sono tantissimi giovani “sani”, che costituiscono il vero potenziale di Scampia.
La sua attività nasce dalla voglia di riscatto dopo che Antonio Landieri, suo cugino, rimase vittima innocente di camorra.

Così, nel 2007, insieme alla sua storica fidanzata Maddalena Stornaiuolo, divenuta poi sua moglie, hanno dato vita a numerosi progetti che coinvolgono gli abitanti di Scampia: l’associazione Vo.di.Sca (acronimo di “Voci di Scampia”) in memoria di suo cugino, la Fabbrica dei Pizzini della Legalità in collaborazione con Coppola Editore e la Biblioteca Popolare per Ragazzi di Scampia, La Scugnizzeria, una libreria-teatro tra Scampia e Melito di Napoli, che forma tantissimi giovani con corsi di recitazione, radio e scrittura.
Dirige il marchio Made in Scampia, progetto di imprenditoria giovanile che produce a Scampia prodotti enogastronomici e culturali a prezzi popolari.
Nel 2010 diventa il nuovo proprietario, insieme alla moglie, dello storico marchio editoriale campano Marotta&Cafiero editori che diventa una casa editrice indipendente open source.
Successivamente prendono vita anche l’etichetta discografica indipendente Marotta&Cafiero Recorder, la libreria Marotta&Cafiero Store gestita da sole donne e il caffè letterario equo e solidale Sottopalco in collaborazione col Teatro Bellini di Napoli.
Nel 2016, proprio grazie al suo impegno contro il degrado sociale, è stato nominato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Rosario, è il classico esempio di ragazzo per bene, che pur crescendo in un posto difficile come Scampia, ce l’ha fatta.
Il suo male, come già detto, secondo i medici è incurabile e inoperabile.
“Pare però ci sia un pillola, non ancora riconosciuta dal sistema sanitario nazionale, che può bloccarne la crescita. Insomma col drago bisognerà convivere, almeno per ora.” Così, scrive sempre Rosario sul suo profilo Facebook, in una sorta di diario.
Noi speriamo e ci auguriamo, di poter raccontare una sua nuova vittoria, forse la più difficile. Una battaglia, che siamo certi, lui affronterà come ha fatto finora con tutte le sfide che si è trovato a combattere.
Così da poter scrivere sul tabellone, come al termine di una partita di calcio, sport da lui tanto amato: “Rosario Esposito La Rossa 1 – Terra dei fuochi 0”.

Melina di Marino

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Ucciso a martellate, condannato ex pentito di camorra di Frattamaggiore

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Per mesi il corpo senza vita di Massimo Lodeserto è rimasto negli scantinati di una vecchia palazzina del centro storico di Torino. Per mesi i parenti avevano fatto l’impossibile per cercare questo signore di 58 anni, conosciuto nel quartiere per il carattere affabile e scherzoso, che pareva essersi dissolto nel nulla. Fino a quando, il 4 dicembre 2024, al termine di un’indagine lunga e complicata, i carabinieri non avevano fatto irruzione nel sotterraneo: Massimo era stato preso a martellate alla testa, trafitto due volte alla schiena da un coltello, portato laggiù e ricoperto di masserizie. Oggi il tribunale ha inflitto 20 anni di carcere per omicidio volontario e occultamento di cadavere al presunto killer.

Si tratta di Nino Capaldo, 57 anni, originario di Frattamaggiore (Napoli), ex collaboratore di giustizia. Ma la camorra non c’entra. Il delitto sarebbe il tragico epilogo di una lite per un debito e, forse, una donna. Capaldo stava già scontando in regime di detenzione domiciliare una vecchia condanna a 15 anni per un omicidio risalente al 2014. La vittima, il nigeriano Edokpa Gowin detto ‘Nokia’, era stata uccisa con un colpo di pistola nel Casertano. Si parlò di contrasti fra gang rivali per il controllo dello spaccio. Capaldo, indicato come affiliato al clan Gagliardi-Fragnoli di Mondragone, collaborò con gli inquirenti, fu inserito nel programma di protezione e allontanato dallaCampania. A Torino nessuno, tranne le forze dell’ordine, sapeva del suo passato. A volte diceva di essere un maresciallo dei carabinieri in pensione.

Secondo una delle ricostruzioni della vicenda, Capaldo si era invaghito della ex fidanzata di Lodeserto. Sembra che la donna sostenesse che da Massimo avanzava 100 mila euro dai tempi in cui gestivano una piccola impresa di pulizie. E sembra che Capaldo avesse deciso di riscuotere il credito (di cui peraltro non c’è traccia nelle cartelle esattoriali esaminate). Fra i due uomini ci fu un incontro. Il 30 agosto 2024, giorno in cui doveva cominciare un nuovo lavoro, Massimo scomparve. L’avvocato difensore di Capaldo, Gianluca Orlando, in aula ha parlato di legittima difesa, ma la tesi non è stata accolta. I vent’anni di reclusione sono stati il massimo della pena, visto che il processo si è svolto con il rito abbreviato, che comporta lo sconto automatico di un terzo, e non sono state contestate né la premeditazione né altre aggravanti. Tre familiari di Lodeserto si sono costituiti parte civile con l’avvocato Roberto Saraniti e hanno ottenuto, per ora, una provvisionale di 40 mila euro ciascuno. Quanto a Capaldo, adesso è in un carcere fuori Piemonte.

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Finti matrimonio e lavoro per permessi soggiorno, 5 indagati

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Avrebbero organizzato un matrimonio per far ottenere il permesso di soggiorno a uno straniero e una falsa assunzione in cambio di denaro a un secondo straniero, che così avrebbe ottenuto il rinnovo del suo permesso. E’ quanto la Procura di Marsala contesta a cinque persone, due stranieri e tre italiani, indagate per favoreggiamento della permanenza illegale dello straniero e falsità ideologica nei cui confronti ha emesso un avviso di conclusione indagine. Al centro delle indagini della Digos della Questura di Catania, cominciate nel 2020 e concluse nel 2021, finalizzate al monitoraggio dei cosiddetti ‘sbarchi fantasma’ con l’obiettivo di individuare eventuali cellule terroristiche che sarebbero approdate sulle coste del Catanese.

Dagli accertamenti eseguiti dalla polizia è emersa la posizione di un tunisino di 52 anni, tuttora ricercato anche per l’esecuzione di un provvedimento di pene concorrenti per i delitti di associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, che per garantirsi permanenza in Italia avrebbe chiesto a due marsalesi, di 37 e 33 anni, di cercargli una moglie per un matrimonio combinato che gli permettesse di ottenere il permesso di soggiorno. I due avrebbero trovato la sposa, una ragazza di 32 anni in cura per patologie psichiatriche, con la quale l’uomo avrebbe effettivamente contratto matrimonio con il rito civile nel novembre del 2020.

Le indagini hanno accertato che era fittizio perché i coniugi non coabitavano e perché l’uomo aveva una relazione con una connazionale. Indagando sul tunisino, la Digos della Questura di Catania ha scoperto che il 52enne avrebbe anche messo in piedi una sorta di ufficio di collocamento illegale, tramite un imprenditore agricolo 52enne marsalese che dietro il pagamento di denaro avrebbe comunicato l’assunzione fittizia di un guineano di 26 anni, il quale così avrebbe ottenuto il rinnovo del permesso di soggiorno.

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Psicologo condannato a 10 anni per abusi sessuali alle pazienti

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Condannato dal tribunale di Pistoia uno psicologo 47enne a 10 anni, in rito abbreviato, e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per le accuse di abusi sessuali a pazienti, in parte ragazze minorenni, che avrebbe prima conosciuto come psicologo operante nelle scuole della Val di Nievole e che poi avrebbe seguito come specialista nel suo studio privato. Lo riportano La Nazione e Il Tirreno. Gli abusi trattati nel processo vanno dal 2013 al 2023.

Lo psicologo è stato arrestato nel luglio 2024, poi scarcerato. Il pm Giuseppe Grieco, che ha coordinato indagini del commissariato di polizia di Montecatini Terme, aveva chiesto otto anni. Il giudice Luca Gaspari è salito a 10 nella sentenza e ha anche stabilito una provvisionale di 10.000 euro per nove parti civili e 3.000 per un’altra. Dieci le ragazze che si sono costituite in giudizio. Alcune hanno ascoltato la lettura della sentenza in aula. I difensori dello psicologo hanno annunciato ricorso in corte di appello.

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