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Di Maio in Sicilia per le Europee bacchetta Lega e stuzzica Salvini

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In Sicilia per tirare la volata ai candidati M5s che domenica prossima si giocano l’elezione a sindaco a Castelvetrano (Tp) e Caltanissetta ma anche per raccogliere consensi per le europee del 26 maggio, Luigi Di Maio, prosegue nella sua strategia nei confronti del collega di governo Matteo Salvini. Lo fa toccando, senza risparmiare stoccate in ogni piazza e sui social, i temi piu’ caldi per il governo: sicurezza, immigrazione, corruzione, politiche economiche. Dopo aver dato lo start alla 103/e edizione della storica Targa Florio partita da Palermo, il vice premier attacca: “Esiste un problema sicurezza in Italia: non sono il ministro dell’Interno ma sono a disposizione per dargli una mano a migliorare le condizioni di sicurezza di questo Paese”. Un riferimento chiaro al caso della piccola Noemi a Napoli e alla vicenda della famiglia rom sotto assedio a Roma. “Il problema sicurezza – insiste – va affrontato su vari fronti, spesso le mafie hanno ormai dei minorenni assoldati che dobbiamo salvare nei quartieri a rischio. E va affrontato – incalza – aiutando le forze dell’ordine ad avere piu’ rinforzi e piu’ strumenti e garantendo i rimpatri degli irregolari”. Un ingresso a gamba tesa, quella del ministro dello Sviluppo, sui dossier in mano al collega Salvini. Proprio alla Lega suggerisce di “non perdere la testa” perche’ anche se “comprendiamo la loro difficolta’ di ritrovarsi, dopo nemmeno 10 mesi di legislatura, un proprio sottosegretario indagato per corruzione in un’inchiesta dove c’e’ anche la mafia, questo non giustifica certi atteggiamenti”. Dopo il “caso Siri”, Di Maio detta la linea sull’inchiesta che coinvolge il governatore della Lombardia Attilio Fontana, indagato per abuso d’ufficio.

“Dobbiamo leggere bene le carte e capire cosa abbia fatto – dice – E’ una vicenda minore di una inchiesta maggiore in cui e’ coinvolta anche la ‘ndrangheta. Per i miei sindaci mi sono letto le carte e prima di decidere ho visto se c’era buonafede o malafede”. Ma “se questa inchiesta dovesse allargassi allora e’ un problema, io credo che questo governo debba andare avanti per altri 4 anni ma per farlo dobbiamo stabilire le regole del gioco”. “Non siamo dei bambini – e’ il suo monito – siamo dei ministri e veniamo pagati per costruire un futuro al Paese, non per lamentarci”, avverte il vice premier che, nonostante “le provocazioni subite negli ultimi giorni siano state tante” assicura che il M5s “resta disponibile ad andare avanti per altri 4 anni”. “C’e’ molto da fare” avverte Di Maio, “come la nostra proposta di legge per introdurre un salario minimo in Italia e fissare una soglia di 9 euro lordi l’ora al di sotto della quale non si puo’ scendere”. Anche sul fronte dell’immigrazione, Di Maio piu’ che rincorrere il collega Salvini rilancia senza mai parlare di “porti chiusi”. Anzi. In merito alle vicende della nave della Marina militare e della Mare Jonio il vice premier rimarca che “le decisioni sono state prese come sempre da tutto il governo”. “La cosa positiva e’ che la nave e’ stata sequestrata un’altra volta, spero che si arrenda e smetta di girare nel Mediterraneo, facendo una serie di azioni che evidentemente hanno qualcosa che non va”. E sottolinea che “ieri per tutta la giornata ci siamo sentiti io, Salvini e il il premier, che era a un vertice europeo e ha colto l’occasione per sensibilizzare i Paesi a prendere parte dei migranti che arrivavano in Italia”. “Quando e’ cosi’ – chiosa – in Italia si sbarca, perche’ vuol dire che il nostro Paese non si deve sobbarcare tutto il problema dei migranti ma vengono ridistribuiti negli altri paesi Ue”.

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A Perugia scatta indagine sull’eroina con il Fentanyl

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Ora c’è anche un’indagine della magistratura di Perugia sul Fentanyl usato come sostanza da taglio in una dose di eroina recuperata alcune settimane fa nella zona del capoluogo umbro. La procura ha infatti aperto un fascicolo a carico di ignoti. Spaccio di stupefacenti l’ipotesi di reato che compare nel fascicolo, con il quale l’Ufficio guidato da Raffaele Cantone mira a svolgere indagini specifiche. “Sono preoccupato per quanto sta emergendo e voglio cercare di capire se si tratta di un fatto sporadico o se ci sono episodi analoghi”, aveva detto il magistrato nei giorni scorsi subito dopo che era scattato l’allarme. Il Fentanyl – oppioide sintetico 80 volte più potente della morfina – è stato scoperto in un controllo a campione svolto nelle scorse settimane dall’Unità di strada di Perugia.

Minima – secondo le analisi svolte dall’Istituto superiore di sanità – la quantità del potente analgesico trovata. L’eroina era il 50%, poi c’erano anche codeina (30%) e diazepam (15%) oltre al 5% di Fentanyl. Il Sistema nazionale di allerta rapida coordinato dal Dipartimento per le politiche antidroga si è dunque attivato e dal ministero della Salute è partita una nota agli assessorati alla sanità di tutte le Regioni affinché sollecitino le strutture che si occupano di dipendenze ad “informare le persone che fanno uso di sostanze dei gravissimi rischi per la salute”. Si è messo quindi in moto il nuovo Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici che prevede l’invio dell’allerta anche a tutte le forze di polizia e a tutte le amministrazioni affinché sia rafforzata la rete di monitoraggio territoriale e aumentata l’attenzione in tutti i settori potenzialmente esposti.

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Iss, il Fentanyl erroneamente definito “la droga degli zombie”

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Il Fentanyl “non è la droga cosiddetta degli zombie”. A spiegarlo, in un primo piano online, è l’Istituto superiore di sanità, in riferimento al primo caso in Italia, verificatosi a Perugia, in cui è stata rilevata una preparazione da strada contenente questo oppioide sintetico, e su cui oggi è stata aperto un fascicolo. Al momento tutte le Forze di polizia sono allertate. I fentanyl è un oppioide sintetico con proprietà analgesico narcotiche.

E’ circa 100 volte più potente della morfina, ma anche circa 100 volte più tossico. I suoi analoghi, più di 150 analoghi illeciti al momento nel mercato nero, arrivano ad essere fino a mille volte più potenti della morfina. In Italia, tale oppioide sintetico viene utilizzato per scopi consentiti e sotto controllo medico come anestetico generale nelle operazioni di chirurgia maggiore e nella terapia palliativa per il dolore terminale oncologico. Nel mercato delle droghe, invece, può essere utilizzato come agente di taglio dell’eroina o anche al posto dell’eroina stessa.

L’Iss chiarisce dunque la definizione di ‘droga degli zombie’, spesso utilizzata: “Né l’eroina tagliata col Fentanyl né il Fentanyl da solo sono la ‘droga degli zombie’. Si definisce tale una preparazione di eroina o di Fentanyl tagliati con la xilazina, anestetico e mioriilassante veterinario, al momento utilizzato pochissimo in Italia, ma impiegato invece dal mercato illecito per fare un taglio che dia più potenza alla preparazione ma costi di meno.

La xilazina produce delle ulcere cutanee negli arti superiori ed inferiori, soprattutto dove avviene l’iniezione delle preparazioni di strada da eroina. Queste ulcerazioni profonde rendono i consumatori zombie: da qui il nome utilizzato per definire questa droga”. Al momento in Italia vige una allerta di terzo grado (alert di terzo grado): si tratta di una comunicazione di massima urgenza che viene mandata a tutti gli operatori che hanno a che fare con i consumatori di sostanze d’abuso. L’allerta di grado 3 si riferisce a sostanze che possono provocare intossicazioni severe o morti, quale per esempio proprio il Fentanyl. Attualmente, in Italia c’è un piano nazionale di allerta sul Fentanyl partito il 12 marzo scorso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

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Omicidio Cerciello, difensore carabiniere: assoluzione ristabilisce giustizia

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È stato “un percorso straordinariamente sofferto dove il maresciallo Manganaro è rimasto solo durante questi lunghi 5 anni. E questa assoluzione della Corte d’Appello perché il fatto non costituisce reato ristabilisce giustizia nei confronti di un militare che per 25 anni con onore ha servito l’Arma, continua a servirla e che in quell’occasione del luglio del 2019 ha protetto l’incolumità del fermato ed è stato sottoposto nei mesi e negli anni successivi non solo a una gogna mediatica ma anche all’isolamento e all’abbandono da parte delle istituzioni”. Lo dice a LaPresse l’avvocato Roberto De Vita, difensore del carabiniere Fabio Manganaro, a processo per aver bendato dopo il fermo Gabriel Natale Hjorth, uno dei due americani arrestati per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. “Questa sentenza, sia nel dispositivo e poi nelle motivazioni, dovrà essere letta attentamente dall’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dall’ex comandante generale dell’Arma Giovanni Nistri i quali all’indomani del fatto condannarono senza processo Fabio Manganaro”, conclude.

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